Allattamento materno, quanto è diffuso? Tutti i numeri
- 11/03/2024
- Welfare
L’allattamento materno, un pilastro fondamentale per la salute e il benessere dei neonati italiani, si rivela ancora un traguardo da raggiungere per molti. Con soli due terzi dei neonati sani, di peso adeguato e nati a termine che beneficiano esclusivamente del latte materno alla dimissione dalla Maternità, emerge chiaramente una lacuna nell’adozione di questa pratica vitale. I numeri parlano chiaro: solo il 67,3% dei 33.367 neonati analizzati gode di questa benefica pratica al momento della dimissione.
Dalla nascita alla nutrizione: sfide e soluzioni
Il Rapporto sulla fase iniziale del progetto inter-societario di tutela e promozione dell’allattamento materno rivela una serie di sfide e opportunità.
Una delle principali sfide riguarda la pratica del ‘pelle a pelle’ (Skin-to-skin contact o SSC), che non viene eseguita nel 4,5% dei punti nascita. Inoltre, mentre nel 43,8% dei casi viene eseguita solo dopo il parto vaginale, nel restante 51,7% sia dopo il parto vaginale che dopo il cesareo. È essenziale notare che su un campione di 6.304 neonati a termine sani, solo il 76,9% ha effettivamente praticato lo SSC in sala parto dopo il parto vaginale.
Altrettanto significativo è il concetto di “rooming-in“, inteso come l’estensione della permanenza del neonato con la madre per almeno 20-24 ore dopo il parto. Sebbene questa pratica sia prevista in tutti i punti nascita considerati, viene effettivamente applicata solo nell’83,4% dei casi su un campione di 6.735 neonati a termine sani con peso alla nascita normale (≥2.500gr). Questi dati mettono in luce la necessità di implementare in modo più efficace politiche volte a sostenere il contatto continuo tra madre e neonato nelle prime ore di vita.
Policy aziendale sull’allattamento
Per affrontare queste criticità, è stato avviato il progetto inter-societario di tutela e promozione dell’allattamento materno, noto come Policy aziendale sull’allattamento (Paa), che ha raccolto l’adesione di 62 aziende sanitarie, con un totale di 111 punti nascita, provenienti da varie regioni italiane. Il progetto triennale Paa, che si completerà a metà 2025, è stato avviato dalle società scientifiche che si occupano dell’assistenza perinatale e dalle federazioni nazionali delle ostetriche e degli infermieri (nello specifico Sin, Sip, Sigo, Sinupe, Aogoi, Fnopo, Fnopi, Sin Inf e Sipinf, d’intesa con l’associazione dei genitori Vivere Ets).
Il progetto mira a incrementare il tasso di allattamento in ospedale attraverso interventi mirati:
- Linee guida aziendali a sostegno dell’allattamento.
- Formazione del personale sanitario perinatale.
- Implementazione di protocolli adeguati sull’allattamento.
- Diffusione delle pratiche facilitanti come il ‘pelle a pelle’ e il rooming-in.
In particolare, la formazione del personale dell’area perinatale (ostetrici-ginecologi, ostetriche, pediatri/neonatologi, infermieri) risulta essere un aspetto cruciale, anche se attualmente copre solo il 56,2% dei professionisti.
La forza del progetto PAA risiede nel fatto che gli interventi proposti sono stati identificati da un gruppo di lavoro nazionale composto da professionisti sanitari e esperti nella promozione dell’allattamento. Questa collaborazione multidisciplinare, che coinvolge società scientifiche e federazioni professionali, offre un solido fondamento per raggiungere gli obiettivi prefissati e migliorare la pratica dell’allattamento materno in Italia.