La trap parla alla Generazione Z, con o senza autotune
- 01/08/2023
- Giovani
Samuele Bersani ha lanciato una frecciatina contro la musica trap. Il cantautore riminese non ha usato mezze misure dopo la stecca di Sfera Ebbasta tradito dalla tecnologia: “Mi hanno girato un video, dove a uno di questi semidei contemporanei della rima ‘cantata’ si stacca l’autotune per qualche secondo sul palco, ed è stato come vedere Icaro colare a picco. Hai voglia a sbattere ali di cera…”, ha scritto su Instagram.
Eppure, la sensazione è che ai giovanissimi non interessino (più) le doti canore o la melodia. Si affidano a una sorta di nichilismo artistico per fuggire da una realtà che non offre punti di riferimento. Non a caso la trap, in Italia ma non solo, è il genere di gran lunga preferito dalla Generazione Z (ovvero chi è nato tra il 1997 e il 2012).
L’ultimo report di Spotify Wrapped sugli artisti più ascoltati in Italia nel 2022 traccia un netto predominio della trap, seguita da hip hop e urban in generale.
Al primo posto c’è proprio Sfera Ebbasta, nonostante non pubblichi un disco dal 2020. A seguire Thasup, mentre il primo a superare i 30 anni è Marracash. Fa riflettere il dato su Baby Gang che si colloca al sesto posto di questa speciale classifica nonostante i suoi problemi legali. Chiudono la top 10 Rkomi, Madame, prima ragazza a far parte della lista, Gué Pequeno e Shiva.
Si intreccia con la trap l’emo rap, il genere che dal 2018 è più cresciuto su Spotify a livello mondiale. La sua crescente popolarità su TikTok, fa pensare che dietro questa esplosione di streaming ci sia la Gen Z: “È un genere per giovanissimi, non c’è dubbio. Penso che i fan inizino a seguirlo a 10-11 anni, che è poi l’età in cui generalmente i ragazzini ricevono il loro primo iPhone o almeno iniziano a sentire queste star del rap a scuola”, dice Justin Staple, regista di video musicali di Los Angeles, ripreso da rollingstone.it Il nome di questo genere richiama alla musica emo, genere che si è affermato fino ai primi anni Duemila, le cui note e i cui testi erano spesso collegati a disagi emotivi, grave depressione e uso di droghe.
Di cosa parlano i pezzi trap
Rabbia, delusione, attimi di felicità, noia, senso di smarrimento, ricchezza ostentata, droghe, alcool e malavita: di questo parlano i testi delle canzoni trap. Niente che non sia stato già trattato dalla musica precedente, ma a fare la differenza sono l’enorme spazio che trovano questi temi nei testi più ascoltati dalla Gen Z e l’utilizzo di un linguaggio nudo e crudo.
I giovanissimi hanno maturato un grande senso di diffidenza verso tutto ciò che è costruito, per questo prediligono un linguaggio autentico che si allontana dalle allusioni, dalla poesia e dalle metafore, per trattare un tema come farebbero tra di loro. I testi di questo genere musicale sono caratterizzati anche dall’uso di termini osceni e offensivi nei confronti delle donne, descritte come mero oggetto sessuale.
Per trovare l’origine del termine “trap” bisogna tornare agli anni ’90, quando negli Stati Uniti la parola veniva utilizzata per descrivere un luogo in cui vengono vendute droghe: le trap house, appartamenti abbandonati e degradati nei sobborghi di Atlanta. Nello slang “trapping” significa “spacciare”, mentre la traduzione letterale di “trap” è “trappola”, “inganno”, che è infatti una tematica molto presente nei testi trap. Disillusi, scollegati e senza punti di riferimento, i ragazzi vivono il mondo esterno e la società come un grande inganno e la musica trap diventa sia un sintomo che un modo per urlare al mondo il loro profondo senso di insoddisfazione.
Le figure più frequenti nei testi trap, accanto a spacciatori e altri piccoli criminali, sono ragazzi e ragazze che ostentano la propria ricchezza indossando vestiti o gioielli di lusso, alla guida di super car, o a mollo nella piscina della propria villa. Allora perché spesso ad ascoltare questi testi sono giovani che non possono permettersi nulla di tutto ciò? Perché condividono con l’artista un profondo sconforto verso la società che ha annacquato i valori immateriali. Una società moralista fatta di buoni precetti, ma di pochissimi esempi. Insomma, dietro l’ostentazione della ricchezza materiale potrebbe nascondersi la denuncia della povertà d’animo.
