Aziende bocciate in welfare: per 2 dipendenti su 3 non fanno abbastanza
- 23/01/2024
- Welfare
Di welfare aziendale ultimamente se ne parla tanto ma forse nel concreto si fa poco, almeno a sentire i diretti interessati: 2 dipendenti su 3 non sono contenti della propria azienda, ritengono infatti che questa non faccia abbastanza per il benessere del proprio personale. Il dato è messo in luce dall’Osservatorio Sanità di UniSalute e Nomisma che ha intervistato 1200 italiani sui temi del welfare in azienda, focalizzandosi sull’aspetto della salute.
Italiani e salute
Partiamo dal presupposto che per gli italiani la salute rimane un elemento centrale, tanto che, sempre secondo l’Osservatorio, a fronte dell’impennata dei prezzi degli ultimi due anni i nostri concittadini non rinunciano a visite e cure ma piuttosto a beni e servizi considerati meno essenziali. In particolare sembra che la pandemia abbia avuto un forte impatto in questo senso. Rispetto a 5 anni fa, il 37% degli italiani ha dichiarato di essere più interessato di prima al proprio benessere fisico, e un terzo si è dichiarato più attento al benessere psicologico, con un picco del 40% nella fascia 18-29 anni.
Tuttavia non è bassa la percentuale di chi afferma di aver ridotto le spese sanitarie (28%), con una differenza significativa tra uomini (24%), e donne (32%).
Per prendersi cura della propria salute, gli italiani hanno due opzioni: la sanità pubblica e quella privata. La spesa totale nel 2021 è arrivata a 167,8 miliardi di euro, pari al 9,1% del Pil, di cui il 76% pubblica e il 24% privata. Sono molti gli italiani che scelgono di ricorrere alla sanità privata, soprattutto per la comodità e per le lunghe liste d’attesa che spesso non consentono di accedere alla prestazione nel pubblico, ma a volte anche per seguire l’idea, o per meglio dire il pregiudizio, che il privato sia migliore.
Spesa sanitaria privata e spesa pubblica
Ecco dunque che nel 2021 la spesa sanitaria privata ha raggiunto il valore più alto di sempre, pari a 41 miliardi di euro (in aumento del 7,4% rispetto al 2020) per poi scendere nel 2022 a 38 miliardi di euro (-7,3%, dati Osservatorio Think Thank Welfare Italia 2022). Si tratta di una spesa composta da fondi e assicurazioni e da spesa out-of-pocket, ovvero quella pagata di tasca propria dal cittadino, che copre l’89,1% della spesa privata, soprattutto per:
• acquisto di farmaci, occhiali, apparecchi acustici, ecc. (39,7% del totale)
• assistenza ambulatoriale curativa e riabilitativa (36,5%)
• long-Term Care (11,6%)
• servizi accessori (7%)
• assistenza ospedaliera curativa e riabilitativa (3,5%)
• assistenza preventiva (0,2%).
La spesa pubblica invece nel 2020 è aumentata fino a 123 miliardi, pari al 7,5% del Pil, per poi scendere nel 2021 a 127 miliardi (7,1% del Pil).
Sanità integrativa tra le forme di welfare più diffuse nelle aziende
In questo contesto si inseriscono le aziende, per le quali introdurre dei benefit è vantaggioso perché migliora l’immagine che ne hanno i dipendenti. Dipendenti più contenti infatti significa dipendenti che lavorano meglio e di più, e che saranno anche ‘testimonial’ del brand all’esterno.
E la sanità integrativa, ovvero quella forma di tutela che permette di integrare e/o sostituire le prestazioni pubbliche, è una delle forme di welfare più diffuse:
• buoni pasto o mensa (50% delle aziende)
• servizi di sanità integrativa (46%)
• percorsi di formazione (42%)
• fondi pensione (39%)
• buoni spesa/gift card (29%).
Tuttavia, solo il 42% dei lavoratori è soddisfatto di quanto offerto dal proprio datore di lavoro per quanto riguarda la sanità integrativa, tanto che il 27% pensa che avrà bisogno di stipulare un’assicurazione sanitaria individuale nei prossimi mesi. Questo tipo di tutela, infatti, è diventato sempre più un’alternativa al Servizio Sanitario Nazionale.
In questo ambito, i benefit più utilizzati sono:
• rimborso delle spese per visite ed esami, privati o tramite Ssn (71% dei dipendenti)
• prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati (68%)
• pacchetti di prevenzione e check-up (60%)
• pacchetti maternità (16%)
• copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (16%)
• servizi di telemedicina (12%).
Ma ci sono ancora molte aziende che non prevedono alcuna forma di welfare, il che non è molto apprezzato dai dipendenti: il 79% di essi vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurre dei benefit, ed in particolare proprio riguardanti la sanità integrativa (79%).
Segnali chiari, dunque, per gli imprenditori.
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