Gli utensili e i giocattoli di plastica nera sono pericolosi per la salute: lo studio
- 04/11/2024
- Popolazione
Se anche voi nella vostra cucina avete degli utensili di plastica nera, mettetevi comodi.
Una nuova ricerca condotta da Megan Liu di Toxic-Free Future, pubblicata sulla rivista Chemosphere, ha messo in luce un grave rischio per la salute legato agli utensili da cucina in plastica nera, spesso presenti nelle nostre cucine. Il rischio riguarda anche i bambini, che spesso mettono in bocca gli oggetti che si trovano tra le mani, siano essi giocattoli, utensili o qualsiasi altra cosa.
Il team di ricerca ha analizzato oltre 200 oggetti domestici, come mestoli, spatole, contenitori per alimenti e appunto giocattoli per bambini, rilevando la presenza di ritardanti di fiamma nell’85% dei prodotti. L’obiettivo è evitare che gli oggetti, esposti al calore, prendano fuoco o si sciolgano e questi composti chimici, come il bromo, sono particolarmente usati nell’industria elettronica per rendere ignifughi i materiali. Ora la ricerca di Toxic-Free Future lancia l’allarme: questi prodotti sono un grave rischio per la salute, soprattutto a contatto con il cibo.
Ritardanti di fiamma e rischi per la salute
Il principale problema dei ritardanti di fiamma negli utensili da cucina è legato al riciclo dei materiali: la plastica nera utilizzata in questi prodotti proviene infatti da scarti di elettrodomestici, come vecchi televisori e computer, trattati in precedenza con sostanze ignifughe. Come evidenziato da Megan Liu, “i ritardanti di fiamma possono disperdersi facilmente, e i bambini, ad esempio, mettono spesso i giocattoli in bocca”. Da qui l’urgenza di migliorare la regolamentazione sui materiali che entrano nei cicli di riciclo, per evitare che sostanze nocive arrivino nei prodotti domestici.
Attualmente, il processo di separazione delle plastiche riciclate non distingue tra plastica trattata e non trattata, portando quindi alla produzione di utensili domestici con composti chimici potenzialmente pericolosi per la salute. Questo fenomeno è particolarmente problematico per gli utensili neri, poiché i sistemi di separazione dei rifiuti non sono in grado di identificare correttamente il pigmento nero, rendendo difficile l’isolamento dei materiali pericolosi.
Un rischio domestico sottovalutato
I ritardanti di fiamma, oltre a ridurre l’infiammabilità dei materiali, presentano però anche effetti collaterali significativi. Alcuni di questi composti sono classificati come interferenti endocrini e possono alterare il sistema ormonale umano, aumentando il rischio di patologie della tiroide, cancro e altre malattie croniche come il diabete. Uno studio precedente, pubblicato su Jama Network Open, ha rilevato che i livelli elevati di eteri difenile polibrumati (Pbde) – una classe di ritardanti di fiamma – sono associati a un aumento del rischio di cancro del 300%.
I ritardanti di fiamma presenti in plastica nera usata per cucinare possono migrare facilmente nel cibo, soprattutto in presenza di calore. Una ricerca del 2018 ha dimostrato che questi composti possono trasferirsi nei grassi alimentari, come l’olio di cottura, rendendo il consumo di cibo cucinato con questi utensili potenzialmente dannoso per la salute.
Oltre agli utensili da cucina, i ritardanti di fiamma sono stati trovati anche in giocattoli per bambini e contenitori alimentari in plastica nera. A differenza degli adulti, i bambini sono particolarmente vulnerabili, poiché tendono a portare in bocca gli oggetti, aumentando il rischio di esposizione. Inoltre, questi composti chimici possono accumularsi nella polvere domestica, entrando così nel nostro sistema respiratorio.
Come limitare l’esposizione
L’enorme diffusione di oggetti di plastica nera nelle nostre case preoccupa diversi gli italiani, o almeno quelli che hanno letto di questa ricerca. Allora cosa si può fare per ridurre il rischio di ammalarsi o di fare ammalare i propri figli?
Gli esperti di Toxic-Free Future suggeriscono due semplici accorgimenti:
- sostituire utensili da cucina in plastica nera con materiali alternativi come l’acciaio inossidabile o il silicone, che non rilasciano sostanze tossiche;
- non usare o ridurre l’utilizzo dei contenitori alimentari in plastica nera, compresi i coperchi di plastica nera per le bevande da asporto, soprattutto se si prevede di riscaldare il cibo.
Un allarme per la regolamentazione e il futuro del riciclo
La scoperta della diffusione di sostanze tossiche nella plastica nera evidenzia la necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza nei processi di riciclo. Come ha affermato Megan Liu, l’attuale mancanza di controlli chimici sui materiali riciclati rischia di rendere inadeguato un sistema che dovrebbe invece promuovere la sostenibilità e la sicurezza.
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