“Io mamma di due bambine, così ho trovato un equilibrio famiglia-lavoro”
- 28/01/2024
- Trend
Essere mamme lavoratrici significa sentirsi sempre un po’ in bilico. Lo sa bene Ada, mamma di due bambine di 3 e 10 anni. Nel corso della sua vita si è ritrovata a dover affrontare la sua esperienza di crescita professionale e quella di mamma a tempo pieno.
Lavorando in “Poste italiane ho sempre ricoperto ruoli in centri distanti da casa, pertanto fin da subito, si è resa indispensabile la necessità di conciliare casa e lavoro”. A raccontare la sua storia è la stessa Ada che a La Nazione ha spiegato come è riuscita a portare le sue “capacità” di mamma nella sua vita professionale di ogni giorno e conciliare la sua vita familiare con quella lavorativa. Scopriamo insieme cosa ha rivelato.
Una questione di conciliazione
“Ovviamente non è un equilibrio facile da raggiungere – ha ammesso Ada al quotidiano -. Ci vuole molta organizzazione ma nel mio caso un grande esempio è stata mia madre che vivendo lontana da casa ha dovuto gestire casa, lavoro e una famiglia numerosa da sola con mio padre. In tutto questo percorso sono sempre stata supportata dal mio compagno e dall’ aiuto dei nonni che mi hanno permesso di poter essere sempre presente quando il contesto lavorativo lo richiedeva per la gestione delle complessità senza far mancare l’affetto alle bambine”.
Sul tema della conciliazione, in effetti, ci sono diversi studi sociologici che dimostrano quanto l’importanza di vivere il contesto lavorativo non debba avere la meglio su quello familiare e viceversa. Lo stesso vale per il rapporto di coppia. Avere un equilibrio tra due persone che si amano e che intendono prendersi cura dei bambini è fondamentale.
“Se una donna, o un uomo, fa fatica a conciliare le esigenze della vita familiare con le sue aspirazioni professionali, non ha un problema individuale, il suo è un problema di coppia”, scrive la Fondazione Vigorelli, impegnata nello studio della Corporate Social Responsability che ha dedicato il suo ultimo lavoro proprio al tema della conciliazione.
L’importanza del contesto lavorativo
“L’Azienda – ha continuato la dipendente – mi ha dato l’opportunità di intraprendere ruoli di sempre maggiore responsabilità capendo che dalla mia maternità ho appreso tante Soft Skill che poi ho potuto riversare nel mio lavoro. Grazie al progetto Lifeed, che consiglio a tutte le mamme che lavorano, ho capito come la Maternità fosse un’opportunità manageriale per portare nel mio ambito lavorativo tutte quelle caratteristiche di forza, sacrificio, organizzazione, gestione, multitasking e empatia che l’essere madre ti insegna e ho smesso di sentirmi divisa tra due vite da vivere capendo che potevano stare l’una dentro l’altra”.
Anche in questo caso, l’azienda per la quale si lavora diventa uno spazio in cui il “privato” dovrebbe rappresentare una ricchezza e non una perdita. Un modello, questo, che in Italia trova ancora poco spazio vista la maggioranza di realtà piccole o medie, spesso a conduzione familiare, il cui profitto non sempre è cammina parallelamente al benessere dei dipendenti.
Il lavoro con due figlie
Sulla gestione delle bambine ha spiegato: “Hanno frequentato il nido, hanno avuto l’affetto dei nonni e di due genitori che appena tornati dal lavoro cercavano di essere sempre presenti e sono cresciute in un clima di autonomia capendo che l’importante non è la quantità ma la qualità”. “Il fatto di essere oggi su un ruolo di responsabilità – puntualizza – fa capire quanto l’azienda non percepisca la maternità come un limite ma come un’opportunità”.
La fortuna di Ada non è quella che hanno avuto altrettante mamme nel nostro Paese che, in oltre 44 mila hanno dovuto abbandonare il proprio lavoro nei primi tre anni di vita di un figlio perché impossibilitate, per mancanze di mezzi e di supporto, a conciliare vita familiare e lavoro.
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