Fare colazione all’ora di cena: il brinner spopola tra la Gen Z, ma è un rischio per la salute
- 18/04/2024
- Giovani
C’era una volta il brunch, ora la nuova moda è il brinner, la colazione all’ora di cena che spopola tra la Gen Z. Il neologismo nasce dall’unione tra colazione (breakfast) e cena (dinner) e indica la scelta di cenare con cibi solitamente consumati a colazione.
Non si tratta solo della solita tazza di latte con dentro “due cereali al volo perché vado di fretta” ma anche di ricette più complesse perché, almeno in teoria, la sera si ha più tempo. Il maggior tempo a disposizione, però, rischia di trasformarsi in un boomerang per chi, soprattutto tra la Gen Z, decide di sfogare lo stress e le ansie della giornata con cibi, magari dolci, prima di andare a dormire.
Le origini del brinner
Il termine è stato coniato nei primi anni Duemila, e ha raggiunto un boom tra i più giovani come dimostrano gli oltre 123mila post raccolti sotto l’hashtag #brinner su Instagram. Ma l’usanza di fare colazione a cena nasce da lontano, sia nello spazio che nel tempo.
È il 1993 e il 22enne Bill Granger apre il suo locale, chiamato Bill’s. Evidentemente, il ragazzo australiano decide di impiegare la fantasia risparmiata nella scelta del nome sul core business della sua attività dove propone colazioni servite su lunghi tavoli da condividere.
Bill si accorge presto che uova, pancakes, waffles e bacon vengono richiesti ben oltre il periodo mattutino e così decide di servirle a tutte le ore. In questo modo, il 22 enne si specializza nel declinare per la cena i piatti tipici della colazione locale. Il suo business non sarà più lo stesso: Bill Mr Granger apre i suoi Bill’s a Seoul, Tokyo, Honolulu e Londra e la sua innovativa idea di cucina trova spazio anche su libri e articoli di settore scritti da lui in prima persona.
L’idea ha successo e viene replicata in numerosi altri format: dalla catena Benedict di Tel Aviv in cui la colazione viene servita senza limiti di tempo, al McDonald’s dove è possibile consumare un McBreakfast a qualsiasi ora del giorno. Oggi, il brinner è particolarmente in voga tra i giovanissimi (e non solo).
Se l’idea di fare colazione a cena può sembrare un trend gradevole, le cause (e soprattutto le conseguenze) di questo trend non sono sempre rassicuranti.
Perché il brinner è sempre più diffuso?
Da sempre, nella storia, l’orario dei pasti dipende dal rimo della società, dagli impegni della vita quotidiana e dal proprio lavoro. I cibi consumati riflettono il benessere economico di un popolo così come il suo stato d’animo, soprattutto quando si parla di brinner.
Tra le motivazioni principali della sua diffusione, infatti, c’è il fatto che viviamo in una società sempre più solipsistica, dove c’è poco spazio per gli affetti. Ecco allora che quando le membra si rilassano e ci si trova di fronte a una sedia, spesso vuota, si preferisce riempire lo stomaco con alimenti dolci, nel quasi disperato tentativo di trovare nel cibo quel calore che non arriva dalle relazioni.
C’è poi un altro aspetto: nell’era della produttività si va di corsa e spesso quando si arriva a casa stanchi, non c’è molta voglia di star dietro ai fornelli, appassionati a parte. Così il brinner diventa una soluzione pratica e golosa anche nella sua soluzione salata (più vicina all’idea americana di colazione), una piccola gioia da concedersi dopo una giornata frenetica.
Cosa si mangia nel brinner?
Prima di tutto occorre distinguere quello inglese da quello italiano, proprio come occorre distinguere la colazione inglese (o americana) da quella nostrana. il brinner all’inglese e quello all’italiana perché, di fatto, c’è una bella differenza tra una colazione inglese (o americana) e una italiana.
La colazione all’americana
I piatti tipici della colazione anglo/americana sono principalmente salati, anche se non mancano i pancake rigorosamente serviti con lo sciroppo d’acero, i waffle e i muffin, entrati prepotentemente nelle case degli italiani.
Le ricette più frequenti sono i french toast (di origine americana, a dispetto del nome) dove il pane da toast viene immerso in uova, latte e aromi e tostato in padella. C’è poi il full english breakfast, la tradizionale colazione inglese ben impressa nella testa e negli occhi dei giovani studenti italiani, sorpresi nel concepire che qualcuno faccia colazione con uova strapazzate o all’occhio di bue, bacon croccante, salsicce, funghi, e, a volte, persino i fagioli.
Gli italiani, il latte e il sonno
Se la sola idea di poter fare colazione con würstel e uova fa tremare gli abitanti della penisola, gli italiani sono ben disposti a consumare i piatti tipici della colazione anglo-americana a cena per un brinner.
Ma le tradizioni culinarie, in un Paese come l’Italia, sono sacre e difficili da sradicare. Per questo, nella maggior parte dei casi il brinner all’italiana è composto da una tazza di latte, accompagnata da biscotti o cereali e dalla convinzione, più popolare che scientifica, secondo cui bere latte prima di andare a dormire abbia effetti positivi sul sonno. Qualche timida conferma della scienza in tal senso c’è, ma a richiamare Morfeo è più l’effetto placebo che il triptofano contenuto nel latte.
Sul punto va ricordato come la Gen Z stia sviluppando un rapporto particolare con il sonno che va sotto il nome di “early night”. In pratica, sempre più giovanissimi preferiscono andare a dormire presto, intorno alle 22, dormendo anche più di 8 o 9 ore a notte. Si è già notato su queste pagine che, ferma restando l’importanza di dormire bene e abbastanza, bisogna evitare di dormire troppo.
Ma perché i giovani scelgono di farlo? Perché sono più consapevoli dell’importanza di dormire bene, ma, spesso, anche perché si sentono più soli, più tristi, con la testa affollata e andare a dormire presto diventa un modo per mettere al letto anche i pensieri.
Le conseguenze negative del brinner
Se scovare le conseguenze dell’early night richiede un monitoraggio costante e più approfondito, capire perché l’esplosione del brinner non sia proprio una notizia positiva è più intuitivo:
- Assunzione di zuccheri la sera: riempire l’organismo con alimenti carichi di zuccheri semplici o complessi (carboidrati) come avviene nel brinner è pericoloso per la salute, soprattutto per chi si trova nella fase dello sviluppo, come la Gen Z e le altre nuove generazioni.
Così come la colazione è (o dovrebbe essere) il pasto più ricco e più energetico perché davanti c’è una intera giornata da affrontare, la cena dovrebbe essere quello più povero perché subito dopo c’è il riposo notturno; - Assunzione di cibi complessi: analogo discorso vale per i cibi complessi e spesso di origine industriale, grandi protagonisti del brinner. Senza volerci addentrare nei dettagli medici, sovraccaricare l’organismo con alimenti difficili da digerire prima di andare a dormire può, alla lunga, generare diversi effetti negativi, in particolare sul sistema cardiocircolatorio.
Sebbene l’alimentazione sia spesso identificata solo come fonte di energia di supporto per il fisico, è ormai chiaro come mangiare il cibo giusto al momento giusto sia fondamentale anche per la salute mentale ed emotiva. Insomma, il brinner non deve preoccupare se viene fatto sporadicamente, mentre va monitorato se diventa una abitudine quotidiana.
Non vorremmo ritrovarci a parlare di giovani tristi, che vanno al letto sempre prima e cercano di affogare le proprie ansie in una triste, abbondante, zuccherina tazza di latte con i biscotti.
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