Prematuro 1 neonato su 10, oltre 150 milioni in 10 anni
- 17/11/2023
- Fertilità
Sono circa 27mila all’anno in Italia i neonati prematuri, nati prima delle 37 settimane di gravidanza, circa uno su 10 (7-10%): di questi, circa 4mila (lo 0,9-1%) sono quelli nati molto pretermine, prima delle 32 settimane (dati CedAp 2022). In loro onore si celebra il 17 novembre la Giornata mondiale della Prematurità (World Prematurity Day), importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la consapevolezza sui problemi legati alla nascita prematura.
La giornata è stata avviata dall’European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI) e dalla collaborazione di organizzazioni di genitori europee nel 2008. I cofondatori internazionali, LittleBigSouls (Africa), March of Dimes (USA) e National PremieFoundation (Australia), si sono uniti alle celebrazioni e hanno reso la Giornata mondiale della prematurità un movimento intercontinentale. Nel frattempo, innumerevoli individui e organizzazioni provenienti da più di cento Paesi uniscono le forze con attività, eventi speciali e si impegnano ad agire per aiutare ad affrontare la nascita pretermine e migliorare la situazione dei bambini prematuri e delle loro famiglie.
Questa giornata mira a evidenziare le sfide affrontate dai neonati prematuri e a sottolineare l’importanza di un intervento precoce per prevenire eventuali disturbi del neurosviluppo. Simboli della Giornata il colore viola e un piccolo paio di calzini viola tra nove a grandezza naturale, a simboleggiare che un bambino su dieci nasce pretermine in tutto il mondo. Tema globale del 2023 è ‘Gesti semplici, grandi risultati. Contatto immediato pelle a pelle ovunque, per ogni neonato’.
Contatto pelle a pelle
Il contatto pelle a pelle con un genitore è uno dei trattamenti più potenti che un neonato può ricevere, come evidenzia la EFCNI, e per questo ogni bambino ha il diritto di beneficiare sempre della vicinanza dei genitori. Il contatto pelle a pelle continuo e prolungato, infatti, produce effetti documentati, tra cui migliore regolazione termica, migliore produzione di latte materno, prevenzione delle infezioni, facilitazione positiva degli effetti fisiologici, comportamentali.
I bambini nati pretermine, anche quando risolvono i loro problemi di salute, devono comunque cimentarsi in un percorso con una posizione di partenza svantaggiata. L’iniziale sovraesposizione allo stress, dovuta al micro e macro ambiente e agli stimoli dolorosi, incide nel loro sviluppo neuropsichico. Richiedono attenzioni e premure pazienti a casa, all’asilo, e poi a scuola – si legge nel focus – per dare loro il tempo di allinearsi con gli altri bambini. Tuttavia, è importante considerare che si tratta di bambini pronti alla vita, che possono sorprendere per le loro conquiste e per la loro capacità resiliente di far fronte a un passato traumatico, fatto di paura, rumore, dolore, ancor più difficile per creature nate troppo presto.
La prematurità è un problema significativo in ambito sanitario, con impatti notevoli sulla vita dei neonati prematuri e delle loro famiglie. L’intervento precoce è cruciale per fornire il supporto necessario e minimizzare gli effetti a lungo termine che la prematurità può avere sullo sviluppo neurologico e cognitivo dei bambini.
Rischio di disturbi del neurosviluppo
L’incidenza della prematurità è in aumento in quasi tutte le nazioni, evidenzia la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia). Le difficoltà non si limitano ai primi anni di vita del bambino, ma possono evidenziarsi anche successivamente, in età scolare per esempio, soprattutto nei soggetti nati estremamente pretermine, rimarcano i neuropsichiatri. Stando ai dati più recenti della letteratura scientifica, nei soggetti gravemente prematuri, in età scolare i punteggi di Qi (una delle misure espresse per la valutazione delle funzioni intellettive del bambino), anche se nei limiti della norma, possono essere mediamente inferiori di circa 11-15 punti standard rispetto ai soggetti nati a termine di pari età.
La prolungata osservazione dei neonati prematuri fino all’età scolare ha rivelato un panorama diverso delle sequele, evidenziando un aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo che vanno oltre le classiche paralisi cerebrali infantili o le disabilità intellettive. Questi disturbi possono essere meno gravi in apparenza ma hanno un impatto significativo sull’apprendimento e sulla qualità della vita dei bambini coinvolti. Coinvolgono più funzioni adattive e possono influenzare l’area della comunicazione, dell’interazione sociale e delle funzioni di regolazione e attenzione.
La diversità espressiva di questi disturbi varia, ma può estendersi fino a quadri conclamati di disturbo dello spettro autistico o di disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD). Questa comprensione più approfondita delle sequele a lungo termine nei neonati prematuri sottolinea la necessità di continuare a investire nella ricerca e nelle pratiche mediche per migliorare la qualità della vita di questi bambini e delle loro famiglie.
La tempestività della diagnosi, la presa in carico del piccolo paziente e della sua famiglia e l’intervento precoce – insistono i neuropsichiatri – sono essenziali per la riduzione dei rischi che una nascita pretermine può comportare, unitamente alla strutturazione di un ambiente arricchito che possa promuovere lo sviluppo del bambino anche attivando la plasticità cerebrale massima nei primi anni di vita e partendo dal sostegno ai genitori e dal loro coinvolgimento nel percorso di cura. La centralità della famiglia nell’intervento riabilitativo determina infatti un importante effetto positivo non solo sul bambino, ma anche sulla prognosi, riducendo il rischio di difficoltà emotivo-affettive anche a lungo termine e potenziando l’efficacia genitoriale.
