Guenda Goria incinta, “un miracolo”. Cos’è l’endometriosi di cui soffre l’attrice
Ce l’ha fatta. Guenda Goria ha annunciato in tv a ‘La volta buona’ di essere incinta del primo figlio, col compagno – presto marito – Mirko Gancitano, dopo un calvario fatto di diagnosi che ti segnano e operazioni in cui ha rischiato di morire. Ma ora la figlia di Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria è al settimo cielo e non potrebbe essere altrimenti visto quello che ha passato, e dato che l’anno scorso i medici le avevano detto che non poteva avere figli e che dunque avrebbe dovuto tentare con la fecondazione assistita.
Ma la Pma (procreazione medicalmente assistita), nonostante sia in crescita in Italia, così come i problemi di infertilità delle coppie, non è mai una scelta serena, è una specie di ‘ultima spiaggia’ per realizzare il sogno di diventare genitori, ma che costa molto da ogni punto di vista: economico (le liste nel pubblico scoppiano, dunque molti si rivolgono ai centri privati), fisico e psicologico.
Non tutti infatti se la sentono, e nessuno la intraprende a cuor leggero. La scorsa estate Guenda aveva condiviso con la propria comunità su Instagram i propri problemi: “Purtroppo, secondo l’ultima analisi che ho fatto, non potrò avere figli naturalmente. Vi confesso che sono stata molto giù. L’unica tuba che ho non funziona bene. Dovrei cominciare un percorso di fecondazione assistita ma ho paura”.
Per fortuna a Guenda Goria e Mirko Gancitano la Pma non è servita. Rimanere incinta in modo naturale “è stato un traguardo che per me è un miracolo”, ha detto a ‘La volta buona’.
Un traguardo che, come dicevamo, è venuto dopo un percorso accidentato e sofferto: dalla diagnosi di endometriosi alla rimozione di una cisti, fino a una gravidanza extra-uterina nel 2022 che le è costata quasi la vita e la rimozione di una tuba: “(Avere un figlio, ndr) era il mio grande sogno, il mio grande desiderio, perché l’ultima gravidanza che ho avuto è stata una tragedia, perché è stata una gravidanza extrauterina che ha messo in pericolo la mia vita e sono viva per miracolo”.
Cos’è l’endometriosi
Nel 2021 l’attrice aveva scoperto di avere l’endometriosi, una malattia cronica invalidante che secondo le stime riguarda solo in Italia 3 milioni di donne (14 mln in Ue, 150 milioni nel mondo). Non una patologia rara, dunque, ma comunque ancora poco conosciuta nonostante negli ultimi anni se ne stia parlando sempre più. Anche grazie a vip e persone famose che hanno reso noto pubblicamente di soffrirne, rompendo così lo spesso velo di tabù e vergogna che la accompagnava.
La malattia consiste nel fatto che l’endometrio, la mucosa che riveste l’utero e che ad ogni mestruazione si sfalda, si trova anche in altre sedi, dai muscoli all’intestino, dalle ovaie alle tube, dalla vescica ai nervi, dai polmoni ai reni. Non è una condizione solo ginecologica, anche se a volte viene definita tale dagli stessi medici, ma una patologia sistemica che abbraccia l’intero organismo, a partire dal sistema immunitario.
Le conseguenze della presenza di questo tessuto dove non dovrebbe essere, e che risponde agli stessi stimoli ormonali di quello che è “al posto giusto”, sono:
• dolore pelvico cronico
• dolore durante le mestruazioni
• infiammazione cronica
• formazione di cisti o ‘placche’
• aderenze
• disturbi dell’umore
• riduzione della fertilità.
Se ne parla sempre di più, in questi giorni anche a proposito dell’operazione misteriosa subita da Kate Middleton, e c’è sempre più richiesta di informazioni: secondo i dati della piattaforma di prenotazione on line di appuntamenti medici ‘Miodottore’, l’endometriosi è malattia più cercata nel periodo 2021-2023.
