Come proteggere i bambini dai malanni invernali: guida pratica
- 31/10/2024
- Giovani
L’autunno sta ormai per cedere il passo all’inverno, e con esso le temperature più miti si trasformeranno in un freddo pungente. Il passaggio da una stagione all’altra porta con sé non solo il cambiamento del paesaggio e l’arrivo di profumi tipici come quello delle castagne arrostite, ma anche la riemersione di malanni di stagione, che colpiscono in particolare i bambini. Con l’aria fredda e secca, le porte del contagio si aprono, e i virus respiratori iniziano a proliferare. A tal proposito, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha recentemente pubblicato una guida esaustiva su come prevenire e affrontare i principali disturbi respiratori che affliggono i più piccoli durante i mesi invernali. Dalla tosse al mal di gola, dal raffreddore all’influenza, la salute dei bambini è un tema cruciale, soprattutto considerando che, lo scorso anno, circa 15 milioni di italiani sono stati colpiti da influenza e sindromi parainfluenzali, con un terzo di essi costituito da bambini e ragazzi.
La prevalenza delle malattie respiratorie
I malanni di stagione sono una costante nelle famiglie italiane, e i numeri parlano chiaro: i virus respiratori colpiscono ogni anno centinaia di milioni di persone nel mondo, con picchi di contagio che si concentrano nei mesi più freddi. I medici del Bambino Gesù avvertono che i principali responsabili di queste malattie includono il rhinovirus, il coronavirus, i virus influenzali e parainfluenzali, nonché l’adenovirus e l’enterovirus. Questi virus si diffondono facilmente attraverso l’inalazione delle goccioline respiratorie infette o il contatto con superfici contaminate, rendendo la prevenzione fondamentale.
La sintomatologia è spesso simile, ma varia in intensità: i più piccoli possono manifestare mal di gola, tosse persistente, febbre, naso che cola, e nei casi più gravi, dolori articolari e gastrointestinali. Durante la scorsa stagione epidemica, l’ospedale ha registrato oltre 13mila accessi in pronto soccorso per infezioni respiratorie acute e circa 1.500 ricoveri, di cui circa 100 in terapia intensiva.
Non tutte le malattie respiratorie hanno lo stesso decorso stagionale. Gli specialisti evidenziano che i picchi di influenza si concentrano generalmente tra dicembre e febbraio, mentre i casi di raffreddore si intensificano per tutta la stagione invernale. La bronchiolite, causata dal virus respiratorio sinciziale, si manifesta prevalentemente tra novembre e marzo, mentre i virus parainfluenzali tendono a emergere con maggiore frequenza durante la primavera e l’estate. Questa variabilità stagionale implica la necessità di un’adeguata preparazione e consapevolezza da parte dei genitori, affinché possano riconoscere tempestivamente i sintomi e agire di conseguenza.
La prevenzione come prima linea di difesa
La prevenzione è senza dubbio l’arma migliore per proteggere i bambini dai malanni invernali. Gli esperti del Bambino Gesù sottolineano che il rispetto delle norme igieniche è fondamentale. Con l’arrivo del freddo, i bambini trascorrono più tempo in spazi chiusi, dove il ricambio d’aria è limitato, aumentando così il rischio di contagio. Lavarsi frequentemente le mani, coprire naso e bocca con un fazzoletto o il gomito durante gli starnuti, e ridurre il contatto tra mani e occhi, bocca e naso sono comportamenti che possono contribuire a diminuire il rischio di malattie.
In aggiunta alle pratiche igieniche, è essenziale mantenere un corretto stile di vita. Un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, aiuta a rinforzare le difese naturali dell’organismo. Gli specialisti raccomandano anche di mantenere i bambini idratati, poiché l’adeguata assunzione di liquidi è cruciale, soprattutto in presenza di infezioni respiratorie.
La vaccinazione rappresenta un altro pilastro fondamentale della prevenzione. Quest’anno, la campagna vaccinale antinfluenzale è iniziata il 1° ottobre, e il vaccino è raccomandato a tutti i bambini dai 6 mesi fino ai 7 anni, così come a ragazzi e adulti con patologie croniche, donne in gravidanza e tutte le persone sopra i 60 anni. Inoltre, per la prima volta, è disponibile un nuovo anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale, che ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di malattie gravi nei bambini sotto i 2 anni, un dato cruciale considerando che negli ultimi anni si sono registrati oltre 15mila ricoveri in Italia per bronchiolite, di cui circa 3mila in terapia intensiva.
La gestione dei sintomi e quando consultare il pediatra
Nonostante le migliori pratiche preventive, è inevitabile che alcuni bambini possano ammalarsi. La gestione dei sintomi è quindi un aspetto cruciale. La maggior parte delle malattie respiratorie invernali si presenta con sintomi comuni: raffreddore, mal di gola, tosse e febbre. Queste affezioni generalmente si risolvono da sole in pochi giorni, ma è essenziale fornire un adeguato supporto al bambino durante la malattia. L’ospedale Bambino Gesù consiglia di tenere il bambino a riposo e di somministrare farmaci per il controllo della febbre, come il paracetamolo, che ha proprietà antifebbrili e antidolorifiche, risultando una scelta sicura e efficace.
In caso di raffreddore, i lavaggi nasali possono essere un’ottima soluzione per liberare le vie aeree superiori e facilitare la respirazione, soprattutto nei neonati e nei bambini molto piccoli. L’utilizzo di una soluzione salina per i lavaggi nasali può migliorare il comfort del bambino e contribuire a una migliore gestione dei sintomi. È importante eseguire i lavaggi nasali nei momenti opportuni, come prima delle poppate o prima di dormire, per massimizzare i benefici.
Tuttavia, è fondamentale che i genitori prestino attenzione allo stato di salute generale del loro bambino. Non esiste un singolo sintomo che debba destare preoccupazione, ma è necessario considerare il quadro complessivo. La febbre, in particolare, è un segno che l’organismo sta combattendo un’infezione virale e non deve essere vista come un motivo di panico. Al contrario, il pediatra deve essere contattato se si notano cambiamenti significativi nel comportamento del bambino, come un’improvvisa perdita di appetito o una diminuzione della mobilità.
La situazione diventa ancor più delicata quando si ha a che fare con bambini fragili, per i quali i fattori di rischio aumentano notevolmente. Condizioni preesistenti come prematurità, cardiopatie congenite o immunodeficienze richiedono una particolare attenzione e una tempestiva consultazione con il pediatra. È fondamentale garantire una valutazione medica nei casi in cui il bambino presenti segni di grave malessere o difficoltà respiratoria.
In questi contesti, il consiglio di prevenzione rimane prioritario, ma l’accesso tempestivo a cure mediche adeguate è altrettanto cruciale. I genitori non devono temere di contattare il pediatra, specialmente quando il loro bambino presenta sintomi preoccupanti o se si nota una grave alterazione del suo stato di salute.
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