Tre (o più genitori) per un figlio, la gametogenesi in vitro potrebbe sconvolgere il concetto di famiglia
- 03/02/2025
- Fertilità Popolazione
Tre genitori per un figlio? Lo studio rilanciato dall’organo di sorveglianza della fertilità nel Regno Unito nelle scorse settimane è di quelli sconvolgenti: utilizzare gameti in vitro provenienti da genitori multipli per avere un bambino. La tecnica potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui concepiamo la famiglia e solleva un enorme dibattito morale.
La ricerca inglese sull’utilizzo di gameti in vitro provenienti da genitori multipli si basa su una tecnica chiamata in vitro gametogenesis (Ivg). Questa tecnologia permette di creare gameti (ovuli e spermatozoi) a partire da cellule staminali pluripotenti, che possono essere derivate da cellule adulte, come quelle della pelle. L’Ivg è stata sperimentata con successo su animali, come i topi, creando cuccioli con due padri genetici o due madri genetiche, ma non sugli esseri umani.
I topi nati tramite gametogenesi in vitro hanno una salute generale migliore e un normale sviluppo postnatale. Vari studi, tra cui quelli degli scienziati giapponesi Katsuhiko Hayashi e Mitinori Saitou, hanno evidenziato come i cuccioli nati attraverso Ivg abbiano avuto tassi di sopravvivenza e crescita comparabili a quelli dei topi nati tramite metodi naturaIi.
Da un punto di vista scientifico, questo approccio, che si ispira a precedenti interventi di terapia mitocondriale, mira a consentire il contributo genetico da più di due individui per prevenire malattie ereditarie e aumentare la diversità genetica delle future generazioni.
Gameti in vitro, di cosa si tratta
La procedura, attualmente in fase sperimentale, si basa sulla produzione in vitro di gameti attraverso avanzate tecniche di coltura cellulare. I ricercatori hanno infatti individuato un protocollo che consente di ottenere cellule germinali funzionali da fonti plurime, con l’obiettivo di “assemblare” un embrione che integri il contributo genetico di più donatori. Tra i vantaggi evidenziati vi è la possibilità di correggere errori genetici in fase embrionale, riducendo così il rischio di trasmissione di malattie ereditarie.
Se sviluppato e validato, questo metodo offrirà nuove opportunità per prevenire malattie ereditarie e, al contempo, aumentare la diversità genetica delle future generazioni attraverso il multiplex parenting, ovvero la possibilità di trasmettere ai bambini il patrimonio genetico di più di due genitori.
Chiaramente, la gametogenesi in vitro consentirebbe anche a coppie dello stesso sesso di avere figli geneticamente legati a entrambi i partner, a differenza di quanto avviene con le tecniche di Pma attuali, dove il nascituro eredita il patrimonio genetico di uno dei due partner e della terza persona coinvolta nella procedura. In determinati casi, l’Ivg potrebbe anche offrire soluzioni a persone infertili o con gravi malattie genetiche, eliminando la necessità di donatori esterni.
In un articolo pubblicato nel Journal of Law and the Biosciences, Sonia M. Suter, professoressa associata presso The George Washington University, ha commentato così il potenziale dell’Ivg: “Questa tecnologia consentirebbe a coppie dello stesso sesso di avere figli biologicamente legati a entrambi i partner; permetterebbe a individui singoli di procreare senza il contributo genetico di un’altra persona; e faciliterebbe la genitorialità ‘multiplex’, dove gruppi di più di due individui potrebbero procreare insieme, producendo bambini geneticamente legati a tutti loro”.
Al contempo, gli esperti hanno evidenziato che una delle principali sfide scientifiche è replicare accuratamente il processo di meiosi e i modelli di imprinting genetico necessari per creare gameti funzionali. Questo è stato descritto come un ostacolo significativo per rendere l’Ivg una tecnologia sicura e applicabile agli esseri umani.
Implicazioni mediche e demografiche
L’introduzione dei gameti in vitro da genitori multipli ha implicazioni che vanno ben oltre la sola sfera medica. Dal punto di vista demografico, questa innovazione potrebbe contribuire a un allargamento del concetto di famiglia, che nel corso della storia è mutato più volte senza mai arrivare a tanto.
“L’Ivg ha il potenziale di sconvolgere uno degli elementi più tradizionali della cultura umana: la nostra comprensione di cosa sia la genitorialità e come avvenga. È fondamentale che il diritto e l’etica medica affrontino le implicazioni di vasta portata di questa nuova tecnologia”, ha dichiarato il professor Glenn Cohen, professore presso la Harvard Law School.
L’eventuale riduzione delle patologie ereditarie potrebbe avere ripercussioni positive sul sistema sanitario, riducendo il carico di malattie ereditarie e, di conseguenza, i costi a lungo termine per le comunità. Tuttavia, le implicazioni etiche e legali sono molteplici: la definizione dei diritti dei donatori, il riconoscimento legale dei diversi contributi genetici, la regolamentazione della tecnica e soprattutto la ‘giustezza morale’ di questa tecnica di riproduzione dei gameti in vitro sono tutti elementi che vanno vagliati attentamente.
Gli autori hanno osservato che la “in vitro gametogenesis” potrebbe ampliare enormemente la disponibilità di ovuli e facilitare la ricerca sullo sviluppo biologico umano ma hanno anche lasciato un monito sulla integrità genetica ed epigenetica dei gameti derivati in vitro, che è attualmente inferiore rispetto a quelli naturali. Una barriera significativa da superare prima dell’uso clinico.
Le implicazioni etiche e normative
Il rilancio di questa tecnologia da parte dell’organo di sorveglianza del Regno Unito apre un dibattito cruciale. Le autorità e i regolatori dovranno confrontarsi con domande complesse: quali saranno i criteri per l’accesso a questa procedura? Come si tuteleranno i diritti dei genitori multipli e dei donatori? E, soprattutto, quali misure saranno adottate per garantire la sicurezza e l’efficacia della tecnica nel lungo periodo?
In un articolo pubblicato su Harvard Medical School News nel 2017 si evidenziava che l’Iva potrebbe essere utilizzata per prevenire malattie mitocondriali devastanti creando ovuli privi di difetti del Dna mitocondriale. Già allora, però, gli autori avvertivano sui rischi legati alla commercializzazione impropria della tecnologia e alla creazione su larga scala di embrioni per scopi non etici.