Congedo parentale 2024: arriva l’indennità all’80% dello stipendio
- 09/01/2024
- Welfare
Il nuovo congedo parentale 2024 aumenta l’indennità del secondo mese dal 30% al 60%, che diventa 80% per il 2024. La legge di Bilancio, infatti, ha inserito una nuova norma che porterà i primi due mesi di congedo parentale a un indennizzo dell’80%. Sul punto occorre fare delle precisazioni.
Il congedo parentale 2024 prevede che, nel corso del nuovo anno, l’indennità per il primo mese sale dal 60% all’80% mentre il secondo mese rimarrà all’80% solo per le famiglie che terminano il congedo obbligatorio quest’anno.
In pratica, la Manovra ha aggiunto un’indennità pari all’80% della retribuzione per un mese entro il sesto anno di vita del bambino per i lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente al 31 dicembre 2023.
Le differenze tra i congedi
Giova ricordare che il congedo parentale è diverso da quello di maternità e paternità, perché:
– è facoltativo;
– va ripartito tra madre e padre;
– ha una durata differente;
– dà diritto a una minore percentuale di retribuzione.
Il congedo parentale spetta ai genitori entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi secondo le nuove norme, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi.
I mesi di congedo parentale possono essere utilizzati anche non consecutivamente ed essere ripartiti non equamente dalla coppia, ma nessuno dei due genitori può usufruire del congedo parentale per più di 6 mesi. I genitori possono usufruire il congedo parentale anche contemporaneamente.
Quanti sono i giorni di congedo parentale al 30%?
L’indennità standard del congedo parentale è pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo cumulativo non superiore a 9 mesi.
La retribuzione del mese all’80% del nuovo congedo parentale 2024 si applicherà ai soli lavoratori che terminano il periodo di congedo obbligatorio (di maternità o di paternità) in quest’anno solare. Sono esclusi quindi i genitori che abbiamo concluso la fruizione al 31 dicembre 2023. Per loro la retribuzione del congedo parentale resta invariata: il primo mese retribuito al 100% e i restanti 8 mesi retribuiti al 30%.
Come funziona il congedo parentale al 80%?
Nonostante entrambi i genitori possano usufruire di questi mesi di astensione facoltativa dal lavoro, in Italia quasi l’80% di chi usa il congedo parentale è donna, come risulta dall’elaborazione di Openpolis-Con i Bambini sui dati Istat relativi al periodo 2017-2021.
Questo dato testimonia ancora una volta il gap uomo-donna nel prendersi cura dei figli e lo svantaggio economico subito dalle donne, dal momento che il congedo parentale è retribuito per la maggior parte delle mensilità al 30%.
Secondo i dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato dell’Inps, nel 2022 la retribuzione media annua è costantemente più alta per il genere maschile, con una differenza di 7.922 euro (26.227 euro per gli uomini contro 18.305 euro per le donne).
Anche in questo caso, oltre al salary gap, pesa la diversa distribuzione delle mansioni domestiche che costringe molte donne-mamme ad accettare contratti di lavoro part-time per riuscire a gestire la famiglia.
In una recente intervista, la ministra Roccella ha recentemente dichiarato che: “Se non si comprende che fare meno figli è una tendenza legata al benessere, non si metterà a fuoco la vera sfida: accrescere lo sviluppo, i diritti, le libertà, rendendo la genitorialità sempre più compatibile con i nuovi bisogni, i desideri di oggi, i nuovi stili di vita. È con questo che bisogna fare i conti, è su questo piano che dobbiamo trovare soluzioni”.
Il nuovo congedo parentale 2024 va in questa direzione, ma per rispondere alle nuove esigenze cui fa riferimento la ministra occorrerà non cambiare direzione, e accelerare, sulle politiche che regolano le dinamiche lavorative di un Paese con gli stipendi ancora fermi al palo.
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