Il ruolo delle aziende per contrastare la denatalità, la ‘Rete Adamo’ si consolida
- 22/11/2023
- Welfare
Azioni concrete e collaborazione tra istituzioni e imprese, per supportare la genitorialità e contrastare la denatalità. L’Italia sta attraversando una fase di inverno demografico il cui contrasto è tra le priorità del governo e di aziende che hanno deciso di prendere parte attiva per cambiare le cose. Se ne è parlato oggi a Palazzo Madama, nel corso della conferenza stampa promossa dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, dal titolo ‘Denatalità: dall’analisi del contesto alle azioni’, a cui hanno partecipato Plasmon, Chicco ed Edenred.
Un’occasione per riflettere sulle cause del fenomeno e ancor più sulle possibili soluzioni. E per presentare i nuovi partner saliti a bordo della rete ‘Adamo’, il movimento collaborativo che coinvolge imprese, organizzazioni, cittadini e istituzioni che vogliano contribuire ad invertire il trend della denatalità agendo sul supporto alla vita familiare nel luogo di lavoro.
L’inverno demografico italiano
A livello di natalità, l’Italia da anni sta macinando un record negativo dopo l’altro. Nel 2022 ci sono stati 393mila nuovi nati, con un calo dell’1,7% rispetto al 2021, come evidenzia l’Istat nel Rapporto ‘Natalità e fecondità della popolazione residente – Anno 2022’. Non solo, ma in base ai primi dati provvisori, a gennaio-giugno 2023 le nascite sono state circa 3.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022; ci sono le premesse quindi per un ulteriore record al ribasso.
Ma perché gli italiani non fanno figli? Se spesso viene data la colpa a una cultura troppo individualista ed autoreferenziale, sondaggi e ricerche dicono un’altra cosa: l’ostacolo principale infatti sarebbe quello economico, connesso a una paura del futuro che sicuramente avvenimenti come pandemia e guerre hanno accentuato.
La ricerca ‘Figli: una ricchezza onerosa’, commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis, conferma che gli italiani vivono il contesto attuale come altamente incerto (54%) e problematico; il 37% di loro, quasi 4 persone su 10, ha timore per il futuro. Soprattutto, gli italiani vorrebbero avere più figli, ma l’aumento del costo della vita, gli stipendi bassi, la precarizzazione del lavoro e, per le donne, la paura di perdere il posto, uniti alla carenza di servizi diffusi e accessibili a tutti frenano la formazione di una famiglia o il suo allargamento.
Il progetto Adamo diventa ‘rete’
Il progetto ‘La Promessa di Adamo’, promosso da Plasmon, nasce nel febbraio 2023 insieme a Fondazione per la Natalità. In questi mesi vi hanno aderito anche Chicco e Edenred Italia, e oggi diventa una Rete con il coinvolgimento del partner tecnico Variazioni.
L’iniziativa parte da un’ammissione: “Non abbiamo la pretesa di risolvere da soli la decrescita demografica”. E per questo vuole incoraggiare le aziende a unire le forze, con il duplice obiettivo di elaborare proposte concrete per incentivare la genitorialità nei propri dipendenti e di analizzare le misure attuate in modo da individuare quali funzionino meglio. Il tutto, da condividere con le Istituzioni perché solo attraverso il fare rete e la sinergia tra i vari attori in campo le cose potranno cambiare.
Tra gli obiettivi della Rete infatti ci sono:
• una Carta degli Intenti condivisa
• la definizione di standard univoci di misurazione per il supporto alla genitorialità in azienda
• la definizione di standard univoci per il monitoraggio delle azioni implementate
Tra le misure già messe in atto dalle aziende e portate all’attenzione delle istituzioni dalla Rete Adamo, ci sono ad esempio il congedo parentale di otto settimane retribuito al 100% per il secondo genitore, la creazione di asili nido aziendali e l’introduzione di misure di welfare innovative che agevolino chi ha figli.
I commenti delle istituzioni e delle aziende
Il vicepresidente del Senato
“La crisi demografica comporterà enormi difficoltà sul piano sociale ed economico, ma anche su quello politico e culturale. Nei prossimi anni, ci troveremo sempre più a competere con aree del mondo ad altissima crescita, mentre noi avremo difficoltà a reperire forze attive, il nostro sistema sanitario e quello previdenziale avranno problemi di assestamento, la nostra influenza nel mondo sarà ridimensionata. Sono solo alcuni aspetti di uno scenario che abbiamo il dovere di invertire adesso, perché è già tardi”, ha dichiarato il vicepresidente del Senato Centinaio.
“L’attuale governo ha deciso di considerarla una priorità e la Legge di Bilancio in discussione prevede importanti misure in tal senso, come gli aumenti di bonus nido e congedo parentale e la decontribuzione per le lavoratrici madri, senza considerare l’incremento degli stipendi netti per le famiglie più in difficoltà. Ma è bene che esistano anche aziende consapevoli di questa urgenza, che promuovano pratiche virtuose come il Progetto Adamo”, ha concluso.
