Ecco perché è importante un Fondo per le donne e le discriminazioni
- 12/12/2023
- Welfare
Diritti delle donne e uguaglianza di genere sono spesso parole a cui non corrispondono fatti. In Italia, però, qualcosa sta cambiando e a dimostrarlo sono le (ancora poche) organizzazioni e associazioni del terzo settore. Limitate da risorse scarne e costrette a lavorare in contesti difficili, queste realtà non trovano il giusto spazio di manovra e raramente riescono ad ottenere un riscontro valido a livello istituzionale.
La mancanza di risorse e dati validi le costringe a puntare quasi tutte le energie sull’emergenza del contrasto alla violenza e poco più resta per lavorare sul cambiamento sistemico e sulle cause strutturali della stessa, prima fra tutte la disoccupazione femminile e la fragilità economica delle donne.
A svelarlo è stato il primo report sul movimento femminista italiano condotto da Semia-Fondo delle Donne Ente Filantropico. L’indagine realizzata dalla neonata fondazione ha identificato oltre mille realtà che si occupano di questioni di genere sul territorio nazionale. Quest’ultime sono localizzate in prevalenza al Nord e a Centro Italia, di cui oltre il 40% nelle aree metropolitane, più ricche e servite, con un’aggregazione considerevole nell’area metropolitana di Roma (15,71%).
Il cambio di rotta
In pratica, il report, che verrà presentato il 14 dicembre alla Casa Internazionale delle donne (via della Lungara, 19), intende mettere in luce le altre problematiche legate a violenza e discriminazione, quali:
- le barriere all’accesso e la discriminazione sui luoghi di lavoro,
- la carenza di educazione economico-finanziaria,
- l’impari distribuzione dei lavori di cura e l’educazione alla leadership restano terreni labili e ancora di nicchia, proprio in un Paese in cui, secondo l’Indice di Uguaglianza di Genere (GEI) del 2023 calcolato dall’European Institute for Gender Equality (EGEI), l’area più critica è proprio quella della disoccupazione e della “malaoccupazione” femminile, dove i considerevoli livelli di disuguaglianza tra i generi relegano il nostro Paese in ultima posizione tra tutti gli Stati membri.
Gli ultimi dati Inps sui lavoratori dipendenti del settore privato rivelano che le donne guadagnano otto mila euro l’anno in meno degli uomini. Nello specifico, lo stipendio medio annuo per gli impiegati è 26.227 euro mentre per le colleghe scende a 18.305 euro. Come se non fosse abbastanza, il gender pay gap sembra in aumento, infatti nel 2021 era di 7.908 euro mentre nel 2022 raggiungeva i 7.922.
Il movimento Lgbtqi+
Un dato che migliora la situazione è l’ampio segmento che vede i diritti LGBTQI+ tra le proprie priorità (15%), mentre il 53,80% dei rispondenti al sondaggio include il supporto alla popolazione LGBTQI+ tra le sue attività. Questo dato misura l’effettiva “intersezionalità” del movimento sui temi delle minoranze di genere. Tuttavia, minore è il numero delle organizzazioni che includono tra le proprie attività il contrasto al razzismo, la disabilità e il cambiamento climatico, tematiche ancora scarsamente supportate nel nostro territorio.
Oltre il 70% delle associazioni femministe italiane sono di piccole dimensioni e sono composte da massimo 15 persone, di cui l’85% lavora su base volontaria. Spesso sopravvivono di autofinanziamento e solo un 15% di esse può contare sul sostegno economico di fondazioni italiane.
“Proprio per questo è nato il primo fondo femminista italiano – ha dichiarato Miriam Mastria, Direttrice di Semia -. I fondi delle donne sono fondazioni speciali che sollecitano, raccolgono ed erogano fondi per supportare in maniera capillare il movimento per i diritti delle donne e di genere. Attualmente, ci sono oltre 40 fondi femministi in tutto il mondo che operano in network e in partnership con la filantropia privata e le istituzioni pubbliche, ottenendo importanti risultati nel progresso verso la parità di genere. Finalmente anche il movimento femminista italiano ha il suo fondo: Semia si considera parte integrante e si pone come un’alleata del movimento, è una fondazione giovane, fatta di professioniste del terzo settore. Semia è al servizio delle realtà territoriali, a supporto materiale delle organizzazioni che si occupano dei diritti delle ragazze, le donne, le persone trans e non binarie, per l’autodeterminazione di tutte. Perché attraverso la libera espressione di ciascuna, si possa realizzare il progresso corale dell’intera società”.
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