Stop agli smartphone per gli under 14, ai social per gli under 16: la petizione di esperti e vip
- 12/09/2024
- Giovani
Vietare l’uso dei cellulari sotto i 14 anni e dei social sotto i 16 anni. Questa volta la petizione contro l’uso degli smartphone non arriva da San Marino, dalla Florida o da qualche partito politico, ma è un appello accorato di esperti e personaggi dello spettacolo italiani.
Il dibattito torna al centro dell’attenzione grazie all’appello lanciato da Daniele Novara, pedagogista, e Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta. Questa richiesta, firmata anche da attori come Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino e Luca Zingaretti, invita il governo italiano a vietare l’uso personale di smartphone ai minori di 14 anni e l’apertura di profili social ai ragazzi sotto i 16.
L’appello che mette in luce i rischi di un’esposizione prematura e massiccia alle tecnologie, in particolare per lo sviluppo cerebrale e la salute sociale dei più giovani.
Smartphone, quali rischi per il cervello?
Le neuroscienze sono alla base di questa iniziativa. “Ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”, affermano i firmatari dell’appello, spiegando che il cervello dei bambini e degli adolescenti non è ancora completamente sviluppato per gestire l’uso continuo e non regolato di dispositivi digitali. Studi recenti hanno dimostrato che l’abuso di smartphone e schermi, soprattutto in età prescolare, può causare alterazioni della materia bianca, la sostanza fondamentale per la connessione tra le diverse aree del cervello che supportano abilità come la lettura e la scrittura.
Inoltre, Novara e Pellai avvertono che un uso troppo precoce e intenso delle tecnologie digitali può portare a “deprivazione sociale, deprivazione del sonno e frammentazione dell’attenzione”. Il problema è già visibile tra i più giovani, che mostrano segni di dipendenza digitale e difficoltà a interagire nel mondo reale.
Come evidenziato dal Global Mind Project del Sapiens Lab, “la traiettoria del declino che stiamo vedendo nella salute mentale segue l’avvento degli smartphone, e c’è un bel po’ di letteratura che collega i social media e lo smartphone a risultati negativi, quindi, era in cima alla lista di potenziali cause alla radice da esplorare”.
Sapiens ha monitorato l’età in cui gli intervistati hanno ricevuto per la prima volta i telefoni cellulari e l’ha confrontata con la loro salute mentale dichiarata. I risultati sono stati lampanti: i bambini che hanno ricevuto i telefoni in giovane età hanno una salute mentale peggiore, anche dopo essersi adattati agli incidenti segnalati di traumi infantili. Nello specifico:
- tra le bambine che hanno ricevuto il loro primo smartphone all’età di 6 anni la percentuale con problemi di salute mentale è del 74%;
tra le bambine che hanno ricevuto il loro primo telefonino a 18 anni, la percentuale crolla fino al 46%; - i bambini che hanno ricevuto lo smartphone già a 6 anni hanno avuto problemi di salute mentale nel 42% dei casi;
- i bambini che hanno ricevuto il cellulare a 18 anni, invece, hanno riscontrato problemi di salute mentale nel 36% dei casi.
La ricerca ha dimostrato inoltre che i bambini trascorrono online tra le 5 e le 8 ore online al giorno, ossia fino a 2.920 ore all’anno. Tutto tempo sottratto ad altre attività più salutari e più “sociali” dei social.
I danni per la socialità e la scuola
Dunque, non è solo il cervello a soffrire, ma anche la capacità di vivere esperienze fondamentali per il corretto sviluppo emotivo e sociale. L’appello sottolinea che i bambini che trascorrono troppo tempo sui dispositivi digitali rinunciano a momenti cruciali di socializzazione, come il gioco libero, il contatto con la natura e l’attività manuale, come l’uso della penna a scuola. La tecnologia, se introdotta troppo presto, “impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita”.
Alcuni studi hanno inoltre rilevato che l’abuso di smartphone può causare isolamento, disturbi del sonno e difficoltà a concentrarsi, aumentando i rischi di una deprivazione cognitiva e di una diminuzione delle competenze sociali. Secondo Pellai, “più precoce è l’uso dello smartphone, più i minori sviluppano problemi di isolamento e dipendenza“.
La richiesta di una legge per proteggere i più giovani
La famiglia, affermano Novara e Pellai, non può affrontare da sola questa sfida. Di fronte alla crescente pressione delle tecnologie digitali e ai rischi che queste comportano per i più giovani, è necessaria una legge che regolamenti l’accesso ai dispositivi mobili. “Serve una legge”, concludono i firmatari dell’appello, per proteggere i minori dagli effetti negativi di un uso precoce e incontrollato della tecnologia.
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