Fondazione per la natalità
Intervenuto da remoto, Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa che ha riunito istituzioni e aziende a discutere e analizzare un problema complesso che mina la stabilità socioeconomica del Paese: “La natalità è una partita più grande di quanto immaginiamo e siamo tutti convocati. L’idea che nel 2050 possa esserci ‘l’ultimo bambino’ porta le aziende ad avere una chiarezza di obiettivi che le istituzioni faticano ad avere. Lo Stato, i comuni, le Regioni possono aiutare in tanti modi, ad esempio modificando il sistema fiscale valorizzando la situazione familiare, abbassando le tariffe comunali delle mense e immaginare città a misura di bambini. Le aziende devono incentivare la natalità. Ognuno deve fare il suo. L’obiettivo che ci dobbiamo dare è arrivare nel giro dei prossimi 12 anni a 500 mila nuovi nati. Bisogna chiedere che sulla natalità ci siano delle regole a livello europeo. La natalità è un investimento, non è un costo”.
La Legge di Bilancio e gli altri strumenti di programmazione finanziaria, ha concluso De Palo, sono “una grande occasione per intervenire su questi temi sul medio e lungo periodo”.
Plasmon, Chicco, Edenred Italia
Alla conferenza stampa erano presenti i rappresentanti delle tre aziende aderenti alla ‘Rete Adamo’: Luigi Cimmino Caserta, responsabile affari istituzionali di Kraft Heinz (Plasmon), Marie-Caroline Baron, responsabile risorse umane Kraft Heinz (Plasmon), Corrado Colombo, commercial vice president Europe del gruppo Artsana (Chicco), e Simona Finazzo, public affairs director di Edenred Italia.
“Per la natalità il progetto lanciato da Plasmon per mettere su un unico tavolo aziende, istituzioni, famiglie, società scientifiche e società civile, oggi assume il ruolo della rete Adamo. Questa rete porta esempi concreti che permettono ai lavoratori delle tre aziende che in questo momento la costituiscono di usufruire delle policy che mettono le migliori condizioni possibili rispetto al concetto di genitorialità. E’ importante dare delle best practice alle istituzioni per capire quali incentivi dare, facendo andare anche altre aziende in questa direzione. Il progetto Adamo è aperto e, in partner con le istituzioni, tende a trovare delle soluzioni”, ha sottolineato Caserta nel suo intervento.
“Crediamo negli obiettivi del progetto e nell’importanza di condividere con altre aziende le buone pratiche che noi stessi abbiamo introdotto a supporto della natalità. Non posso non citare alcune buone pratiche, già attive in Edenred, come l’integrazione fino al 100% della maternità obbligatoria, l’integrazione fino al 50% del congedo parentale e forme di flessibilità organizzativa come la previsione di ulteriori due giorni di smart working per chi ha figli fino a due anni. L’adozione di piani di welfare hanno significative potenzialità che rendono possibile l’inclusività delle risorse umane nei luoghi di lavoro, contribuiscono alla parità di genere e contribuiscono a migliorare l’equilibrio vita-lavoro per tutta la popolazione genitoriale”, ha spiegato Finazzo.
Da parte sua Colombo ha spiegato: “Per il problema della mancanza di natalità dall’analisi bisogna passare all’azione: confrontarsi con aziende sensibili a questa tematica per passare da una progettualità ad una vera rete, che possa condividere le buone pratiche e possa portare ciò che funziona in ogni singola azienda, magari come esempio per le altre. Dobbiamo porci come rete, come interlocutori di valore per fare sistema insieme alle istituzioni pubbliche e al governo, perché solo con la sinergia tra privato e pubblico possiamo veramente portare dei cambiamenti strutturali. Noi da sempre abbiamo un osservatorio privilegiato sulle esigenze delle famiglie e dei genitori che ci ha portato a comprenderne le evoluzioni nel tempo. L’88% delle famiglie ci dice che oggi è più difficile essere genitori“.
“La nostra missione è quindi quella non solo di essere alleati con i nostri prodotti e servizi, ma anche alleggerire il ruolo di queste famiglie, anche economicamente. Nel 2006 ad esempio noi come azienda abbiamo aperto l’asilo aziendale cui possono accedere i figli dei nostri dipendenti con tariffa agevolata ma anche le persone della comunità locale. A questo intervento concreto – ha assicurato infine – ne sono seguiti degli altri, tra cui sconti alle famiglie, voucher per iscrivere i bambini ai campi estivi, programmi di coaching alle mamme per quando rientrano a lavoro dopo la maternità. Ci sono delle azioni concrete, grandi e piccole, che possono davvero cambiare un po’ la narrativa e il ruolo della genitorialità per supportare la natalità nel nostro Paese”.
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