Diritti dei bambini, oggi la giornata mondiale. A che punto siamo?
A che punto sono i diritti dei bambini e dei ragazzi nel mondo? Una domanda che nasce più che spontanea in un periodo storico caratterizzato dalla crisi climatica e da drammatici conflitti come quelli in Ucraina e nella Striscia di Gaza. La Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, che si celebra il 20 novembre, è l’occasione giusta per ricordare che i ‘fanciulli’ (così l’Onu definisce ogni persona sotto i 18 anni) devono essere protetti, i loro diritti assicurati e resi concreti. I diritti dei bambini infatti sono diritti umani. Eppure, ancora oggi in molte parti nel mondo questi diritti sono sotto attacco o addirittura calpestati.
Quando si festeggia la Giornata internazionale dei diritti dei bambini?
La Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza cade ogni 20 novembre, in ricordo dell’adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1959, della Dichiarazione dei diritti del fanciullo; un percorso culminato poi lo stesso giorno di 30 anni dopo, nel 1989, nella Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza. Un atto fondamentale che per la prima volta ha reso bambini e bambine portatori di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. E che ha anche stabilito che i minori devono avere una voce e dunque devono essere resi consapevoli dei loro diritti.
Perché è stata istituita la Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza?
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, e di conseguenza la giornata a loro dedicata, nascono con l’obiettivo di promuovere la solidarietà internazionale, la consapevolezza tra i bambini di tutto il mondo e il miglioramento del loro benessere. Ad oggi l’accordo è stato ratificato da 196 Stati, con un’assenza eccellente: gli Stati Uniti. L’Italia lo ha fatto il 27 maggio 1991 con la legge 176, mentre l’ultimo Paese ad aver ratificato la convenzione è stata la Somalia.
Quali sono i diritti fondamentali dei bambini?
La Convenzione individua quattro principi fondamentali di tutti i diritti:
• il diritto alla non discriminazione, e quindi alla parità di trattamento, indipendentemente da sesso, provenienza, lingua, religione o colore (art.2)
• il rispetto del superiore interesse del bambino (art.3)
• il diritto alla vita, alla sopravvivenza e a un corretto sviluppo (comprende l’accesso alle cure sanitarie e all’istruzione, la protezione dagli abusi e dallo sfruttamento: art.6)
• il diritto all’ascolto e alla partecipazione (art. 12)
Questi quattro principi trovano svolgimento nei 54 articoli dell’accordo, che stabiliscono e mirano a proteggere 10 più importanti diritti dei bambini, che gli Stati si impegnano a perseguire e garantire:
• Diritto a giocare
• Diritto al cibo
• Diritto di avere una casa
• Diritto alla salute (benessere fisico, mentale e sociale)
• Diritto all’educazione (istruzione)
• Diritto alla vita e di avere una famiglia
• Diritto di avere un nome, un cognome e una cittadinanza fin dalla nascita
• Diritto all’uguaglianza
• Diritto di esprimere la propria opinione
• Diritto a non lavorare
La giornata mondiale dei diritti dei bambini 2023
Il claim della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia 2023 è ‘For every child, every right’, traducibile come ‘A ogni bambino, ogni diritto’. L’Unicef, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, che ha l’obiettivo di contribuire alla sopravvivenza, alla protezione e allo sviluppo delle potenzialità di ogni bambino e bambina, quest’anno si concentra sulla pace: ‘For every child, peace: ogni bambino, ovunque, ha diritto a vivere in un mondo in pace’.
La pace dunque è il tema caldo del 2023, anno in cui crisi umanitarie già in corso si sono protratte e nuove ne sono cominciate. L’Unicef si rifà esplicitamente all’art. 38 della Convenzione, secondo cui ogni bambino ha diritto a essere protetto dalla guerra. Un diritto che si porta dietro tutti gli altri, in primis quelli a una nutrizione adeguata, alla sopravvivenza, allo sviluppo. I conflitti infatti sono responsabili dell’80% di tutti i bisogni umanitari e riducono le persone alla povertà estrema.
La situazione dell’infanzia nel mondo tra guerre, disastro climatico e povertà
La situazione dei minori nel mondo decisamente non è buona , nonostante decenni di accordi e proclami.
