Lettera a Giorgia Meloni: “Paese che invecchia sulle culle vuote, a discapito della natalità”
- 18/12/2023
- Welfare
“Scrivo questa lettera aperta a nome di tutte le donne italiane, madri, nonne, lavoratrici, che si trovano a fare i conti con l’aumento dell’Iva sui prodotti per l’igiene femminile e l’infanzia – ha scritto in una lettera destinata a Giorgia Meloni, Anna Rea, presidentessa dell’Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori -. Sono madre di tre splendidi figli, tra cui due femmine, e nonna di due bambini. Conosco bene i sacrifici, il peso e i costi legati alla famiglia. Oltre alla mia personale esperienza, sono tantissime le richieste di aiuto che raccogliamo presso i nostri sportelli Adoc, diffusi su tutto il territorio nazionale”.
Diffusa oggi, 18 dicembre, la presidentessa dell’Adoc ha scritto una lettera indirizzata alla premier nella quale ha raccolto, sotto un’unica voce, le testimonianze di chi si rivolge all’associazione in cerca di supporto, economico, per la maggior parte delle volte, ma anche emotivo.
“Presidente, Lei ha dichiarato che le priorità nell’agenda del suo Governo sono la famiglia e la natalità – ha continuato Rea -. Bene, ci chiediamo come conciliare le sue parole o, meglio, le sue promesse, con la decisione di aumentare l’Iva sui prodotti essenziali per la salute e la crescita dei bambini, per l’igiene delle donne e dei più fragili e non autosufficienti. Nella stessa manovra finanziaria, si propone di diminuire l’Iva sui prodotti non importanti come bevande alcoliche, tartufo e interventi estetici. Un non senso, le pare?”.
La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha chiuso la quattro giorni di Atreju, proprio ieri, domenica 17 dicembre, a Roma. Il raduno nazionale del partito che rappresenta, infatti, ha avuto al centro del dibattito anche il problema della natalità, tra le sfide presenti e future da affrontare.
La ministra Eugenia Maria Roccella si è espressa in merito sostenendo che non si tratta solo più di una questione economica, ma che il problema della denatalità è anche culturale e che “non abbiamo affatto alzato l’Iva sui pannolini, ma diminuita rispetto a quella che c’era prima che era del 22%. Abbiamo apprezzato l’assegno unico e lo stiamo difendendo dalla procedura d’infrazione Ue: lo abbiamo implementato. Abbiamo fatto molto e lo stiamo ancora facendo con questa finanziaria”. Molto, ma non abbastanza, è il sentimento comune che i dati dell’ultimo anno di dimissioni delle neomamme nei primi tre anni di nascita del primo o secondo figlio, hanno fotografato.
L’Iva “gate”
“In un momento in cui i prezzi di tutti i beni di prima necessità sono altissimi, i redditi delle famiglie sono falcidiati dal carovita, dai mutui, dagli aumenti esorbitanti delle bollette, questa misura rischia di avere un impatto negativo sulle persone. Non rappresenta solo un peso economico, già di per sé molto gravoso, ma un segnale di sfiducia nei confronti di un Paese che invecchia sulle culle vuote, a discapito della natalità che Lei dice tanto di voler sostenere”, ha continuato la presidentessa Rea.
Spese legate alle mestruazioni, quali l’acquisto di assorbenti o farmaci e i beni di prima necessità per l’infanzia, rappresentano un’uscita di denaro a carico delle donne e della famiglia che non collima con una politica proiettata sul nucleo familiare sul quale non si è investito a sufficienza.
La spesa delle famiglie
In un anno le famiglie spendono mediamente 2 mila euro per l’acquisto di pannolini e latte in polvere; gli alimenti per l’infanzia hanno subito incremento del 15% rispetto all’anno scorso; il costo medio per l’acquisto di pannoloni è di 1.570 euro, quello delle traverse per l’incontinenza è di 250 euro a famiglia.
“Parliamo delle donne, ma lo stesso discorso, in linea di massima, riguarda anche anziani, disabili e non autosufficienti che devono fare i conti con spese sempre eccessive legate alle proprie fragilità – ha sottolineato l’Adoc -. Come donna, come madre, chiedo a Lei Presidente e al suo Governo […] di riportare l’aliquota Iva al 5% e facciamo appello al suo buon senso, richiamando le promesse che lei stessa ha fatto al Paese, e di considerare tale emendamento. Questo non dovrebbe esser un argomento di destra o di sinistra, ma una causa giusta che tutti possono e dovrebbero sostenere”.
Domani, 19 dicembre 2023, insieme alla Uil, l’Adoc sarà in piazza Vidoni a Roma per dire “basta al carovita, alle speculazioni sui prezzi, alla politica dei bonus e alle discriminazioni”.
Le misure del governo
Il Governo ha varato una serie di misure contemplate nella legge di Bilancio 2024 e dedicate a donne e famiglia, volte a risolvere il problema denatalità. In particolare, i primi provvedimenti saranno destinati alle famiglie composte da almeno tre figli. Verranno stanziate risorse per il pagamento di rette degli asili nido e per promuovere il welfare aziendale, con più benefici per i lavoratori con figli.
Dal 1° gennaio 2024 ci sarà l’abrogazione del Reddito e Pensione di cittadinanza, in vigore dal 2019 e sostituito dall’Assegno di inclusione e dal Supporto per la Formazione e il Lavoro. Il ddl Bilancio estende al 2024 anche alcune misure già previste nel 2023 e saranno presenti anche nel 2024 il bonus bollette e la Carta Dedicata a te. Come si legge nella bozza del testo, uno degli interventi principali consiste nel bonus mamme 2024, uno sconto totale, fino a 3.000 euro annui, sui contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dal secondo figlio in poi.
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