Fringe benefit a sostegno delle famiglie italiane
- 10/04/2024
- Welfare
Nel 2024, l’economia italiana si prepara a una crescita dei consumi dello 0,8%, trainata da uno strumento chiave: i fringe benefit. Questi incentivi, sempre più diffusi nel panorama aziendale, sono stati oggetto di uno studio commissionato da Edenred Italia e condotto da The European House – Ambrosetti. I risultati sottolineano il ruolo fondamentale dei fringe benefit nel sostenere il benessere economico delle famiglie.
L’adozione dei fringe benefit da parte delle aziende si è dimostrata correlata all’andamento dei consumi. Questi benefit, sotto forma di buoni acquisto, offrono ai lavoratori un’opportunità per aumentare il loro potere d’acquisto in diverse categorie, dall’alimentare al carburante, dall’istruzione alla genitorialità.
L’anno 2020, segnato dalla pandemia, ha visto un incremento nell’utilizzo dei fringe benefit, grazie ai provvedimenti che hanno progressivamente ampliato i benefici fiscali ad essi associati.
La soglia di detassazione differenziata, introdotta nel secondo semestre del 2023, ha avuto un impatto significativo sui consumi delle famiglie, registrando un aumento del 3,4% rispetto al 2019. Questo incremento ha contribuito a stimolare l’economia, portando a un confronto positivo anche nel secondo semestre del 2023 rispetto al 2022.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit rappresentano un vero e proprio asso nella manica per migliorare il benessere finanziario dei lavoratori e delle loro famiglie. Ma cosa sono esattamente?
Si tratta di un insieme di benefici extra-salariali offerti dalle aziende ai propri dipendenti, sotto forma di vantaggi non monetari. Questi privilegi possono assumere molteplici forme, come buoni acquisto, servizi di assistenza sanitaria, sussidi per la formazione o l’istruzione, assegni per la cura dei figli e molto altro ancora.
La caratteristica peculiare dei fringe benefit è che sono esenti da tassazione IRPEF e addizionali comunali e regionali, rendendoli particolarmente allettanti sia per i lavoratori che per le aziende. Oltre a migliorare la soddisfazione dei dipendenti e la fedeltà aziendale, i fringe benefit giocano un ruolo cruciale nel favorire la motivazione e l’engagement dei lavoratori, contribuendo così a una cultura aziendale positiva e orientata al benessere.
Il potenziale inesploso dei fringe benefit
La ricerca condotta da The European House-Ambrosetti ha rivelato un panorama contrastante nell’adozione dei fringe benefit da parte delle aziende italiane nel 2023. Solo il 28% delle 273 aziende intervistate ha offerto ai propri dipendenti fringe benefit fino alla soglia massima di esenzione di 3.000 euro, mentre il 40% ha scelto di non adottarli, temendo possibili disparità e malcontento tra i lavoratori.
Tuttavia, nonostante queste esitazioni, il sondaggio ha anche evidenziato un’ampia consapevolezza del valore dei fringe benefit. Infatti, ben il 96% delle aziende li considera come un acceleratore di benessere e inclusione per i dipendenti. La ricerca ha inoltre rivelato che quattro intervistati su cinque ritengono fondamentale che le soglie di esenzione siano uniformi per tutti i dipendenti, una condizione che potrebbe facilitare una maggiore adozione di questo strumento.
Questi risultati indicano un potenziale inesploso nei fringe benefit, che potrebbero diventare un motore di inclusione e benessere per un numero ancora maggiore di lavoratori. Promuovere l’equità nelle politiche aziendali relative ai fringe benefit potrebbe non solo ridurre le disparità tra i dipendenti, ma anche incentivare una maggiore adesione da parte delle aziende, contribuendo così alla crescita economica complessiva e al miglioramento del tenore di vita dei lavoratori italiani.
Incremento delle soglie di detassazione
La Legge di Bilancio per il 2024 ha introdotto importanti modifiche alle soglie di detassazione dei fringe benefit. Questa nuova disposizione prevede un aumento della soglia per i dipendenti senza figli a carico, portandola da 258,23 a 1.000 euro, e una corrispondente riduzione per i dipendenti con figli a carico, abbassandola da 3.000 a 2.000 euro. Secondo The European House – Ambrosetti, questa rinnovata impostazione potrebbe incentivare una maggiore adozione dei fringe benefit da parte delle aziende.
L’effetto di questo cambiamento potrebbe riflettersi positivamente sui consumi delle famiglie nel corso dell’anno, con una prevista crescita dello 0,8% rispetto al 2023. In un contesto economico segnato da una forte pressione inflattiva, i fringe benefit si confermano come uno strumento fondamentale per il benessere finanziario delle famiglie italiane.
Risorsa antinflazione
In un panorama economico segnato da una crescente pressione inflattiva, i fringe benefit si confermano come un baluardo cruciale per il benessere finanziario delle famiglie italiane. Nel 2022, la forte inflazione ha eroso il reddito disponibile delle famiglie meno abbienti di oltre un terzo, una tendenza che è continuata nel 2023 con un ulteriore calo del 4%. In questo contesto, i fringe benefit sono emersi come un’ancora di stabilità, permettendo alle famiglie di alleviare il peso delle spese quotidiane soggette ai maggiori tassi di inflazione.
Nel 2023, più del 76% dei buoni acquisto rimborsati da Edenred Italia è stato utilizzato per l’acquisto di prodotti alimentari e carburanti, settori che hanno subito un aumento dei prezzi superiore alla media. Questo dimostra l’importanza dei fringe benefit nel garantire l’accesso a beni di prima necessità nonostante l’aumento dei costi.
Nonostante il loro potenziale, i fringe benefit e altre forme di welfare aziendale rimangono ancora sottoutilizzati. Mentre il welfare pubblico ha sostenuto il 37,6% delle entrate delle famiglie nel 2021, le prestazioni private, tra cui i fringe benefit, hanno contribuito solo al 2,7%. Questo suggerisce che c’è ancora un ampio margine di crescita per l’adozione dei fringe benefit, che potrebbero avere un impatto significativo sui redditi delle famiglie italiane.
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