Polemiche sulla terza rata del Pnrr, in Italia il 69% degli universitari vive con i genitori
- 21/07/2023
- Welfare
La terza rata del Pnrr è in arrivo dopo l’accordo tra governo e Commissione europea che rimanda alla quarta rata i 519 milioni di euro da destinare agli alloggi studenteschi.
La modifica, spiega una nota della Presidenza del Consiglio, è avvenuta al fine di “inserire una nuova milestone nella quarta rata; chiarire le condizioni e gli obiettivi della misura; correggere alcuni errori materiali”.
Non cambia il totale dei finanziamenti: la somma dei fondi da destinare all’Italia per il 2023 resta di circa 35 miliardi di euro. Cambia l’importo delle ultime due rate, dato che la terza erogherà 18,5 miliardi di euro (e non più 19), mentre dalla quarta rata l’Italia incasserà 16,5 miliardi (e non più 16). Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal Pnrr nel 2023 sarà dunque incassato per intero.
Il Ministro con delega al Pnrr Raffaele Fitto ha illustrato la soluzione trovata: il target quantitativo dei 7.500 posti letto per studenti da assegnare entro il 31 dicembre 2022 – sul quale si erano incagliati i discorsi con la Commissione Ue – viene trasformato in un obiettivo qualitativa. In sostanza l’Italia non dovrà più costruire nuovi posti letto ma dare avvio alle assegnazioni per raggiungere l’obiettivo di 60mila posti letto entro il 2026.
Non mancano le critiche delle opposizioni per il rinvio sugli alloggi destinati agli studenti universitari. Gli stessi protagonisti, a maggio, hanno protestato in tutta Italia per l’assenza di soluzioni accessibili, accampandosi con le tende fuori dagli atenei. Ma cosa dicono i dati a riguardo?
La crisi degli alloggi universitari in Italia
I numeri dell’ultimo rapporto Eurostudent sono netti: in Italia riesce ad entrare in uno studentato il 5% della popolazione universitaria totale, contro il 17% della media europea. La carenza italiana è l’insufficienza di posti letto pubblici che gli studenti possano affittare a canoni calmierati. Il mercato privato è inaccessibile a molti studenti: per un appartamento in condivisione, tra vitto e alloggio, uno studente spende mediamente 650 euro al mese.
Negli studentati c’è un grande risparmio per gli studenti e le loro famiglie, visto che gli affitti in media viaggiano intorno ai 200-250 euro al mese (dato in linea con il resto dell’Europa).
A mancare sono propri i posti letto a disposizione che in Italia, tra alloggi per il diritto allo studio e collegi universitari, sono poco più di 48.000. Le altre due economie europee più forti, Francia e Germania, ne contano rispettivamente 165.000 e 192.000. Il diverso numero di studenti universitari non basta a spiegare le diverse proporzioni dell’offerta pubblica, dal momento che in Italia gli universitari sono circa 1,7 milioni contro i circa 2,5 milioni degli altri due Stati.
Il mercato dello student housing
La carenza di edifici pubblici sta attirando gli investimenti dei privati. Lo student housing sta diventando un business goloso. Secondo un approfondimento di Savills, azienda leader nel settore immobiliare, nel primo semestre 2023 sono stati investiti 2,2 miliardi di euro sul real estate italiano e, per la prima volta, le asset class del settore living hanno performato meglio degli altri settori.
In Italia esiste una legge che regola la costruzione degli studentati, la 338 del 14 novembre 2000. Il testo prevede un cofinanziamento pubblico fino al 50% alle università e agli enti per il diritto allo studio che costruiscono o ristrutturano alloggi per studenti.
Le note negative arrivano dal documento ufficiale della Commissione per gli alloggi e residenze per studenti universitari che si riferisce al 2017. Qui si rileva che per tre bandi pubblici sono stati investiti 735 milioni di euro, ma il 15% dei posti letto finanziati nel 2007 e il 65% di quelli finanziati nel 2011, alla data del rapporto non erano ancora pronti. Il terzo bando, del 2016, ha impiegato 2 anni solo per arrivare al decreto che stabilisce la graduatoria dei progetti da finanziare.
A maggio scorso il governo italiano è intervenuto sul tema sbloccando i 660 milioni di euro previsti dal 2022 da destinare alla “acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore”, come scritto da Palazzo Chigi in una nota.
In Italia il 69% degli studenti universitari vive con i genitori, meglio, a livello europeo, solo Malta con il 73%. La differenza con la media europea è eloquente: nel Vecchio continente solo il 36% degli universitari vive ancora tra le mura domestiche (dati del rapporto “Social and economic conditions of student life in europe 2016-2018”).
La valutazione dei risultati ottenuti in materia di studentati inciderà sull’importo della quarta rata del Piano di ripresa e resilienza. E sul futuro di milioni di giovani italiani.
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