Denatalità, Sistema sanitario nazionale a rischio: analisi e previsioni
- 26/04/2024
- Welfare
“Guardare al Giappone per le politiche sugli anziani e alla Francia per quelle per i giovani”. Questo è quello che propone Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma, in un’intervista all’Adnkronos Salute. A poche settimane dagli Stati generali della natalità 2024, in programma a Roma il 9 e 10 maggio, una riflessione su quello che sta succedendo sul piano demografico in Italia è necessaria anche in relazione ad un “irreversibile declino quantitativo della popolazione” che riguarderà “la sostenibilità di un sistema sanitario pubblico”, le cui conseguenze si prevedono essere “catastrofiche”. Dello stesso pare è Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa, la preoccupazione cresce: vediamo insieme analisi e previsioni.
“Necessarie misure emergenziali”
A parlare sono i numeri: nel 2050 ci sarà 1 giovani per ogni 3 anziani. Questo apporterà delle conseguenze a sistemi di welfare, compreso quello sanitario. “Qualsiasi Paese prenderebbe misure emergenziali – sostiene il dott. Ricciardi -. Invece concrete iniziative politiche non se ne vedono da noi. Di fatto la famiglia è lasciata sola”. Ma non è così dappertutto, “basterebbe vedere le politiche sociali fatte dai Paesi del Nord Europa”, aggiunge Ricciardi, ribadendo che il fenomeno in Italia “ormai è irreversibile, ma serve mettere mano rapidamente almeno ad azioni per la mitigazione delle conseguenze. In particolare, sostenendo le famiglie, ma con politiche serie complessive: da una parte bisogna incentivare la natalità, dall’altra bisogna mettere in moto dei meccanismi, per esempio di gestione dell’immigrazione”.
La combinazione che mette più a rischio questo tipo di comparto, secondo il dottore, è quella tra fiscalità, demografia e epidemiologia. “L’unico Paese comparabile all’Italia, per l’invecchiamento della popolazione, è il Giappone, ma quel Paese sta combattendo il problema sia con una grande rivoluzione tecnologica, sia con una grande prioritarizzazione dei servizi sociali. Dovremmo guardare al Giappone per quanto riguarda le politiche per gli anziani e alla Francia per le politiche per i giovani e le nuove famiglie“.
Invecchiamento della popolazione
Sulla stessa linea d’onda è l’analisi di Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa, che all’Adnkronos Salute ha ribadito: “Una famiglia con un over 75 ha un rischio più alto di andare incontro a spese catastrofiche”. L’invecchiamento della popolazione, infatti, è tra le principali cause del presagio negativo che si preannuncia.
Un’Italia con sempre meno figli e una popolazione anziana che aumenta, “avrà un peso determinante sul welfare, ma soprattutto sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Quello che oggi conosciamo non reggerà all’impatto e sarà necessario il contributo dell’assistenza complementare che dovrà sopperire alle carenze del Ssn che già oggi è in difficoltà con le liste d’attesa e in futuro dovrà aumentare i servizi del 30-40% per dare una risposta ad una popolazione prevalentemente anziana, si spera in buona salute, ma con malattie croniche”.
“Recentemente abbiamo pubblicato un’analisi sull’impatto delle spese sanitarie delle famiglie quando nel nucleo c’è un over 75 – ha ricordato Maruotti – Esce un quadro molto allarmate: chi ha un anziano a casa ha il 50% di rischio in più di andare incontro a ‘spese catastrofiche’ rispetto – a parità di tutte le altre condizioni – di chi non ne ha. Vuol dire che una fetta importante delle spese mensili per curarsi, al netto di quelle alimentari, vanno sull’assistenza sanitaria”.
Un altro dato sul quale Maruotti ha posto l’attenzione è il rischio d’impoverimento di queste famiglie che, “spendendo di più ‘out of pocket’ per le cure – continua lo statistico – potrebbero scendere sotto la soglia di povertà e questo poi porta a cambiare le abitudini alimentari con evidenti ripercussioni sulla qualità della vita e sul rischio di ammalarsi”.
C’è poi anche un altro fronte: l’indice di diseguaglianza generazionale. Secondo dati Oecd, per ogni euro in welfare per i giovani “ne diamo sette per gli anziani, questo non fa che aumentare il divario tra generazioni”, avverte Maruotti. Come si dovrebbe intervenire per rimettere in equilibrio il sistema?
“Con un welfare più forte, l’assegno unico per i figli indipendente dall’Isee – risponde l’esperto – mettere i giovani in condizioni di fare i figli aiutandoli con asili nido, flessibilità al lavoro. I miei colleghi in Norvegia e in Germania fanno figli, mentre qui in Italia è sempre più difficile. L’Italia sta vivendo un declino demografico e non possiamo far finta che questo non avrà, anzi già ha, un effetto sull’economia e la società”.
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