Stessa età, idee diverse: che cos’è il nuovo divario di genere globale
Ciò che caratterizza una generazione sono idee, passioni, abitudini e costumi simili. Una spaccatura, però, sembra aver colpito la Generazione Z. Divisa in un divario di genere globale, parliamo dei nativi digitali, nati a cavallo tra la fine degli anni Novanta e il primo decennio del Duemila.
La costruzione della loro opinione pubblica si è formata in un contesto frammentato di informazioni e disinformazione, comporto da nuovi modelli e attori che hanno scombussolato politica e ideologia generale.
I membri della Gen Z condividono le stesse esperienze, si mescolano negli stessi spazi digitali e non, ma non hanno le stesse idee e il divario più grande è proprio quello di genere.
Idee: divario di genere
A spiegare come sia possibile che la Generazione Z sia iper-progressista su alcune questioni e sorprendentemente conservatrice su altre è Alice Evans. Visiting Fellow alla Stanford University, la dottoressa Evans è una delle ricercatrici più improntate sulla tematica e ha fornito un contributo in merito all’argomento.
Come riporta il Financial Times, infatti, sembrerebbe che i giovani sotto i trent’anni stiano affrontando una divergenza di genere con donne e uomini sempre più distanti tra idee e ideali. La Gen Z è composta da due generazioni, non una. Nei paesi di ogni continente si è aperto un divario ideologico tra giovani uomini e donne. Decine di milioni di persone che occupano le stesse città, luoghi di lavoro, aule e persino case non la vedono più allo stesso modo.
I dati Gallup dimostrano quanto negli Stati Uniti, dopo decenni in cui i sessi erano distribuiti equamente tra liberali e conservatrici, le donne tra i 18 e 30 anni sono ora più liberali rispetto ai propri coetanei. Lo scarto sarebbe di 30 punti percentuali al di sopra. Una panoramica europea in merito, mostra la Germania, ad esempio, con un divario tra donne e uomini, secondo cui, le donne sarebbero maggiormente progressiste. Lo stesso vale anche per il Regno Unito. In Polonia, solo un sesto delle donne al di sotto dei 25 anni sosteneva il partito di estrema destra, a differenza degli uomini di cui la metà ne era a favore.
La panoramica orientale
Dalla Corea del Sud alla Tunisia, la situazione non è poi così differente. Al di fuori dell’Occidente, infatti, le divergenze sembrerebbero essere ancora più nette. Secondo il quotidiano americano, il movimento #MeToo avrebbe fatto da spartiacque, dando origine a valori fortemente femministi tra le giovani donne che si sono sentite autorizzate a parlare contro le ingiustizie di lunga data sulle quali avevano taciuto per troppo tempo.
“Quella scintilla ha trovato terreno fertile soprattutto in Corea del Sud – scrive il giornalista John Burn-Murdoch -, dove la disuguaglianza di genere rimane forte e la totale misoginia è comune. Nelle elezioni presidenziali del paese del 2022, mentre uomini e donne più anziani hanno votato di pari passo, i giovani si sono schierati pesantemente a favore del partito di destra People Power, e le giovani donne hanno sostenuto il partito liberale democratico in numero quasi uguale e opposto”.
Quella della Corea è una situazione estrema, ma serve da monito ad altri paesi su ciò che può accadere quando giovani uomini e donne della stessa generazione trovano a scontrarsi così tanto su tematiche contemporanee e di loro interesse.
Questa fase non sembra essere destinata a finire. I divari ideologici potrebbero crescere ulteriormente incidendo sulle elezioni, su scelte politiche di rilevanza internazionale e su gli spazi da abitare, virtuali, digitali e “reali”.
Una riflessione italiana
In Italia, non è così differente la situazione anche se meno marcata che in altri Paesi del mondo. Un governo di destra con una donna che ricopre la carica di presidente è sembrato essere, presumibilmente, un compromesso ragionevole tra un progresso necessario che rallenta e un progetto di crescita economico di vedute differenti da quelle del passato.
Le nuove generazioni, nel caso nazionale, restano più lontane dalle altre piuttosto che spaccate al proprio interno. A fare paura a ricercatori e studiosi sono le tendenze che si stanno creando all’interno della Gen Z. I più giovani di questa fascia d’età sono quelli che crescono completamente distanti dai modelli principali, che sono i propri genitori, generazione completamente differente e che ha vissuto contesti sociali e culturali quasi opposti. Inoltre, una pandemia globale e due guerre da vicino, hanno dimostrato di incidere sulla percezione politica. Una disaffezione generale ai partiti, ma una maggiore attenzione alle questioni politiche con un occhio di riguardo ai diritti sociali: quella è la Gen Z italiana.
Le variabili che potrebbero aumentare un divario di genere globale e quindi che tocchi anche l’Italia, però, sono dietro l’angolo. Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza-Direzione centrale della Polizia criminale sugli omicidi volontari e violenza di genere, tra l’1 e il 21 gennaio 2024, sono stati registrati 18 omicidi, con 8 vittime donne, di cui 7 uccise in ambito familiare/affettivo.
Dall’altro lato, una maggiore attenzione da parte degli uomini a quelle che sono le tematiche di violenza e parità di genere sono dimostrate dai primissimi dati emersi da ricerche Ue sul social media listening in merito alla genitorialità, alla volontà di annientare le differenze e le disparità, dirigendosi verso nuove forme di civiltà e apertura sociale.
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