Il ceto medio è in crisi? Una petizione per salvarlo
- 27/02/2024
- Welfare
“Salviamo il Ceto Medio” è la petizione lanciata dalla Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità (Cida). Sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, promuovere una maggiore equità fiscale e incrementare le risorse disponibili a famiglie e imprese: questi gli obiettivi. Mercoledì 28 febbraio si terrà una mobilitazione nazionale, un Open Day dedicato alla firma della petizione dedicata al tema. L’evento avrà luogo nelle 11 sedi territoriali di tutte le Federazioni aderenti, con l’obiettivo di portare all’attenzione dei decisori politici il problema dell’erosione del ceto medio, “fenomeno che sta plasmando in modo pericoloso la struttura sociale del nostro Paese”.
Il ceto medio è in crisi?
Sono sempre più le persone che lamentano di non arrivare a fine mese con il proprio stipendio. Alcuni segnali di relativa crescita, però, ci sono stati: bonus dedicati alle famiglie, una maggiore attenzione da parte di aziende pubbliche e private rivolta al welfare dei propri dipendenti, un aumento dell’occupazione.
Per ripartire con più consapevolezza, mercoledì 28 febbraio alle 10 interverranno il Presidente Cida, Stefano Cuzzilla, i vicepresidenti Cida Antonio Giannelli (Presidente ANP) e Mario Mantovani (presidente Manageritalia) e Guido Quici (presidente Federazione Cimo-Fesmed) e rappresentanti di Governo e Parlamento.
“Si direbbe che siamo un Paese di poveri se quasi la metà degli italiani (il 47%) non dichiara redditi e dunque vive a carico di qualcuno – ha dichiarato Licia Cianfriglia segretario Cida Lazio -. I soli pensionati hanno pagato 50,03 miliardi di euro di Irpef, pari al 31,87% del totale. Il Centro Italia contribuisce con 38,2 miliardi pari al 21,83% del totale, di cui il 11,49% nel solo Lazio. La nostra regione è anche tristemente in testa nella classifica relativa al versamento pro capite per contribuente con i suoi 6.867 euro, contro una media di 5.932 euro per le regioni del Centro e di 5.585 euro a livello nazionale. Si tratta di un sistema iniquo ed insostenibile, che sta erodendo progressivamente e ingiustamente le condizioni economiche del ceto medio. Firmiamo la petizione CIDA per un sistema più giusto!”.
🇮🇹 Da nord a sud, passando per il centro.
📌 In occasione dell’#OpenDayCIDA di domani tutte le sedi nazionali e…
Pubblicato da Cida su Martedì 27 febbraio 2024
Gli obiettivi della petizione
La petizione “Salviamo il Ceto medio”, indirizzata alla Presidenza del Consiglio, al Ministro dell’Economia e al Ministro del Lavoro, che in pochi mesi ha quasi raggiunto le 50mila firme, si pone i seguenti obiettivi:
- sostenere il potere d’acquisto delle pensioni: applicare la perequazione per scaglioni in base all’art. 34 comma 1 legge 448/98 e all’art. 69, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388
- dare trasparenza e consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico: separare in maniera contabile la previdenza dall’assistenza
- dare maggiori opportunità di crescita retributiva: abolire il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo in applicazione dell’art. 19 del decreto-legge 112/2008
- valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori: eliminare i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate (Legge 92/2012 e art. 24 comma 11 DL 6 dicembre 2011 n.214)
- una maggiore equità fiscale: eliminare il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito, individuato dall’art.1 comma 629 Legge 27 dicembre 2019, n.160.
- aumentare le risorse disponibili a famiglie e imprese: ridurre la progressività delle aliquote Irpef evitando disparità di trattamento fra le diverse categorie di lavoratori.
- rafforzare il welfare pubblico a sostegno di chi ha effettivamente bisogno: attivare una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni.
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