Scottature solari come trofei: la follia social dell’estate
- 1 Settembre 2025
- Popolazione
Mentre sono in partenza i vacanzieri di settembre e in Italia si discute di spiagge vuote, over tourism e montagne affrontate in ciabatte, una certezza ha accompagnato questa estate: l’abbronzatura selvaggia è tornata prepotentemente di moda. E se la correlazione tra un’eccessiva esposizione ai raggi solari e il cancro della pelle è da tempo pienamente accertata, la tendenza alla doratura della pelle riporta al centro il rapporto tra corpo, salute e società, intrecciando estetica, social network e persino politica.
Dallo status symbol all’individualismo
La tintarella non è mai stata solo un fatto estetico. Anzi, ha denunciato e denuncia la propria situazione sociale ed economica, la propria condizione di salute e un certo modo di vedere la vita. Per secoli la pelle abbronzata è stata stigma di lavoro nei campi, tanto che il pallore era appannaggio orgogliosamente dei nobili. Poi, nel Novecento, la percezione si è ribaltata: negli anni ’50 la pelle scurita dal Sole era uno status symbol, perché comunicava che si aveva tempo libero e disponibilità economica per stare all’aperto (spiaggia, golf, montagna), mentre negli anni ’80 divenne l’apice dell’edonismo estetico, emblema del benessere e della gioventù. Negli anni seguenti, il timore di ritrovarsi con una pelle invecchiata e le evidenze scientifiche del collegamento tra l’esposizione al Sole e il cancro della pelle hanno portato a una maggiore attenzione alla propria protezione. Oggi, complice l’era digitale e la spinta post-pandemia verso l’aria aperta, che ha riguardato soprattutto la Gen Z, la tintarella si è trasformata in un segno di vitalità, di individualismo e, in certi casi, di sfida alle regole.
Non è un caso che tra i più giovani l’abbronzatura sia tornata in auge proprio attraverso i social: su TikTok proliferano routine “fai da te” per accelerare la tintarella, consigli senza alcuna base scientifica e persino l’esibizione di ustioni come fossero un trofeo estetico. I segni del costume – un tempo indice di distrazione o cattivo gusto, e che si cercava di evitare in tutti modi – diventano oggi dichiarazione di stile. Anche il trucco si adegua: la tendenza dell’estate è quella di usare terre e colori per imitare le scottature e i segni del costume, come esibisce la pop star Sabrina Carpenter tra le altre.
Su TikTok ci sono fior di hashtag dedicati, con milioni di visualizzazioni, che promuovono l’esposizione pericolosa al Sole per ottenere i segni del costume, dei vestiti o delle scarpe. Uno su tutti, #sunburnttanlines, ha spinto il governo francese a scrivere all’ente regolatore nazionale Arcom perché, insieme alla Commissione europea, faccia in modo che che la società che gestisce il famoso social, ByteDance, rispetti il Digital Service Act. Secondo Santé Publique France, oltre l’85 per cento dei tumori della pelle è causato dall’esposizione eccessiva ai raggi UV.
Abbronzatura come potere sul corpo
Proprio come tatuaggi e piercing, oggi l’abbronzatura simboleggia il controllo sul proprio corpo, una dimostrazione che lo si può trasformare e ‘personalizzare’ a piacimento. Gli anni ’80 d’altronde non sono spariti, e l’abbronzatura è di nuovo considerata segno di benessere e salute, tanto che chi è chiaro di carnagione e intende rimanerlo rischia al contrario di passare per malaticcio o per uno che non si sa godere la vita. La tintarella insomma diventa un atto di individualismo, associato al desiderio di mostrarsi (soprattutto sui social) felici e in salute, quindi adeguati alla società della performance.
Ma c’è anche un elemento di protesta contro ciò che viene percepito come un’imposizione. In generale, dopo il Covid c’è stata una maggiore resistenza contro alcune delle raccomandazioni provenienti dalla comunità medica e della sanità pubblica. Così, prendere il Sole è visto come ribellarsi ai diktat medici e alle Big Pharma, che mentirebbero per vendere le creme e ‘creare’ malati. Lo stesso vale per il riscaldamento globale: se una volta prendere il Sole conteneva anche una nuance di sensualità, oggi diventa un atto di ‘resistenza’, la dimostrazione di essere più forti, o comunque non impensieriti da come il clima sta cambiando.