Follow-up del neonato pretermine
Negli anni la scienza ha fatto molto per permettere ai prematuri di diventare grandi e sani. Oggi anche per i bambini che nascono prima delle 27-28 settimane di gravidanza la possibilità di sopravvivere è alta, superiore al 70%, come evidenziano gli specialisti. Tuttavia, all’aumento della sopravvivenza non corrisponde una simile drastica diminuzione delle problematiche presentate a distanza di anni. L’incidenza dei disturbi del neurosviluppo nei bambini nati pretermine è stimata intorno al 20%, mentre la paralisi cerebrale infantile colpisce circa il 10% dei neonati con prematurità di grado elevato e rappresenta la causa più frequente di disabilità motoria nei bambini.
Le nuove tecniche di studio con risonanza magnetica cerebrale – illustrano i neuropsichiatri dell’infanzia e adolescenza – stanno dimostrando sempre di più che nascere pretermine può compromettere la maturazione cerebrale, soprattutto per i più prematuri. L’altra faccia della medaglia in questo contesto è che la maturazione cerebrale al di fuori dell’ambiente intrauterino è anche facilmente modificabile grazie alle caratteristiche di plasticità del sistema nervoso in via di sviluppo, cioè alla sua capacità di riorganizzarsi in modo funzionale in risposta a cambiamenti e a esperienze ambientali.
Recentemente la Società italiana di neonatologia (Sin) ha pubblicato la nuova edizione del manuale sul follow-up del neonato pretermine, a cui la Sinpia ha collaborato attivamente. Il manuale, oltre a sottolineare quanto sia indispensabile continuare il follow-up almeno fino all’età scolare, ne ha ridefinito gli obiettivi principali tra cui la prosecuzione delle cure dopo la dimissione dalla Tin, la valutazione degli outcome clinici a breve e lungo termine, gli interventi precoci sui bambini più fragili e l’analisi dell’efficacia a lungo termine dei nuovi approcci terapeutici-assistenziali. Lo stesso manuale ha evidenziato come siano ancora pochi in Italia i servizi che riescono ad effettuare il follow-up dei nati pretermine in modo sistematico fino almeno all’ingresso dei bambini a scuola, come sarebbe invece auspicabile.
L”emergenza silenziosa’ della nascita prematura
Anche il Fondo Onu per l’infanzia (Unicef), l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la Partnership for maternal, newborn & child health (Pmnch), l’alleanza per la salute e il benessere di donne, bambini e adolescenti lancia l’allarme sull”emergenza silenziosa’ della nascita prematura, a lungo sottovalutata nella sua portata e gravità e rileva che i tassi di nascite premature non sono cambiati in nessuna regione del mondo nell’ultimo decennio, con 152 milioni di bambini vulnerabili nati troppo presto tra il 2010 e il 2020.
La nascita prematura – ricordano le tre organizzazioni – è oggi la principale causa di morte fra i bambini, essendo responsabile di oltre 1 su 5 di tutti i decessi di bambini avvenuti prima del quinto compleanno. I bambini nati prematuri possono avere conseguenze sulla salute per tutta la vita, con una maggiore probabilità di disabilità e ritardi nello sviluppo. E ancora – denuncia il rapporto – troppo spesso, il luogo in cui i bambini nascono determina la loro sopravvivenza: solo 1 neonato estremamente prematuro (<28 settimane) su 10 sopravvive nei Paesi a basso reddito, rispetto a più di 9 su 10 nei Paesi ad alto reddito. Le enormi disuguaglianze legate all’etnia, al reddito e all’accesso a cure di qualità determinano la probabilità di nascita pretermine, morte e disabilità, anche nei Paesi ad alto reddito.
Il rapporto sottolinea anche che gli impatti dei conflitti, dei cambiamenti climatici e dei danni ambientali, del Covid-19 e dell’aumento del costo della vita stanno aumentando i rischi per le donne e i bambini ovunque. Ad esempio, si stima che l’inquinamento atmosferico contribuisca a sei milioni di nascite premature ogni anno. Quasi 1 bambino prematuro su 10 nasce nei 10 Paesi più fragili colpiti da crisi umanitarie, secondo una nuova analisi contenuta nel rapporto. I rischi per la salute materna, come la gravidanza adolescenziale e la preeclampsia, sono strettamente legati alle nascite premature. Ciò sottolinea la necessità di garantire l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, compresa un’efficace pianificazione familiare, con un’assistenza di alta qualità durante la gravidanza e al momento del parto.
Nell’ultimo decennio – sottolineano Unicef, Oms e Pmnch – si è assistito anche a una crescita dell’attivismo comunitario per la prevenzione delle nascite premature e dei nati morti, guidato da reti di genitori, professionisti del settore sanitario, mondo accademico, società civile e altri. In tutto il mondo, i gruppi di famiglie colpite da nascite premature sono stati in prima linea nel sostenere l’accesso a cure migliori e a cambiamenti politici e nel supportare altre famiglie.
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