Bonus asilo nido 2025, ritardi nella procedura e incertezze sull’importo
- 11/03/2025
- Welfare
Anche nel 2025 le famiglie italiane potranno beneficiare del bonus asilo nido, un sostegno economico pensato per chi ha figli da 0 a 3 anni e deve affrontare il pagamento delle rette degli asili pubblici o privati. L’incentivo può arrivare fino a un massimo di 3mila euro all’anno, erogati in rate mensili. Tuttavia, quest’anno il ritardo nell’attivazione della piattaforma per presentare la domanda sta generando incertezza tra le famiglie.
Procedura in ritardo
Per ottenere il bonus nido, è necessario presentare domanda attraverso la piattaforma online dell’Inps, accedendo con Spid o Carta d’Identità Digitale. Negli anni scorsi, le richieste potevano essere inoltrate già a febbraio, ma nel 2025, con l’avvicinarsi della metà di marzo, la piattaforma non è ancora attiva.
Le cause di questo ritardo non sono state ufficialmente chiarite, ma si ipotizzano diverse possibilità: potrebbe trattarsi di una revisione dei requisiti di accesso, di rallentamenti amministrativi o di ritardi nell’assegnazione dei fondi necessari.
Chi può accedere al bonus asilo nido?
Per poter richiedere il bonus è necessario rispettare alcuni requisiti fondamentali:
- Il bambino deve avere un’età compresa tra 0 e 3 anni;
- Il richiedente deve avere la residenza stabile in Italia;
- È necessario presentare la documentazione relativa al pagamento di almeno una mensilità della retta dell’asilo (oppure l’inserimento in graduatoria per gli asili pubblici, in cui il pagamento avviene successivamente).
A quanto ammonta il bonus?
L’importo massimo erogabile dipende dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee):
- Fino a 3mila euro all’anno per chi ha un Isee inferiore a 25mila euro.
- Fino a 2.500 euro all’anno per chi ha un Isee compreso tra 25mila e 40mila euro.
- Fino a 1.500 euro all’anno per chi ha un Isee superiore ai 40mila euro.
Tuttavia, la somma erogata non può mai superare l’importo effettivo della retta pagata dall’utente. Questo significa che, anche se il massimo teorico del bonus è di 3mila euro, nella pratica l’importo riconosciuto dipenderà dalla spesa reale per l’asilo nido.
Dubbi sull’importo ridotto nel 2025
Una delle questioni più discusse riguarda il possibile importo ridotto del bonus nel 2025. Lo scorso anno l’incentivo è stato suddiviso in 11 mensilità, da febbraio a dicembre, con un massimo di 272,73 euro al mese. Tuttavia, dal momento che quest’anno la domanda verrà presentata più tardi, il pagamento non potrà partire da febbraio, ma solo da marzo o aprile. Questo potrebbe tradursi in un importo totale inferiore rispetto agli anni precedenti, soprattutto se non verranno stabilite misure per recuperare le mensilità perse.
Quanti asili nido ci sono in Italia?
Nonostante il miglioramento dell’offerta, gli asili nido in Italia sono ancora troppo pochi. Nel 2022, erano disponibili circa 366.000 posti, il dato più alto mai registrato, con una copertura media nazionale di 30 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni. Questo rappresenta un miglioramento rispetto ai 28 posti del 2021, ma rimane ancora al di sotto del target europeo del 33% fissato per il 2020 e del nuovo obiettivo del 45% da raggiungere entro il 2030.
La situazione varia significativamente a livello territoriale:
- Le regioni del Centro-Nord hanno superato il target europeo del 33%, con alcune città che raggiungono oltre il 60% (es. Nuoro, Sassari e Ferrara);
- Al Sud, i tassi di copertura sono molto più bassi, con regioni come Calabria, Sicilia e Campania che si attestano tra il 13% e il 16%.
Il Pnrr prevede la creazione di ulteriori 264.480 posti entro la fine del 2025 per migliorare la copertura complessiva.
Avere pochi asili nido è un ostacolo alla natalità del Paese. Molte coppie desistono dall’avere figli perché non avrebbero nessuno a cui affidarli. Negli ultimi anni, questo fenomeno si è aggravato con la migrazione interna che porta molti giovani lontani dai propri genitori, i papabili nonni dei nascituri, il più potente strumento di welfare italiano. Anche quando si trovano i posti, spesso le rette sono troppo elevate rispetto ai salari italiani. In questo contesto interviene il bonus nido, mentre resta aperta la sfida di aumentare i servizi all’infanzia presenti nella penisola.