Eppure, ancora oggi il ritardo diagnostico è importante (valutato i 7-10 anni), frutto di mancanza di preparazione dei medici ma anche di antichi retaggi e pregiudizi per i quali “è normale avere dolore durante le mestruazioni”, che in generale essere donna significhi ineluttabilmente soffrire, e che sia tutto un problema di ansia. Quante donne si sono sentite dire che era tutto solo nella loro testa, che erano esagerate o che il loro compagno era un santo martire perché non le lasciava?
Sicuramente l’endometriosi rende la vita impossibile a chi ne soffre ma anche a chi sta intorno, in particolare all’interno della coppia, provocando dolori lancinanti e invalidanti che rendono impossibile lavorare o svolgere le normali attività quotidiane, stanchezza cronica per la quale a volte è difficile anche solo alzarsi dal letto, operazioni chirurgiche ripetute, mestruazioni abbondanti e lunghe, dolori alla minzione, alla defecazione, e durante i rapporti.
Con la consapevolezza che per questa malattia non ci sono cure né prevenzione possibile, e che ancora non è nemmeno certo perché insorga: dall’ipotesi genetica a quella della mestruazione retrograda fino al ruolo dell’inquinamento e più recentemente di alcuni batteri, il dibattito e la ricerca sono ancora aperti.
Una malattia senza cura, con ripercussioni sociali
Le uniche ‘armi’ a disposizione sono la chirurgia, quando necessaria (il rischio di ‘spandere’ i focolai ed entrare in un tunnel di operazioni chirurgiche una dietro l’altra è concreto), gli antidolorifici e la ‘terapia’ ormonale, che consiste in sostanza nella classica pillola oppure in farmaci che mandano la paziente in menopausa forzata (temporanea). Si tratta di palliativi che possono durare periodi di tempo limitati sia per gli effetti collaterali delle medicine sia perché l’endometriosi è tipicamente una malattia dell’età fertile, diagnosticata normalmente tra i 30 e i 40 anni ma che si può presentare molto prima. Un momento della vita in cui non si può pensare di andare in menopausa forzata o di prendere la pillola, che ovviamente è un contraccettivo, “per sempre’’.
E che sia una patologia legata all’età riproduttiva è davvero paradossale, se pensiamo la sterilità (ossia l’incapacità di concepimento) è una complicanza che riguarda circa il 30-40% delle donne affette da endometriosi e che da sola spiega circa il 30-50% delle infertilità dovute alle donne.
L’endometriosi dunque è un problema non solo individuale, ma anche economico e sociale, perché costringe ad assentarsi dal lavoro o rende impossibile lavorare e perché ha ricadute pesanti sulla fertilità, tema strettamente collegato con quello del forte calo demografico che ha investito l’Occidente, e l’Italia in particolar modo, negli ultimi decenni.
Qualcosa si muove a livello politico
Finalmente qualcosa ha cominciato a muoversi a livello della politica, grazie anche all’azione delle associazioni e di influencer e attiviste che condividono la propria vita con questa condizione sui social.
L’endometriosi dal 2017 è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti per le quali è prevista l’esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo, ma solo per gli stadi clinici più avanzati (‘moderato o III grado’ e ‘grave o IV grado’); una misura insufficiente rispetto alla mole di esami spesso necessari e che non include i farmaci. Manca poi il riconoscimento dell’invalidità civile e quindi le tutele in ambito lavorativo.
Molta la strada da percorrere ancora. Nel frattempo, chi soffre di endometriosi deve imparare a conviverci. Come sta facendo Guenda Goria: “(La malattia, ndr) mi ha cambiata psicologicamente, è innegabile. Ti lascia delle ferite aperte su cui è importante lavorare anche tramite una profonda introspezione e lavoro su noi stessi. Sono da un lato meno entusiasta e ho sempre piccoli o grandi fastidì. Ma è anche un insegnamento quotidiano perché apprezzo i momenti belli, quando sto bene e mi godo le cose che hanno davvero valore”.
E tra qualche mese, per Guenda il suo compagno, ci sarà un motivo in più per cui essere felici.
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