Il dolore mestruale in adolescenza aumenta il rischio di dolore cronico in età adulta: lo studio
- 5 Settembre 2025
- Fertilità
Il dolore mestruale moderato o grave durante l’adolescenza aumenta il rischio di sviluppare dolore cronico in età adulta, anche in aree del corpo diverse dal bacino. A confermarlo è uno studio, guidato dalla dottoressa Rachel Reid-McCann e dalla professoressa Katy Vincent del Nuffield Department of Women’s & Reproductive Health di Oxford, finanziato dalla Medical Research Foundation e pubblicato su “The Lancet Child & Adolescent Health”.
Questi risultati, secondo le ricercatrici, rappresentano un monito urgente sulla necessità di prendere sul serio il dolore mestruale adolescenziale e migliorare il supporto disponibile per le giovani donne in futuro.
Lo studio
Questa ricerca rappresenta la prima indagine su larga scala che esplora il legame tra la dismenorrea, cioè il dolore mestruale, che spesso si manifesta sin dai primi anni dell’adolescenza e il dolore nella giovane età adulta. Per condurre questa analisi, i ricercatori hanno attinto ai dati dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children, riconosciuto come uno dei più completi e rappresentativi della popolazione britannica.
Lo studio ha monitorato 1157 partecipanti, nate tra l’aprile 1991 e il dicembre 1992. A queste persone è stato chiesto annualmente del loro dolore mestruale tra gli 8 e i 17 anni, con una particolare attenzione alla gravità del dolore (lieve, moderato o grave) registrata a 15 anni, età in cui si è osservata la percentuale più alta di manifestazioni del dolore. Successivamente, a 26 anni, le partecipanti hanno segnalato la presenza di qualsiasi dolore persistente per almeno un giorno nel mese precedente e con una durata di almeno tre mesi, una condizione definita dolore cronico, che è stata considerata l’esito principale dello studio. Per garantire la robustezza dei risultati, i modelli statistici utilizzati sono stati accuratamente aggiustati per numerosi fattori confondenti. Tra questi figurano elementi noti per essere associati sia alla dismenorrea che al dolore cronico, come la provenienza geografica, il livello di istruzione della madre, le esperienze infantili avverse, i sintomi depressivi precedenti alla comparsa del flusso mestruale, l’attività fisica, il fumo e l’indice di massa corporea (Bmi).
Inoltre, i ricercatori hanno esaminato i sintomi di ansia e depressione nei due anni successivi alla segnalazione della dismenorrea, considerandoli potenziali effetti e conseguenze del dolore.
Il legame con il sistema nervoso centrale
I risultati dello studio si sono dimostrati particolarmente significativi, supportando con forza l’ipotesi iniziale delle ricercatrici, e cioè, che la dismenorrea moderata o grave è risultata essere estremamente comune tra le adolescenti, con ben il 59,7% delle partecipanti (691 su 1157) che la riportava all’età di 15 anni.
Tra le 307 partecipanti (il 26,5% del totale) che hanno riferito dolore cronico all’età di 26 anni, è emersa una chiara relazione con la gravità del dolore mestruale adolescenziale. Mentre, ad una dismenorrea lieve era associata a un rischio aumentato del 23% di sviluppare dolore cronico in futuro. Quella di entità moderata comportava un rischio maggiore del 65%. E, infine, alla dismenorrea grave corrispondeva un rischio ancora più elevato, pari al 76%.
Il dolore mestruale adolescenziale, però, non si è limitato a influenzare il benessere pelvico, ma è stato associato alla maggior parte dei punti del corpo in cui si manifestava di dolore cronico nell’età adulta. In particolare, è stata riscontrata una connessione con il dolore addominale e lombare, ma anche con mal di testa e dolori articolari in diverse aree come schiena, ginocchio, polso, mano, caviglia, piede, coscia e anca.
Così come, l’ansia e i sintomi depressivi si manifestavano più spesso nelle adolescenti con dolore mestruale elevato e hanno causato una piccola percentuale dell’associazione tra dismenorrea grave e dolore cronico (23% per l’ansia e 12% per la depressione). Ciò suggerisce che altri meccanismi, probabilmente di natura neurologica, siano predominanti in questa relazione complessa. La professoressa Katy Vincent ha chiarito che l’adolescenza è un periodo di accresciuta “neuroplasticità”: rende cioè il cervello e il sistema nervoso più adattabili e potenzialmente più sensibili allo sviluppo di condizioni di dolore cronico in futuro.
Un appello alla salute pubblica
I risultati di questo studio sottolineano che la dismenorrea adolescenziale non è un semplice disturbo temporaneo, ma un problema che influisce non solo sul benessere immediato, ma anche su un aumento significativo del rischio di dolore cronico in età adulta. Questo la rende una questione cruciale di salute pubblica che merita attenzione e interventi mirati, sostengono le ricercatrici che hanno rivolto un appello a chi si occupa di Salute pubblica, su più fronti:
- Migliorare l’identificazione precoce e la gestione efficace del dolore mestruale nelle adolescenti è fondamentale. Molte giovani non cercano aiuto per il dolore mestruale, e chi lo fa rischia di essere ignorato o sminuito.
- È una priorità aumentare la “literacy” mestruale, ovvero la consapevolezza e la comprensione dei cicli mestruali tra le giovani. Questo consentirebbe loro di sentirsi più sicure nella gestione dei sintomi e nella ricerca di aiuto, superando lo stigma mestruale ancora diffuso.
- Le interazioni con i professionisti medici devono essere validanti e di supporto, offrendo indagini approfondite quando necessario, ad esempio per dolori non responsivi ai trattamenti farmacologici. Non si dovrebbe mai dire ai giovani che “devono solo imparare a conviverci”.
- Considerando un crescente atteggiamento negativo verso i contraccettivi ormonali tra gli adolescenti, le strategie non farmacologiche potrebbero acquisire un’importanza sempre maggiore.
I lavori futuri dovrebbero concentrarsi sulla comprensione dei meccanismi sottostanti questa relazione, utilizzando approcci di neuroscienze del dolore ed epidemiologia genetica per svelare i complessi legami che si instaurano nel sistema nervoso in crescita. Questo studio è un importante “campanello d’allarme” per la società e il sistema sanitario, evidenziando che il dolore mestruale non dovrebbe mai essere minimizzato.
La dottoressa Angela Hind, Ceo della Medical Research Foundation, ha dichiarato: “Con il ritorno a scuola di bambini e ragazzi questa settimana, questi risultati non potrebbero essere più tempestivi. Questo studio dimostra quanto sia importante la ricerca medica per migliorare la salute, in particolare per i giovani. I ricercatori hanno dimostrato che i dolori mestruali possono avere un impatto profondo non solo durante l’adolescenza, ma anche in età adulta, colpendo aree ben oltre la zona pelvica e influenzando molti aspetti della vita. Ci auguriamo che questo apra la strada a una comprensione più approfondita di come gestire al meglio il dolore mestruale e i suoi effetti a lungo termine”.