Miti, disinformazione e rischi reali
Questa “ribellione” si nutre anche di disinformazione. Un sondaggio del 2024 dell’Orlando Health Cancer Institute rivela che 1 persona su 7 sotto i 35 anni crede che la crema solare faccia più male che bene, e quasi un terzo degli adulti pensa che abbronzarsi faccia apparire più sani e più belli. Mentre secondo uno studio dell’ American Academy of Dermatology Association il 64% dimentica spesso la protezione e un quarto pensa che l’abbronzatura di base protegga dalle scottature.
Nel frattempo, influencer e celebrità rilanciano falsi miti: dal Sole come panacea per serotonina e vitamina D fino alle teorie del complotto secondo cui le creme solari provocherebbero tumori. I creator invitano a usare lettini e spray abbronzanti, a prendere la tintarella senza filtri, arrivando a sostenere che abbronzarsi i genitali aumenti il testosterone. Intanto negli Stati Uniti i casi di melanoma invasivo sono cresciuti del 42% tra il 2015 e il 2025 dati Skin Cancer Foundation).
Trump e i Maga: abbronzatura politica
L’abbronzatura dunque comunica ben più di quanto credessimo. E può essere anche simbolo politico. Un esempio lampante in tal senso è il presidente Usa Donald Trump, il cui colorito aranciato è oggetto di presa in giro ma punta a dimostrare tutte le sfumature psicologiche dietro al fenomeno tintarella: status, vitalità, salute, demolizione della scienza e delle raccomandazioni mediche, sfida alle istituzioni.
Non a caso Trump è circondato da ‘seguaci’ del suo pensiero. Anzi, si vocifera che l’abbronzatura sia un prerequisito – messo in atto volontariamente – per far parte del suo circolo. Sicuramente ne è un esempio Robert F. Kennedy Jr., che con la sua carnagione ‘croccante’ è anche il Segretario Usa alla Salute. Ovvero, è lui ad avere in mano le politiche sanitarie del Paese più potente del Mondo, politiche che in questi mesi ha già chiaramente direzionato verso lo scetticismo diffuso nei confronti dei dati, delle ricerche e della scienza, a partire dai vaccini per proseguire con l’uso delle creme solari. Il suo MAHA – Make America Healty Again -, il piano presentato lo scorso maggio, celebra le virtù del prendere il Sole e non menziona mail il melanoma. La base dell’approccio di Kennedy è un complottismo nemmeno velato, secondo cui le Big Pharma, le autorità sanitarie e gli scienziati mentirebberro per ‘negare il Sole’ alle persone.
In realtà nessuno nega gli effetti positivi del Sole, ma si mette in guardia dall’eccesso e si raccomanda l’uso delle protezione, non da ultimo per contrastare anche altre conseguenze, come l’invecchiamento precoce della pelle o eventuali danni agli occhi.
Il melanoma in Italia
Quanto all’Italia, secondo il rapporto ‘I numeri del cancro 2024’, si stimano circa 12.900 nuovi casi di melanoma all’anno, con un’incidenza superiore per i maschi, in crescita costante negli ultimo dieci anni (+17%). Tra le cause, spiega Fondazione Airc, ci sono una maggiore esposizione ai raggi UV, sia derivanti dal Sole che dalle lampade e dai lettini abbronzanti, l’invecchiamento della popolazione e il miglioramento delle tecniche diagnostiche. Il melanoma colpisce soprattutto tra i 30 e i 60 anni e tra gli under 50 rappresenta il secondo tumore più frequente per gli uomini e il terzo per le donne. Nonostante la sua gravità, le prospettive sono positive se la diagnosi è precoce: la sopravvivenza a 5 anni supera l’88% negli uomini e il 92% nelle donne.
La regola ABCDE
Per individuare il tumore precocemente, è fondamentale fare visite dermatologiche periodiche, soprattutto se si hanno molti nei, pelle chiara o familiarità con questo tipo di cancro. Inoltre è importante controllare frequentemente l’aspetto dei propri nei, secondo una semplice e nota regola che individua gli elementi sospetti:
• Asimmetria
• Bordi irregolari
• Colore disomogeneo
• Dimensioni superiori ai 6 millimetri
• Evoluzione nel tempo per dimensione, colore o forma .
Oltre a questo, evitare scottature, proteggersi dal Sole e non usare lampade abbronzanti rimangono la base della prevenzione. Nonostante ogni complottismo e ogni moda, che si rischia di pagare cari.