L’esperto: “Chi è contro l’educazione sentimentale lavora per YouPorn”
- 20/12/2023
- Giovani
“Chi è contro l’educazione sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado lavora consciamente o inconsciamente per YouPorn e la pornografia in rete. Senza se e senza ma”. Un’opinione forte, da una parte provocatoria, quella espressa dal sessuologo Emmanuele Jannini, presidente dell’Accademia italiana della salute della coppia (Aisc), nel corso del webinar dal titolo “La medicina al maschile tra fertilità e malattie sessuali” promosso da Motore Sanità.
Non solo, rincara Jannini: “Chi è contro l’educazione sentimentale che cambi il passo alla mentalità patriarcale, centrata sul maschio e sul suo potere rispetto alle donne e alle differenze di genere, è a favore dei violentatori e degli abusatori. Senza se e senza ma”. E’ invece necessario, secondo l’esperto, un adeguato insegnamento nelle scuole e anche nelle università: “Se c’è interesse al miglioramento della salute sessuale e riproduttiva della gente, deve essere resa ovviamente obbligatoria la medicina della sessualità, come la cardiologia, la neurologia, la medicina legale o l’anatomia, nelle scuole di medicina di tutta l’Italia. Chi è contrario, per qualsiasi motivo, deve tacere perché evidentemente non è interessato a nessun livello di salute sessuale e riproduttiva”.
I concetti fondamentali da cui partire, per Jannini, sono
• scuola
• educazione sessuale
• lotta al patriarcato in ogni forma
• formazione specifica del medico prima di tutto, ma anche dello psicologo, a livello universitario.
Un dato interessante, tra l’altro, è che l’Italia è un grande consumatore di porno online, addirittura il sesto al mondo nel 2022 per ‘utilizzo’ di Pornhub, il portale di materiale pornografico più frequentato del globo. E che secondo uno studio americano, anch’esso riferito al 2022, il 73% degli adolescenti tra i 10 e i 17 anni consuma porno on line, con un primo approccio già a 12 anni. Per l’Italia non sono disponibili studi specifici ma si possono ipotizzare percentuali analoghe se, come ha affermato la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella in occasione dell’approvazione del Dl Caivano, “l’età di accesso ai siti porno è di 6-7 anni“.
Cosa prevede il ‘Piano Valditara’ sull’educazione sentimentale
Le parole di Jannini si inseriscono in un contesto, quello italiano, dove il dibattito sull’educazione sessuale nelle scuole, o almeno all’affettività, è particolarmente acceso. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere programmi dedicati, laddove ad esempio la Svezia ne dispone dal 1955, la Germania nel 1969, la Francia dal 1998. In Italia le resistenze sono prima di tutto sociali, politiche e culturali, legate a pregiudizi e stereotipi spesso condivisi dagli stessi genitori, da una parte preoccupati dal fatto che questi temi, indubbiamente delicati, entrino nelle aule ma dall’altra incapaci di parlarne in prima persona con i propri figli.
L’educazione all’affettività è connessa anche al problema della violenza di genere, ecco perché a fine novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con i colleghi Roccella (Pari opportunità) e Sangiuliano (Cultura) ha presentato il Piano ‘Educare alle Relazioni’, che in sintesi prevede l’introduzione nelle scuole superiori di un’ora in classe – in orario extracurricolare – con psicologi e influencer, per dodici incontri annuali.
“Il progetto ‘Educare alle relazioni’ vuole contribuire a sradicare quella cultura maschilista che è ancora residua all’interno della nostra società”, ha puntualizzato nei giorni scorsi il ministro nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
“Vogliamo incidere sugli aspetti culturali della società: innanzitutto sulle materie disciplinari, partendo anche dalla scuola primaria. Deve emergere la cultura del rispetto della donna. – ha aggiunto -. Poi c’è il tema dell’educazione civica che coinvolge già i bambini della scuola primaria. In via sperimentale poi, faremo dialogare i ragazzi: ci sarà il loro coinvolgimento in prima persona, il loro prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e parlare delle loro esperienze con il moderatore che sarà un docente della classe, che sarà retribuito”.
‘Educare alle relazioni’ va avanti, ma senza le garanti
Ma le polemiche non si fermano, anzi si sono rinfocolate in questi giorni con la nomina di Anna Paola Concia, politica e attivista, tra le garanti del progetto ‘Educare alle relazioni’. “Il timore è che, inserendo come una delle tre coordinatrici una personalità come la Concia, che evoca di più l’impegno Lgbtqi+ che quello contro la violenza sulle donne, ingenera il giustificato timore che si possa aprire un varco a quella deriva ideologica della propaganda gender che non deve e non dovrà mai entrare nelle scuole italiane”, ha osservato la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni.
Dopo questa e altre critiche arrivate da Lega e Fratelli d’Italia, Valditara ha fatto un passo indietro: “Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il progetto andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”.
‘Educare alle relazioni’ dunque procede, fino alla prossima polemica.
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