Giornata internazionale dei fratelli e delle sorelle, ma è crisi di secondogeniti
- 10/04/2024
- Famiglia
Il 10 aprile è la Giornata dedicata ai fratelli e alle sorelle. Anche se è una ricorrenza per lo più statunitense, questa Giornata è particolarmente sentita nel Regno Unito, in Australia, in India e c’è chi ama festeggiarla anche in Europa. Ma per quanto ancora si potrà festeggiare? L’interrogativo nasce spontaneo viste le ultime ricerche pubblicate negli scorsi giorni che vedrebbero la fertilità mondiale in calo, così come i dati dei diversi Paesi al mondo che segnalano per lo più un calo delle nascite e quindi una carenza di secondogeniti. E se l’Italia si sta avvicinando ad un primato storico di denatalità con 379 mila nascite nel 2023. L’America prova a resistere con le poche famiglie numerose. Ma vediamo insieme cos’è la crisi dei secondogeniti che sta affliggendo i Paesi ad alto e medio reddito, con un confronto Usa-Italia su desiderio di genitorialità e numero di figli per donna.
Desiderio di genitorialità, Usa contro Italia
I risultati provenienti dai sondaggi Gallup aggregati di giugno e luglio 2023, hanno evidenziato una media di 2,7 bambini per coppia, considerati l’ideale dalle famiglie Usa. Un numero che si scontra con il tasso di natalità pari a 1,66 figli per donna registrato nell’ultimo anno. Questo tipo di preferenza era già manifesta nel 1973 e per tutto il decennio successivo sembrò essere congruente con un tasso di natalità pari a 1,8 nel 1980. Il dato, inoltre, corrispondeva alla metà di quello che era al culmine del baby boom.
Indipendentemente dal numero di bambini che considerano ideali, nove adulti su 10 negli Stati Uniti hanno figli o vorrebbero averli. Anche il 15% che ha tra i 18 e i 40 anni, e che non è ancora genitore, dice che vorrebbe diventarlo un giorno. Così come il 6% over 40 che non ha figli ma dichiara di volerne avere. Solo l’8% degli adulti statunitensi non dichiara di avere intenzione o desiderio di avere figli.
E in Italia? Il 49% delle famiglie ha figli unici (dati Eurostat), ma un terzo di loro vorrebbe averne altri. La ricerca “Figli: una ricchezza onerosa” commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, lo scorso anno, ha evidenziato che più di un italiano su due, il 57,4%, ha almeno un figlio e un terzo di loro vorrebbe avere altri bambini (34,3%). Fra quelli che non hanno figli (42,6%) invece, il 40,4% vorrebbe averne almeno uno.
Crisi di secondogeniti
A questo desiderio di genitorialità si scontra una crisi di secondogeniti, spesso associata ad una infertilità secondaria in aumento e che preclude alle coppie di avere un secondo figlio. Questo dato è legato anche ad un aumento della scelta di parti cesari: il 32% del totale dei parti nel 2022 negli Usa è stato un cesareo, così come la stessa percentuale è stata registrata in Italia.
Se volessimo analizzare anche il numero di coppie che ricorre alla procreazione medicalmente assistita, in Usa è il 44%, secondo il Pew Center Research che nel 2023 ha dichiarato di aver fatto ricorso a questa pratica o di conoscere qualcuno che l’ha fatto. Mentre in Italia, oltre 217mila bambini sono nati grazie alle tecniche di fecondazione assistita, un numero quasi equivalente alla popolazione di città come Messina o Padova (Registro nazionale della PMA).
Secondogeniti: quali vantaggi?
La scienza, in questo caso, viene in nostro aiuto per spiegare quali vantaggi potrebbe apportare avere un fratello o una sorella. Anche se almeno una volta vi sarà capitato di pensare che sarebbe stato meglio essere figli unici, una ricerca condotta dalla North Carolina University ha spiegato che non essere soli è stato un vantaggio anche per la specie umana. Integrare le differenze sociali e mescolare le diverse personalità, così come il senso di supporto, condivisione e sicurezza che nella maggior parte dei casi si manifesta tra fratelli è un’opportunità e rappresenta solo un vantaggio.
