Siamo sempre più miopi, sempre prima: sotto accusa telefonini e sedentarietà
- 25/04/2024
- Giovani
“Non stare troppo davanti alla televisione, non leggere troppo! Ché ti si rovina la vista!” Le nonne avevano -e hanno – ragione. Siamo sempre più miopi, sempre prima. È una vera epidemia quella di questo difetto della vista, che rende difficile o impossibile vedere da lontano e che può diventare un serio problema non solo nel quotidiano ma anche nelle scelte di vita, ad esempio quelle che riguardano il lavoro. Molte occupazioni, infatti, richiedono i famosi 10/10 posseduti da un occhio sano, quindi chi è miope ne è escluso a priori.
Inoltre, e forse questa è una cosa meno conosciuta, oltre le cinque diottrie in meno la miopia si associa a una maggiore incidenza di glaucoma e cataratta e a una maggiore frequenza di distacco della retina, un evento grave che è una delle cause più diffuse di perdita della vista. Secondo uno studio statunitense – pubblicato su ‘Scientific Reports’ – effettuato su oltre 85 milioni di persone, chi ha una miopia elevata il rischio di distacco retinico cresce di 39 volte, nei miopi più lievi è comunque triplo rispetto alla norma. Senza contare infine l’ansia e il disagio che derivano dal vedere male, più o meno sfocato, il mondo intorno a noi: un aspetto questo a volte sottovalutato ma da tenere invece presente.
Cos’è la miopia e quali sono i sintomi
La miopia è il difetto della vista più diffuso: il soggetto vede bene da vicino ma tutto sfocato, in modo più o meno accentuato, da lontano. La causa è un difetto nella rifrazione della luce, che cade su un piano posto davanti alla retina invece che dietro.
Diversi i motivi per cui può accadere ciò:
• bulbo oculare più lungo del normale
• curvatura della cornea o del cristallino maggiore della norma
• eccessivo potere di rifrazione del cristallino
• genetica
• traumi
• farmaci o condizioni cliniche come l’iperglicemia
• stili di vita errati
Quali sono invece i sintomi della miopia?
• visione sfocata guardando lontano
• necessità di strizzare gli occhi per ‘mettere a fuoco’
• col buio il disturbo peggiora
• affaticamento degli occhi con conseguenti mal di testa, bruciori e fastidi di vario genere
Una ‘miopidemia’
Si stima che nel mondo 2,6 miliardi di persone soffrano di questo difetto della vista, il 30% della popolazione europea. Ma la cosa ancora più preoccupante è che se attualmente è miope un under 14 su 3, nel 2050 lo sarà 1 su 2. In pratica è in corso una ‘miopidemia’, ovvero un’epidemia di miopia, come la chiama Paolo Nucci, docente di Oculistica all’università Statale di Milano, che lo ha ribadito recentemente alla conferenza di presentazione del III congresso nazionale della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) che si è svolta a Roma.
Continua Nucci: “Oggi si stima che il 30-35% dei ragazzi sia miope. Negli ultimi dieci anni il numero dei bambini e degli adolescenti che vede male da lontano è raddoppiato, con una accelerazione improvvisa negli ultimi due anni”.
Ma quali sono le cause di questa impennata?
Le abitudini moderne rovinano la vista
Sembra che la colpa della miopidemia siano alcune abitudini sviluppate dalle civiltà contemporanee, ma anche conquiste come l’istruzione per tutti. “A far male ovviamente è passare troppo tempo concentrati su libri e video, e stare pochissimo all’aperto“, spiega in modo chiaro Nucci. Quindi, sul banco degli imputati c’è anche lo studio, che costringe a leggere per molto tempo.
Ma se questa non è certamente qualcosa su cui si possa tornare indietro, il discorso è ben diverso per quanto riguarda il telefonino, il cui uso si protrae per ore e ore e oltretutto a distanza ravvicinatissima (il che causa anche problemi di postura, costringendo il collo e la testa sempre piegati in giù), o la tv. Ridurre il tempo passato davanti alla televisione, al tablet o al telefonino fa bene da qualsiasi punto di vista, e sarebbe sicuramente possibile farlo visto che spesso si tratta di attività inutili o addirittura dannose. E quindi rinunciabili.
Come contrastare la miopia
Per contrastare la miopia, la soluzione degli oculisti è molto semplice (ma non facile, a quanto pare):
• innanzitutto, è fondamentale stare all’aria aperta, in modo che gli occhi si sforzino meno perché devono guardare lontano e non sono costretti all’iperaccomodazione come accade davanti a un display. Altro vantaggio dell’abbandonare le 4 mura di casa: i raggi del sole stimolano la produzione di dopamina, sostanza in grado di inibire le metalloproteasi, un enzima che rendendo la sclera più elastica favorisce l’allungamento del bulbo oculare e la miopia
• fare sport, sempre per agevolare lo sguardo da lontano. Ideale il tanto amato calcio
• screeening obbligatori a partire dai tre anni
• scuole che stimolino le attività all’aria aperta
• un più largo uso di terapie, ottiche e farmacologiche in grado di frenare l’evoluzione della patologia. A tal proposito specifica Scipione Rossi, segretario Siso e direttore dell’Unità complessa di Oculistica dell’ospedale S. Carlo di Nancy di Roma: “Quando la prevenzione e i comportamenti adatti a evitare l’insorgere della miopia o il suo peggioramento non bastano possiamo ricorrere a speciali lenti da occhiale che servono per bloccare la progressione della miopia: in associazione a un collirio a base di atropina molto diluita possono bloccarne la progressione e – in qualche caso – anche bloccarla. Ma se non si fa nulla, se il difetto non viene scoperto e curato, diventerà miopia degli adulti, con tutti i costi sociali che comporta”
• e per tutti coloro che lavorano al computer, rimane sempre valido il consiglio di fare un quarto d’ora di pausa ogni ora. Se proprio non è possibile, almeno staccare gli occhi dallo schermo per 20 secondi guardando un punto lontano.
Un ultimo aspetto sottolineato dagli esperti riguarda le politiche sanitarie: “Noi oculisti sappiamo cosa sta succedendo. Ma assurdamente non abbiamo dati precisi sull’impennata di miopia infantile, perché nel nostro Paese, e in tutta Europa, non esiste un sistema di sorveglianza epidemiologica del disturbo. Il che è grave, perché finché non si hanno le dimensioni del fenomeno si tende a sottovalutarlo e a non mettere in atto contromisure”, conclude Nucci.
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