Velo vietato in pubblico, la Lega ci riprova con una novità
- 20/01/2025
- Popolazione
“Una proposta di buonsenso della Lega contro chi non rispetta la nostra cultura e i principi di libertà occidentali. E tolleranza zero per chi costringe in modo oppressivo donne e ragazze a indossare il velo, con carcere e stop alle richieste di cittadinanza”, così il leader della Lega Matteo Salvini annuncia l’iniziativa del Carroccio di vietare il velo nei luoghi pubblici.
La Lega dichiara che l’obbiettivo è duplice: aumentare la sicurezza pubblica e impedire che le donne vengano obbligate a indossare il burqa e il niqab, almeno nei luoghi pubblici. Critiche le opposizioni secondo cui non ci sarebbe nulla di anti-discriminatorio tra le finalità della legge.
Velo vietato, cosa prevede la proposta di legge
La proposta di legge, a prima firma del deputato leghista Igor Iezzi, mira a modificare la legge del 1975 che vieta di coprire il volto in pubblico per motivi di sicurezza, salvo “giustificato motivo”. Con la pdl della Lega questa deroga verrebbe eliminata e il divieto di celare il volto nei luoghi pubblici diverrebbe assoluto, con l’eccezione di alcune situazioni ben definite:
- Luoghi di culto: resterebbe permesso indossare il velo integrale o altri capi che coprono il volto solo all’interno dei luoghi di culto, come moschee o chiese. Questo riconoscerebbe il diritto alla libertà religiosa ma esclusivamente negli spazi destinati alla pratica religiosa;
- Necessità di salute: casi in cui è richiesto proteggere sé stessi o gli altri, come l’uso di mascherine per prevenire la diffusione di malattie (un tema emerso in particolare con la pandemia di COVID-19);
- Sicurezza stradale: l’uso di caschi protettivi necessari e obbligatori per motociclisti, ciclisti e per chi usa i monopattini elettrici,
- Competizioni sportive: previste eccezioni per attività in cui è normale o richiesto coprire il volto per motivi tecnici o regolamentari (ad esempio, maschere protettive in gare di scherma o motocross);
- Attività artistiche o di intrattenimento: rimarrebbero permesse le maschere o i costumi che coprono il volto, ad esempio durante performance teatrali, eventi culturali o folkloristici come il Carnevale.
Quella di vietare il velo in pubblico è una battaglia storica della Lega, ma questa volta la proposta di legge del Carroccio si spinge oltre. Il testo, infatti, prevede anche l’introduzione del reato di “Costrizione all’occultamento del volto”, che punisce chi obbliga una persona a coprirsi il volto con una pena che varia da uno a due anni di carcere e una multa fino a 30mila euro. La pena aumenta della metà se la vittima è una donna, un minore o una persona disabile, e in caso di minori, il giudice può disporre la decadenza dalla responsabilità genitoriale. Inoltre, chi viene condannato per questo reato non potrà ottenere la cittadinanza italiana.
Cosa cambierebbe con la proposta
Se approvata, la legge annullerebbe ogni margine di discrezionalità legato al “giustificato motivo” nell’uso di abiti che celano il volto in pubblico. Imporrebbe inoltre severe sanzioni penali per chi obbliga altre persone a indossarli, rafforzando il contrasto a pratiche considerate discriminatorie. Secondo la Lega, questo intervento non è solo una questione di sicurezza pubblica ma anche di rispetto dei valori occidentali, inclusa l’uguaglianza di genere.
Come specificato nella relazione introduttiva, la normativa mira a combattere situazioni di “sottomissione e discriminazione” delle donne: “Il principale scopo della presente proposta è quello di introdurre misure a difesa delle donne costrette a celare il proprio volto: le norme proposte sottendono, infatti, il fondamentale principio per cui non è accettabile nella nostra cultura e secondo i valori sanciti dalla Costituzione e dal trattato di Lisbona il fatto che la donna possa essere, in qualsiasi modo, indotta a comportamenti e ad abbigliamenti che la pongono in palese stato di sottomissione e discriminazione”, si legge nel testo.
Vietare il velo in pubblico, tra favorevoli e contrari
L’aggiornamento della proposta, che inserisce l’obiettivo della non discriminazione tra le finalità della pdl, l’idea del Carroccio continua a spaccare la politica.
Matteo Salvini: “Principale scopo difendere le donne”
Per la Lega, il burqa e il niqab sono simboli di sottomissione incompatibili con i principi occidentali e questa legge rappresenta un passo necessario per favorire una maggiore integrazione delle comunità islamiche nella società italiana. “Il principale scopo è difendere le donne costrette a celare il volto, sottolineando il principio di uguaglianza e libertà che deve caratterizzare ogni individuo,” ha dichiarato il vicepremier, nonché leader della Lega, Matteo Salvini.
Il partito insiste sul fatto che non si tratti di un attacco alle comunità islamiche ma di una difesa dei valori fondamentali della società italiana. Il ministro dei Trasporti, in più occasioni, ha sottolineato che il divieto rappresenta un “elemento di libertà” per le donne che potrebbero essere costrette a coprirsi il volto contro la propria volontà.
Zanella (Avs): “Proposta che non c’entra niente con la libertà”
Le opposizioni denunciano la proposta come discriminatoria e ideologica. Secondo le critiche, il divieto priverebbe le donne della libertà di esprimere la propria identità culturale attraverso l’abbigliamento.
La capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra, Luana Zanella, ha definito la norma come parte della “lunga campagna elettorale della Lega”, accusando il partito di utilizzare questa tematica per alimentare sentimenti islamofobici e di divisione, una “fobia antislamica di cui non abbiamo bisogno”.