Parità di genere, maschi under 29 meno sensibili delle femmine
Mascolinità tossica, uguaglianza di genere, violenza e femminismo. Sono queste alcune delle tematiche al centro del dibattito sociale che anima i giovani di oggi, così come nel passato. Ma se ad ogni generazione si associa un progresso di qualche tipo, in ambito di diritti, uso di un linguaggio più inclusivo e maggior apertura su alcune tematiche, la sfida è ancora in corso.
A dimostrarlo, ad esempio, è un sondaggio condotto dal Policy Institute del King’s College di Londra e del Global Institute for Women’s Leadership in collaborazione con Ipsos Uk, dal quale è emersa una divisione di genere, più netta tra i giovani, quando si tratta di stabilire quanto sia utile il termine “mascolinità tossica“. Lo stesso è valso dinanzi alla domanda: “Il femminismo ha fatto più del bene o del male alla società?”.
Nonostante i giovani di oggi tendano ad essere più liberali che in passato, dal sondaggio rappresentativo condotto su 3.716 persone di età pari e superiore a 16 anni, è emerso che non sono così altrettanto tendenti ad una maggiore uguaglianza di genere. Ma scopriamo nel dettaglio in che misura questo fenomeno si verifica.
“Mascolinità tossica” è un termine utile?
Il 37% degli uomini di età compresa tra 16 e 29 anni ha detto che “mascolinità tossica” è un termine inutile, quasi il doppio rispetto alle donne della stessa fascia di età (19%). Al contrario, le opinioni tra i gruppi di età più avanzata variano meno in base al genere e, addirittura, uomini di età superiore hanno ritenuto inutile il termine in percentuali nettamente inferiori.
Altro dato dal quale è emerso un grande divario di genere è relativo all’opinione che essere una donna sia tendenzialmente più difficile. Il 68% delle ragazze (16-29 anni) la pensa in questo modo, contro il 35% degli uomini della stessa età. Tre giovani su dieci pensano che tra vent’anni sarà più difficile essere un uomo che una donna. D’altro canto, sono le donne di questa età (48%) che hanno maggiori probabilità di dire che tra vent’anni sarà più difficile essere una donna che un uomo, il che significa che questo gruppo più giovane è il più diviso per genere su tale prospettiva futura.
“Femminismo”, l’ideale che separa
Tra le persone di età compresa tra 16 e 29 anni, il 46% delle donne ritiene che il femminismo abbia fatto più bene che male alla società: 10 punti percentuali in più rispetto alla percentuale di giovani uomini che la pensano così (36%).
I giovani non sono più propensi degli uomini più anziani a ritenere che le pari opportunità per le donne debbano andare oltre. Il 13% del pubblico britannico nel complesso, infatti, ha affermato che i tentativi di dare pari opportunità alle donne sono andati troppo oltre, ma una quota molto maggiore, il 46%, afferma che non sono andati abbastanza lontano. Un terzo (36%) afferma che questi tentativi hanno già fatto raggiunto la parità. Dati in linea con una tendenza europea e che si sta sviluppando in altri Paesi nel mondo.
Studio e lavoro
Se si parla della parità di genere, nell’ambito della formazione e professionale, le percentuali non sono così differenti. Oltre la metà ha sostenuto che non vi siano difficoltà per le donne ad aprire una nuova impresa. Inoltre, a svolgere e portare a termini studi universitari sarebbero numericamente superiori, rispetto agli uomini.
Ma quando si parla di lavori domestici e responsabilità assistenziali, gli uomini hanno circa il doppio delle probabilità rispetto alle donne di affermare che i lavori domestici (35% contro 17%) e la cura dei membri della famiglia (29% contro 16%) sono cose che si applicano equamente a entrambi i sessi, nonostante le prove dimostrino che in realtà le donne fanno molto di più di entrambi i casi.
Il parere dei ricercatori
Il professor Bobby Duffy, direttore del Policy Institute del King’s College di Londra, ha dichiarato: “Un divario di genere è emerso tra le generazioni più giovani nella loro percezione di sé il femminismo abbia fatto più bene o male, di come sarà il futuro per uomini e donne e di termini chiave nel dibattito, come ‘mascolinità tossica’. Si tratta di un modello generazionale nuovo e insolito: normalmente, le generazioni più giovani tendono a sentirsi sempre più a loro agio con le norme sociali emergenti, poiché sono cresciute con queste come una parte naturale della loro vita. Ad esempio, nei dibattiti sull’uguaglianza del passato, ad esempio se gli uomini dovessero accettare il lavoro e le donne restare a casa, sono le generazioni più anziane ad essere più divise per genere, mentre non c’è quasi alcuna differenza tra uomini e donne nelle generazioni più giovani. Esiste però – continua il professore – una minoranza consistente, compresa tra un quinto e un terzo, che sostiene il punto di vista opposto, in netto contrasto con le giovani donne, che sono di gran lunga le più propense, indipendentemente da gruppi di età e di genere, a credere che sia più difficile essere una donna in nel Regno Unito e tale resterà anche tra vent’anni”.
“Quello a cui stiamo assistendo – ha affermato la professoressa Rosie Campbell, direttrice del Global Institute for Women’s Leadership presso il King’s College di Londra – è una polarizzazione nell’atteggiamento dei giovani uomini e donne nei confronti dell’uguaglianza di genere che corrisponde alla divisione di genere nel sostegno ai partiti nelle fasce di età più giovani, con le donne a sinistra rispetto agli uomini. Siamo appena all’inizio della comprensione delle cause di tutto ciò, ma il fatto che questo gruppo è il primo a ricavare la maggior parte delle informazioni dai social media è probabilmente almeno una parte della spiegazione”.
Gideon Skinner, responsabile della ricerca politica presso Ipsos Uk, ha concluso: “C’è un certo pessimismo sia tra i giovani uomini che tra le giovani donne riguardo al loro futuro, ma da prospettive diverse. Sia le donne giovani (che quelle di mezza età) hanno maggiori probabilità di ritenere che, nonostante i progressi del femminismo, la vita delle donne rimarrà ancora più difficile di quella degli uomini nei prossimi decenni, e che l’uguaglianza di genere deve fare ancora molto. Ma gli uomini più giovani, d’altro canto, sono più preoccupati che la vita sarà più dura per loro, e sono più incerti sui ruoli di genere maschile. La lezione è che la polarizzazione può aumentare se non prendiamo provvedimenti per comprendere queste divisioni e fare di più per migliorare le prospettive di vita dei giovani”.
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