Maternità surrogata, ok della Commissione Giustizia del Senato al ddl sul reato universale
- 03/07/2024
- Fertilità
La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge promosso da Fratelli d’Italia che introduce il reato universale di maternità surrogata, segnando un importante passo avanti nella legislazione italiana su questo delicato tema. Il provvedimento, già approvato dalla Camera il 26 luglio 2023, è pronto per l’esame definitivo in Aula. La relatrice di FdI, Susanna Campione, è stata incaricata di presentare il ddl in Senato.
Contenuto e reazioni al ddl
Il disegno di legge propone la criminalizzazione universale della maternità surrogata, rendendo perseguibile chiunque, ovunque nel mondo, pratichi o utilizzi questa tecnica per ottenere un bambino. Il ddl è stato approvato senza modifiche nonostante il tentativo della Lega di inasprire ulteriormente le pene previste. L’emendamento del Carroccio, che mirava a introdurre pene fino a 10 anni di reclusione e multe fino a 2 milioni di euro, è stato bocciato con il voto contrario di Fratelli d’Italia, Forza Italia e delle opposizioni.
Il provvedimento è stato fortemente sostenuto da Giorgia Meloni e rappresenta una delle bandiere politiche di Fratelli d’Italia. Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ha dichiarato: “Con questo provvedimento diciamo basta al business esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e di bambini. È una battaglia di civiltà e libertà.”
Opposizioni e critiche
Le opposizioni hanno espresso forti critiche verso il ddl, sottolineando l’inaccettabile rapidità con cui è stato portato avanti e denunciando l’assenza di una calendarizzazione del dibattito sul fine vita. Ilaria Cucchi, senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha dichiarato: “La maggioranza ha voluto approvare a tutti i costi il reato universale di maternità surrogata, una proposta di legge irragionevole, a rischio di incostituzionalità e inapplicabile.”
Secondo Cucchi, il provvedimento non solo ignora i diritti dei bambini nati da maternità surrogata ma evita anche un dibattito più ampio sui diritti delle coppie omogenitoriali e sulle adozioni per single e coppie omosessuali.
Maternità surrogata: una panoramica
La maternità surrogata è una tecnica di procreazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di altre persone o coppie, chiamate genitori intenzionali. Esistono due principali tipi di maternità surrogata:
- surrogazione tradizionale: la madre surrogata è fecondata con lo sperma del padre intenzionale e ha un legame genetico con il bambino.
- surrogazione gestazionale: l’embrione, creato tramite fecondazione in vitro con gameti dei genitori intenzionali o di donatori, è impiantato nell’utero della surrogata, che non ha legami genetici con il bambino.
In Italia, la maternità surrogata è vietata dalla legge n. 40 del 19 febbraio 2004, che prevede pene fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro per chi pratica o utilizza la surrogazione. Nonostante il divieto, alcune coppie italiane ricorrono a questa tecnica all’estero, affrontando poi complesse questioni legali al momento del ritorno in patria.
Opinione pubblica e prospettive future
L’opinione pubblica italiana è divisa sulla questione. Secondo un’indagine dell’Eurispes, il 39,5% degli italiani è favorevole alla maternità surrogata, con un maggiore sostegno tra i giovani. Questo indica che il dibattito sulla surrogazione potrebbe evolvere ulteriormente in futuro, portando forse a una revisione delle leggi attuali.
Il disegno di legge sull’universalizzazione del reato di maternità surrogata rappresenta una significativa stretta normativa in un contesto già fortemente regolato. Il suo futuro ora dipende dall’esame e dall’approvazione del Senato, dove continueranno a confrontarsi visioni etiche, giuridiche e sociali profondamente diverse su questo complesso tema.
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