Secondo un sondaggio del Financial Times, la sensazione più diffusa nelle nuove generazioni è proprio il senso di sfiducia che deriva dalla non percezione della meritocrazia e dalla paura per il futuro del clima e dell’ambiente. “Nell’abisso di Xanax per dormire e cancellare/ E allora casco giù perché / Se ci fosse una strada per risalire / Io la vedrei / E invece” scrive il trapper in “Abisso di Xanax”, un titolo che richiama il fenomeno dell’emo rap e i disagi mentali con cui convivono i giovanissimi.
Ansia, depressione e suicidi: come peggiora il trend tra i giovani
Il disagio individuale e sociale è sempre più marcato tra i giovani. Secondo l’Istat, nel 2021 in Italia, 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni si sono dichiarati infelici e hanno riferito di soffrire di problemi psicologici. Ogni giorno un giovane si toglie la vita nel nostro Paese, e questo fenomeno è diffuso in quasi tutti i paesi del mondo.
Secondo i Centers for Disease Control, enti governativi che monitorano la sanità pubblica negli Usa, vi è un preoccupante aumento dei comportamenti a rischio tra i giovani. Il 42% dei giovani dichiara di provare “sentimenti di tristezza e disperazione“, e questa percentuale sale al 57% tra le ragazze, rispetto al 28% di dieci anni fa. Inoltre, il 22% dei giovani ha pensato al suicidio, con un aumento al 30% tra le ragazze, rispetto al 13% di dieci anni fa.
Anche in Italia il malessere giovanile è in aumento. L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma riporta una crescita dei ricoveri in pronto soccorso per tentativi di suicidio tra i giovanissimi negli ultimi dieci anni.
La situazione è peggiorata drasticamente durante i primi due anni di pandemia. Il numero di giovani che hanno ideato o tentato il suicidio è aumentato del 75% rispetto al biennio precedente, e il 60% in più di giovani compie atti di autolesionismo. Più dell’80% dei tentativi di suicidio coinvolge bambine e ragazze, con un’età media di circa 15 anni, e persino una ragazza di 9 anni ha tentato il suicidio.
Stefano Vicari, Direttore del Reparto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù e professore dell’Università Cattolica, ha spiegato che l’ansia e la depressione sono aumentate notevolmente anche tra i bambini e gli adolescenti, con la pandemia che ha accentuato questa tendenza. Studi recenti indicano che tra il 20% e il 25% dei giovani manifesta segni di disturbo d’ansia e depressione, e in molti casi, i giovani depressi presentano comportamenti autolesionistici e tendono a ideare e tentare il suicidio.
Di seguito un estratto di “Medicine”, il primo pezzo solista di Side Baby, ex membro della Dark Polo Gang che ha lasciato il gruppo proprio per problemi con la droga: “Ho preso le mie medicine, ma non sento l’effetto. Sto seduto in piedi sul bordo del letto (non dormo). Da ragazzino in piedi sul bordo del tetto, lasciando cadere cose per sentirne l’effetto (giù giù giù). Il suicidio non lo contemplo ma ci penso spesso. Lo ammetto, ultimamente ci stavo attraverso. Depressione è una condizione, credi duri in eterno, è tutto in testa, è una battaglia col cervello”.
Alla base di questo profondo senso di frustrazione, c’è il mutamento della società in cui viviamo. Si passa sempre meno tempo insieme di persona, i giovani passano tantissimo tempo sugli smartphone e i genitori, quando ci sono, vanno troppo di corsa. Rispetto ai decenni scorsi, quando si giocava per strada, e almeno un genitore era sempre a casa, i giovani sono spesso abbandonati a loro stessi e affidano ai social e alla musica il loro malessere.
Ancora una volta facciamo parlare i dati di consumo, questa volta utilizzando i risultati del Culture Next, il report annuale di Spotify sulle tendenze di Millenials e Gen Z. Il report rivela che la Generazione Z in Italia ha più probabilità rispetto ai Millennial di descriversi come “stressata” (70% contro il 53%). Si tratta, bisogna specificare, delle due generazioni che più soffrono di problemi legati a stress e ansia. Non a caso, i podcast dedicati alla salute mentale hanno avuto una notevole impennata di interesse in Italia con un incremento del 73% solo nel primo trimestre del 2022, rispetto al 2021.
Cercando “trap” su google, il motore di ricerca suggerisce “Perché la trap non è musica?”. Qualsiasi sia la risposta, non interesserà ai giovanissimi che nella musica non cercano l’arte, ma la fine della loro angoscia.
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