Uno studio svedese condotto su quasi 8.000 ultraottantenni ha addirittura mostrato che, anche se si dovessero perdere i legami e ci si frequenti di meno con il passare del tempo, di fronte a un’emergenza circa il 30% delle persone si rivolge proprio al primo fratello. Se si ha una sorella, il dato aumenta, in quanto la differenza di genere ha portato a considerare le donne come più inclini ai ruoli di cura. Inoltre, anche nella cura dei genitori anziani, scelte condivise con un fratello o una sorella allevierebbero lo stress così come alleggerire i carichi di cura in caso di persona non autonoma.
Popolazione in aumento in Usa: ecco perché
L’attuale tasso di 1,66 figli per donna, seppur superiore a quello del nostro Paese, resta inferiore a quello necessario per la sopravvivenza del ricambio generazionale americano, pari a 2,1. Nonostante ciò, secondo l’US Census Bureau, cioè l’Istat americano, al primo luglio 2023, gli Stati Uniti avevano una popolazione residente pari a 334.914.895 abitanti. Nel corso del XX secolo, la popolazione Usa è quindi quadruplicata con un tasso di crescita annuo pari all’1,2%. Si stima che abbia così raggiunto la soglia dei 300 milioni già nel 2006. Il rapido aumento della popolazione, però, è dovuto all’immigrazione, con una popolazione nata all’estero che è raddoppiata da 20 milioni nel 1990 a 45 milioni nel 2015. In sintesi, gli immigrati hanno contribuito alla crescita della popolazione, rappresentando un terzo del suo aumento. Il 50% dei bambini statunitensi di età inferiore ai 18 anni appartiene a gruppi di minoranze etniche.
In Italia, invece, la questione è differente perché alle cause che contribuiscono alla denatalità e al calo della popolazione vi sarebbero fattori principalmente economici e sociali con un basso investimento nei confronti di scuola e famiglia dell’ultimo ventennio, con conseguente difficoltà di supportare la genitorialità. Neppure l’immigrazione, nel nostro Paese, ha risollevato la situazione delle nascite, confermandosi in tendenza con i dati di riduzione di figli per coppia.
“Le migrazioni con l’estero giocano un ruolo importante nel contesto demografico del Paese – si legge nel report Istat sulla demografia dell’ultimo anno -. Nel 2023, oltre a contrastare il calo della popolazione con un saldo migratorio che compensa, quasi del tutto, il saldo naturale negativo, esse contribuiscono a rallentare il processo di invecchiamento”.
Giornata dei fratelli e sorelle
L’idea nasce negli Stati Uniti, da una donna americana chiamata Claudia Evart. La signora Evart aveva sofferto la perdita del fratello maggiore, Alan, e della sorella, Lisette. L’ex assistente legale decise così nel 1997 di fondare la Sibilings Day Foundation e istituire la giornata nazionale con l’obiettivo di onorare i suoi defunti fratelli. La Giornata nazionale dei fratelli viene celebrata principalmente negli Stati Uniti, dove è stata fondata. Tuttavia, negli ultimi 20 anni l’evento annuale è diventato più ampiamente riconosciuto in tutto il mondo. Anche se non ha la stessa importanza di altre occasioni familiari come la Festa della Mamma e la Festa del Papà, la Giornata dedicata ai fratelli e alle sorelle resta un modo per ricordare l’importanza dei secondogeniti nelle famiglie, sia per mantenere un equilibrio nella demografia di un Paese, sia per gli effetti psicosociali benefici che apporta.
Almeno in Usa, visti i dati maggiormente promettenti dei nostri, questa giornata potrebbe durare anche per molto.
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