Disturbi alimentari, il Fondo diventerà strutturale
- 24/01/2024
- Giovani
Sembrerebbe essere giunta a un epilogo la polemica sorta la scorsa settimana alla scoperta che nella Legge di Bilancio 2024 mancava il rifinanziamento del Fondo per i disturbi del comportamento alimentare, senza il quale le cure e i servizi sul territorio sarebbero stati di fatto decimati. Dopo le proteste, che hanno lasciato la piazza virtuale per scendere in quella reale con manifestazioni che si sono tenute il 19 gennaio in 30 città, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato in un’intervista al Corriere della Sera che il fondo sarà strutturale.
Anzi, che non è stato dimenticato: “Era stato istituito in attesa dell’arrivo dei Lea (Livelli essenziali di assistenza ndr) che questo governo ha approvato nel luglio del 2023. Loro sì, i Lea, erano stati dimenticati dai governi precedenti”, ha affermato Schillaci precisando: “Per applicarli nel complesso è stato da noi previsto uno stanziamento di 50 milioni nel 2024 e 200 milioni nel 2025. I fondi per i disturbi alimentari sono diventati strutturali, da ora in poi ci saranno sempre. Non abbiamo ritenuto necessario intervenire con una somma straordinaria. Nel biennio precedente, 2022 e 2023, lo stanziamento è stato dichiaratamente temporaneo”.
Rifinanziato il Fondo straordinario
Il ministro aveva già fatto sapere durante un question time alla Camera il 17 gennaio scorso che in attesa dell’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario, rinviata dal primo gennaio al primo aprile “su unanime richiesta delle Regioni”, il suo Ministero intende coprire questi mesi con 10 milioni messi a disposizione del Fondo straordinario, presentando un emendamento al decreto Milleproroghe.
Ma, ha precisato Schillaci in Parlamento, “con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario e dell’ulteriore aggiornamento dei Lea sarà garantita finalmente la piena copertura finanziaria in modo strutturale per l’erogazione delle prestazioni, rendendo di fatto non più necessario un qualsivoglia fondo a carattere straordinario a carattere temporaneo che finora è stato sperimentato”.
I fondi insomma, come confermato al Corriere della Sera, diventeranno strutturali, anche se il ministro nel suo intervento alla Camera non ha mancato di sottolineare come “le Regioni e le Province autonome abbiano impegnato il 59% del finanziamento e speso solo il 3% del finanziamento complessivo” previsto dal Fondo per il contrasto ai disturbi della nutrizione per gli anni 2022 e 2023. Fondo che, ha precisato, aveva una dotazione “di 15 milioni per il 2022 e 10 milioni per il 2023”.
I soldi dunque “dovranno essere spesi e soprattutto dovranno essere spesi bene”, ha ammonito Schillaci.
L’anno scorso 4mila morti in Italia per Dca, sempre più giovani colpiti
“Un cancro dell’anima’’. Così le associazioni definiscono i disturbi del comportamento alimentare che, nelle loro varie declinazioni, colpiscono in Italia circa 3,5 milioni di persone, con un’età media di 25 anni. Una vera emergenza sociale, tanto più se si considera che l’età in cui si manifestano i problemi è sempre più precoce: 10-12 anni, ma a volte anche 6-7 anni. E che ogni anno sono 4 mila i morti causati da queste patologie, con un’età media spaventosamente giovane: 25 anni.
I Dca rendono la vita impossibile a chi ne soffre ma anche a chi se ne occupa, e richiedono cure multidisciplinari e continue che comportano ingenti spese, spesso impossibili da affrontare.
Dalle parole del ministro viene una speranza di aiuto: le persone affette da Dca “possono accedere a sedici nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio della malattia – ha informato Schillaci nel question time-. Inoltre, in considerazione del livello di gravità e complessità della condizione clinica, potranno beneficiare dell’assistenza distrettuale ad accesso diretto con l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche”.
Inoltre, “la commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea ha rilevato l’importanza di introdurre ulteriori nuove 16 prestazioni di assistenza ambulatoriale da concedere in esenzione, necessarie ed appropriate per il monitoraggio e la prevenzione di complicanze e aggravamenti di bulimia e anoressia. Che, sommate alle precedenti, diventeranno trentadue”, ha concluso il ministro.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani246
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione479
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video27
- Welfare234