I primi nati nel 2024 potrebbero essere anche gli ultimi
- 02/01/2024
- Popolazione
È nata nei primi minuti dopo la mezzanotte, al San Leopoldo Mandic di Merate. Si tratta della prima bambina del 2024 che potrebbe essere anche l’ultima venuta al mondo nel punto nascite in provincia di Lecco. Perché, come numerosi reparti maternità sul territorio italiano, anche quello dell’ospedale lecchese potrebbe essere sospeso. La motivazione? In base alle indicazioni ministeriali un punto nascita dovrebbe chiudere quando, per almeno due volte, non tocca la soglia minima di nascite.
All’ospedale di Merate mancherebbero sia pediatri che rianimatori per coprire tutti i turni in rianimazione neonatale, come riporta Il Giorno. Il 2023, infatti, ha rappresentato il terzo anno consecutivo durante il quale non si è raggiunto il minimo di 500 nascite. Questo sarebbe il numero che secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità e dell’Oms dovrebbe rappresentare una soglia di garanzia al di sotto della quale un punto nascita deve essere chiuso. Nel 2021 i parti erano stati 490, nel 2022, 276 e nel 2023 solo 193.
La realtà del San Leopoldo Mandic di Merate è quella che stanno vivendo numerosi punti nascite ospedalieri su tutto il territorio nazionale. Sono “troppi” per i pochi nati e spesso molto piccoli. Coprono i piccoli comuni, quelli con una popolazione di gran lunga inferiore alle grandi città e che stanno vivendo il fenomeno dello spopolamento e della denatalità. Per questi motivi potrebbero essere sospesi o addirittura chiusi.
In Lombardia, il triste destino della chiusura è toccato al comune di Saronno, con il punto nascita da tre anni chiuso proprio per l’insufficienza di nascite. Lo stesso ha rischiato il punto nascita dell’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona, in merito al quale il Comitato Percorso Nascita di Regione Lombardia, si è riunito a fine dicembre e ha dato parere negativo alla temuta ipotesi di chiusura.
La presenza di un punto nascita sul territorio rappresenta un servizio che garantisce alle future mamme la possibilità di scegliere e di non rischiare la vita in caso di urgenza. Ma lo scenario futuro non lascia ben sperare.
I punti nascite in Italia
Risultano 395 i punti nascita in tutta Italia. Almeno 96 hanno meno di 500 nati all’anno e 137 più di mille, come riportano gli ultimi dati CeDap riferiti al 2022. Molte di queste strutture sono sprovviste di macchinari e attrezzature adeguate alla salvaguardia del neonato nei primissimi giorni di vita o completamente in deficit di terapie intensive pediatriche.
Le terapie intensive
Il numero di posti letto dedicati ai bambini in terapia intensiva (Picu) è di solo 273. Il totale dei pazienti di età compresa tra 1 e 18 anni è di 9.788.622. Questo significa che esiste un letto Picu ogni 35.856 pazienti. Ben lontano dallo standard che si raccomanda possa essere il più consono e che prevederebbe 85% della copertura.
I fondi alla sanità
Il Fondo sanitario toccherà nel 2024 quota 134,1 miliardi di euro, che saliranno a 135,39 nel 2025 e a 136 nel 2026. Sono questi i macro-numeri della manovra che potrebbero non essere sufficienti a garantire l’ammodernamento dei reparti aperti e la non chiusura di quelli a rischio.
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