Prevenzione, genitori ‘rimandati’ in Hpv
Nel 2024, un’allerta risuona nel panorama della salute pubblica: le conoscenze riguardanti il Papillomavirus umano (HPV) e la sua vaccinazione hanno subito un significativo declino rispetto agli anni precedenti. Secondo un rapporto del Censis, con il supporto di Msd Italia, solo l’84,1% dei genitori è a conoscenza di cosa sia l’HPV, in netto contrasto con l’88,9% registrato nel 2022. Anche la consapevolezza riguardante la vaccinazione è diminuita, scendendo al 74,8% rispetto al 79,4% del 2022. Questo decremento è evidente anche tra le mamme e i genitori con un livello d’istruzione superiore.
Il rapporto, basato su un’indagine condotta su due campioni, uno di genitori e uno di donne, analizza la percezione del rischio di tumore da HPV e le strategie di prevenzione adottate. Emergono chiaramente le fonti di informazione preferite dai genitori: i media hanno giocato un ruolo predominante, con il 29,1% dei genitori che li hanno identificati come fonte principale di informazioni. Seguono materiali informativi vari e siti web, mentre i professionisti della salute sono stati citati solo successivamente. Il medico di medicina generale si posiziona al primo posto, seguito dal servizio vaccinale della Asl.
Ma non è solo la conoscenza generale a subire un arretramento; anche la comprensione approfondita del virus sembra essere in declino. Mentre un’alta percentuale di genitori riconosce ancora l’associazione tra HPV e tumore al collo dell’utero, c’è stata una riduzione nella consapevolezza che il virus può causare una serie di altre patologie genitali, spesso asintomatiche. Inoltre, la comprensione della correlazione tra HPV e condilomi genitali è diminuita, insieme alla consapevolezza che l’HPV può colpire sia uomini che donne.
Fonti di informazione prevalenti
Tuttavia, il rapporto rivela anche un aspetto positivo: il ruolo preminente dei media nel fornire informazioni cruciali sulla salute pubblica. Nel 2024, il 29,1% dei genitori cita le campagne di comunicazione come fonte principale di informazioni sull’HPV, seguite da materiali informativi e promozionali (20,5%), siti web (25,4%), e solo successivamente dai professionisti della salute. In particolare, il medico di medicina generale e il servizio vaccinale della Asl emergono come figure di riferimento per l’informazione sulla vaccinazione.
Nonostante questo, il rapporto evidenzia un calo nella comprensione più approfondita del virus. Sebbene l’83,9% dei genitori sappia che l’HPV è responsabile del tumore al collo dell’utero, solo il 77,5% è consapevole che il virus può causare diverse patologie dell’apparato genitale, spesso rimanendo asintomatico. Solo il 41,2% è a conoscenza che l’HPV può causare condilomi genitali, mentre il 60,2% associa il virus a vari tumori, inclusi quelli del pene, della vulva e della vagina, oltre al collo dell’utero.
Condilomi dimezzati nei giovani grazie al vaccino anti-Hpv
Nonostante il declino nelle conoscenze, c’è una luce alla fine del tunnel. I dati della Sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente trasmesse mostrano una riduzione dei casi di condilomi, specialmente tra i giovani, grazie alle campagne vaccinali.
In Italia i condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata: nel 2021 sono stati 3-4 volte più numerosi dei casi segnalati di gonorrea e sifilide, sottolinea l’Istituto superiore di sanità. Ma se tra il 2004 e il 2013 le diagnosi di condilomatosi sono aumentate costantemente, con un numero di casi quasi triplicato, dopo il 2013 il numero si è stabilizzato e tra il 2018 e il 2021 si è osservata una riduzione del 30%, che arriva al -50% nei giovani di 15-24 anni.
Conoscere il Papillomavirus umano (HPV)
Il Papillomavirus umano (HPV) è un virus a DNA con circa 120 tipi identificati in grado di infettare l’uomo, come illustrato dall’Istituto Superiore di Sanità. Alcuni tipi possono causare verruche cutanee, mentre altri, come i tipi 6 e 11, sono associati alla comparsa di condilomi, escrescenze rosacee a livello degli organi genitali esterni, della bocca e della gola.
I condilomi, comunemente riscontrati nei giovani tra i 15 e i 40 anni, non causano sintomi ma tendono a ricomparire nel tempo. Altri tipi di HPV, come il 16 e il 18, possono portare, nel tempo, a lesioni precancerose e al carcinoma, soprattutto del collo dell’utero, uno dei tumori più diffusi tra le donne.
Il contagio avviene principalmente per contatto diretto, ma alcune forme di verruche possono essere trasmesse anche per via indiretta. Sebbene l’uso del preservativo possa offrire una certa protezione, i tipi di HPV che causano condilomi sono generalmente trasmessi sessualmente.
La prevenzione dell’infezione da HPV può avvenire attraverso la vaccinazione, preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale. Per le donne, è consigliato effettuare regolarmente il test HPV insieme al Pap test a partire dai 25 anni di età. Gli uomini, invece, devono rivolgersi a un medico in presenza di lesioni o formazioni sospette sui genitali esterni o nella regione anale per un’adeguata valutazione istologica e virologica.
“L’infezione da Hpv – ricorda l’Iss – è quella sessualmente trasmessa di natura virale più diffusa al mondo ed è causa di varie patologie tumorali, ma anche di patologie benigne come i condilomi ano-genitali. Proprio quest’ultima malattia, che a differenza dei tumori si manifesta a breve distanza dall’infezione, è in diminuzione nel nostro Paese negli ultimi anni grazie alle campagne vaccinali”.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani247
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione480
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video28
- Welfare234