Ansia e depressione affliggono la metà dei giovani italiani
- 30/05/2024
- Giovani
L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 ha lasciato un segno profondo tra i giovani italiani, generando un aumento significativo dei casi di ansia e depressione. Secondo il rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid-19”, elaborato in collaborazione con Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale per i Giovani, il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di aver sofferto di questi disturbi, mentre il 62,1% ha modificato la propria visione del futuro.
L’impatto della pandemia sui giovani
La pandemia ha accentuato le vulnerabilità già presenti tra gli adolescenti, che si trovano in una fase critica della vita in cui stanno costruendo la propria identità e visione del futuro. L’isolamento sociale imposto dalle misure sanitarie ha aggravato queste difficoltà, impedendo ai giovani di beneficiare del sostegno dei pari e dell’ambiente scolastico, elementi cruciali per il loro benessere psicologico.
Il rapporto evidenzia che, sebbene tutti gli italiani abbiano subito un impatto psicologico durante la pandemia, i giovani sono stati colpiti in modo sproporzionato. Tra gli adulti, il tasso di disturbi psicologici è significativamente inferiore rispetto a quello registrato tra i giovani, con un’incidenza media di poco più di uno su cinque per gli adulti, mentre per i ragazzi under 37 si sale al 44,6% e addirittura al 49,4% tra i 18 e i 25 anni.
Il progetto “Mi vedete?”
In risposta a questa emergenza, è stato lanciato il progetto “Mi vedete?”, con l’obiettivo di intercettare e prevenire il disagio giovanile prima che si trasformi in un disturbo conclamato. Questo progetto, realizzato in collaborazione tra l’azienda farmaceutica Lundbeck Italia, focalizzata sui disturbi psichiatrici e neurologici, e l’azienda di consulenza Your Business Partner, ha coinvolto studenti, insegnanti, famiglie ed esperti all’interno degli istituti scolastici attraverso sei giornate incentrate sulla consapevolezza, 96 conversazioni antropologiche e sei workshop.
Durante queste attività, sono stati raccolti dati significativi, che hanno evidenziato che il 71% degli studenti intervistati dichiara di provare un disagio, mentre solo il 31% dei genitori è consapevole dei problemi dei propri figli. Questa discrepanza evidenzia l’urgenza di un intervento mirato per migliorare la comunicazione e la consapevolezza all’interno delle famiglie.
Ansia, depressione e altri disturbi
La ricerca ha anche esaminato altri disturbi comuni tra i giovani, come l’uso di sostanze, i disturbi alimentari, i problemi del sonno e il bullismo. Il 54% degli studenti ha riportato l’uso di sostanze, mentre il 38% ha riferito esperienze di disturbi alimentari. I problemi del sonno sono diffusi tra il 63% degli studenti, ma solo il 19% delle famiglie ne è consapevole. Inoltre, il 38% dei giovani ha subito episodi di bullismo.
Questi dati mostrano una chiara discrepanza tra la percezione dei giovani e quella degli adulti. Mentre i ragazzi riportano alti livelli di disagio e comportamenti problematici, la consapevolezza da parte degli adulti è limitata. Questo divario di percezione sottolinea la necessità di interventi educativi e di sensibilizzazione rivolti a tutte le parti coinvolte.
La necessità di un’azione congiunta
La prevenzione nelle scuole è considerata un elemento centrale per sviluppare una cultura della salute mentale, ancora oggi scarsamente diffusa. È fondamentale fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per sviluppare un benessere mentale e favorire un equilibrio nelle relazioni sociali, familiari e scolastiche.
L’istituzione dell’Osservatorio Welfare e i lavori del Tavolo tecnico sulla Salute mentale del Ministero della Salute sono passi importanti verso la promozione di un nuovo piano d’azione nazionale per la salute mentale, con particolare attenzione all’età evolutiva e alla transizione all’età adulta.
Attraverso l’iniziativa “Mi vedete?” sono state messe in luce le necessità degli studenti e raccolti dati significativi sui disagi che vivono quotidianamente. Questo progetto rappresenta un punto di partenza per disegnare un modello di ascolto e lettura dei disagi adolescenziali, permettendo di dare risposte tempestive con il coinvolgimento di figure professionali adeguate.
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