L’Unicef ricorda che più di 400 milioni di bambini nel mondo, 1 su 6, vivono in aree di conflitto e che, secondo le Nazioni Unite, tra il 2005 e il 2022, almeno 120mila bambini sono stati uccisi o mutilati dalle guerre nel mondo. I conflitti impattano innanzitutto in modo diretto: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha identificato e condannato sei gravi violazioni a danno dei bambini in tempo di guerra: uccisioni e menomazioni; reclutamento e utilizzo nelle forze armate o nelle milizie; attacchi a scuole ed ospedali; stupri e altre forme di violenze sessuali gravi; rapimenti e negazione dell’aiuto umanitario.
Ma impattano anche in modo ‘indiretto’: 30 milioni di minori sono sfollati a causa delle guerre. Inoltre questi bambini hanno più del doppio di probabilità rispetto a quelli che vivono in pace di essere denutriti e senza acqua pulita, il doppio delle probabilità di morire prima dei cinque anni, e più del triplo di non andare a scuola.
L’Unicef, nel suo recentissimo focus sulle aree attualmente particolarmente ‘calde’, sottolinea come dal 7 ottobre al 15 novembre nella Striscia di Gaza siano stati uccisi 4.609 bambini e feriti oltre 9.000. In Ucraina invece, all’8 ottobre, più di 1.750 bambini hanno perso la vita o hanno riportato ferite. Infine, in Siria, dopo oltre 12 anni di conflitto, 7 milioni di minori necessitano di assistenza umanitaria, mentre il Sudan realizza il triste primato della più grande crisi di bambini sfollati al mondo: 3 milioni.
Oltre ai conflitti, i minori affrontano molte altre sfide, che non hanno causato e che di fatto subiscono senza poter fare nulla.
• Oltre 1 miliardo di bambini, quasi la metà della popolazione infantile mondiale, vive in Paesi a ‘rischio estremo’ di soffrire gli impatti del cambiamento climatico . Un rischio che appartiene già al presente ma che allunga la sua ombra sul futuro, ponendo anche una questione di giustizia intergenerazionale: la crisi climatica è una crisi dei diritti dei minori.
• Un bambino su sei nel mondo vive in povertà estrema. Circa 333 milioni di minori sopravvivono con meno di 2,15 dollari al giorno e la malnutrizione rimane una delle cause principali di mortalità infantile: oltre 13,5 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano di morire di fame. Non solo: ogni giorno, oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa dell’acqua contaminata.
• Un ruolo altrettanto importante di guerre e riscaldamento globale è giocato dalle crisi sanitarie. Una per tutte, la pandemia da Covid-19 ha messo in luce gravi carenze nella preparazione sanitaria in tutto il mondo, non solo nelle aree povere, e ha compromesso i progressi che pure erano stati ottenuti negli ultimi anni.
• E ancora. Secondo dati Save the Children, sono 160 milioni i minori tra i 5 e i 17 anni imprigionati nelle maglie dello sfruttamento lavorativo. Un problema che nei Paesi poveri riguarda oltre il 20% dei più giovani .
• Infine, i tassi di matrimonio infantile sono diminuiti dal 1990, ma 12 milioni di ragazze ogni anno vanno ancora incontro a nozze premature. Senza cambiamenti, entro il 2030 altri 100 milioni di giovanissime seguiranno questa strada.
I diritti dei bambini in Italia
In Italia, secondo Save the Children, quasi un milione e quattrocentomila bambini vive in povertà assoluta. Uno scenario poco onorevole, confermato dai dati Eurostat che evidenziano come 2,85 mln di bambini siano esposti a povertà ed esclusione sociale , quasi il 30% del totale. Non che in Europa la situazione sia più rosea: è a rischio povertà o esclusione sociale 1 minore su 4 (19,6 mln).
Sicuramente la pandemia ha accentuato le questioni sociali già esistenti, rendendo ancora più stretto il legame tra diseguaglianze e problemi di salute: una combinazione che non risparmia i minori, che anzi si trovano in una condizione di particolare fragilità. A questo si aggiungono i tagli all’istruzione e ai servizi di prima infanzia, e fattori globali di instabilità come la guerra in Ucraina (adesso anche quella nella Striscia di Gaza) e l’inflazione.
Insomma, siamo lontani dal migliorare davvero la vita, il benessere e la sicurezza dei bambini nel mondo ed è per questo che una giornata come quella di oggi è fondamentale anche per diffondere una cultura della protezione sia negli adulti, i soli che possano cambiare le cose, sia nei bambini e negli adolescenti, che devono essere resi partecipi e consapevoli dei lori diritti fin da piccoli in modo da poter avere veramente una voce da far sentire.
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