Tumori, cala la mortalità in Italia, ma non al Sud: il gap rischia di diventare strutturale
- 26/07/2024
- Popolazione Welfare
Negli ultimi anni, i tumori sono una paura sempre più diffusa tra i cittadini, anche se cala la mortalità in termini percentuali. Un sentimento che fa il paio con i numeri, in crescita, di queste gravi patologie. A giugno, il Rapporto Aiom-Airtum 2023 ha segnalato un aumento di casi di melanoma tra i giovani. Il cancro della pelle “più aggressivo e difficile da curare” è “in Italia il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni in entrambi i sessi”, spiegano le associazioni.
A questa situazione si aggiungono i “negazionisti della crema solare”, secondo cui lo strumento scientificamente riconosciuto per proteggersi dai raggi ultravioletti sarebbe solo un modo per “fare arricchire le aziende” e, udite udite, sarebbe “cancerogeno” (qui per approfondire questo trend fuori controllo).
Preoccupa particolarmente l’abbassamento dell’età media di chi viene colpito da tumore, visibile anche nel cancro della pelle, tanto che oggi il melanoma è uno dei tumori più comuni tra gli adulti con meno di 30 anni”. Per prevenire questo specifico tumore, l’Airc invita tutti a ripararsi e a proteggersi adeguatamente dai raggi solari. Più in generale, prevenzione e monitoraggio sono i comportamenti da seguire per proteggere la propria salute e, in alcuni casi, la propria vita.
Mortalità tumori, il divario tra Nord e Sud
Una conferma indiretta di quanto sia importante monitorare la presenza di eventuali tumori arriva da un confronto interno al Paese.
Il primo rapporto del Gruppo di Lavoro su equità e salute nelle Regioni dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che è calata la mortalità per tumori nella penisola, ma non al Sud dove si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon rispetto al Settentrione. I tassi di mortalità, che storicamente erano più bassi rispetto al Nord, ora sono paragonabili. Per l’Iss tra le cause della stagnazione al Sud c’è anche il minore ricorso agli screening: i dati dimostrano che nelle aree dove si partecipa meno a questa forma di monitoraggio si verifica una mortalità più alta e anche un maggiore indice di fuga. Insomma, dove ci si controlla meno (al Sud) ci sono anche meno possibilità di accedere ad adeguate cure oncologiche.
Tumore alla prostata e screening gratuito in Lombardia
Stante la competenza regionale in materia di salute, andrebbero replicate su tutta la penisola iniziative come quella della Regione Lombardia, che ha da ottobre farà partire gli screening gratuiti alla prostata per gli over 50. Via via, si procederà con le altre fasce di età, fino agli uomini di 69 anni. Con questa iniziativa, la Lombardia diventa la prima Regione italiana ad attuare il progetto raccomandato dall’Ue sugli screening oncologici.
Nell’ultimo triennio le diagnosi di tumore alla prostata sono aumentate del 14% (36mila nel 2020). Questo dato riflette una maggiore esposizione, ma anche una maggiore diffusione degli screening.
Secondo i dati AIOM, oltre il 60% dei pazienti riesce a sconfiggere definitivamente il carcinoma.
Un dato in costante miglioramento soprattutto grazie alla prevenzione sempre più diffusa.
Il tumore della mammella e del colon-retto
Il gruppo di lavoro istituito dal presidente dell’Iss Rocco Bellantone ha evidenziato le ampie differenze regionali per il tumore della mammella e per il tumore del colon-retto, che rappresentano il 40% di tutte le diagnosi di tumore in Italia. “A questo rapporto, seguirà a breve, un lavoro simile sulle patologie cardiovascolari”, spiega afferma Bellantone.
In Italia, la mortalità per tumore della mammella dal 2001 al 2021 si è ridotta del 16%, ma con ritmi diversi nelle diverse aree del Paese: al Sud la riduzione di mortalità è stata inferiore rispetto a quanto osservato nel Nord (-6% contro -21%). In alcune Regioni del Sud, quali Calabria, Molise e Basilicata, si osserva persino un incremento rispettivamente pari al 9%, 6% e 0,8%.
Anche per il tumore del colon gli andamenti sono simili: dal 2005 al 2021 risulta che nelle donne la mortalità si è ridotta di circa il 30% nelle aree del Nord (-29%) e del Centro (-27%) e molto meno al Sud (-14%). Il divario tra Nord e Sud risulta ancora più ampio fra gli uomini, dove la riduzione è stata pari a -33% nel Nord, -26% al Centro e solo -8% nel Meridione.
La regione più critica è rappresentata dalla Calabria dove in 15 anni la riduzione è stata minima nelle donne (-2%) e praticamente nulla negli uomini (-0,9%).
Per il tumore della mammella c’è stata una diminuzione progressiva degli anni di vita persi nelle regioni del Nord e in parte del Centro, ma le regioni del Sud non mostrano evidenti cambiamenti in questo parametro. Ancora peggio va per il tumore del colon: il Sud mostra un aumento della mortalità prematura in entrambi i sessi in contrasto con i valori del Nord e del Centro.
In base ai dati 2023, Antonella Campana, Patient Advocate di Fondazione IncontraDonna ricorda all’Adnkronos che “Il carcinoma più diffuso in assoluto è quello alla mammella, con 834mila persone che vivono dopo la diagnosi della malattia. La sua insorgenza può essere influenzata anche da fattori di rischio modificabili, in primo luogo il sovrappeso e l’obesità”.
Gli screening
La copertura totale dello screening mammografico disegna una chiara differenza Nord-Sud, ancora una volta a sfavore delle regioni meridionali con la percentuale di adesione che va dal 90% raggiunto in molte aree del Nord ad appena il 60% in alcune regioni meridionali. Ed infine ancora una conferma dell’importanza della diagnosi precoce. Nelle Regioni del Nord, dove la copertura di popolazione degli screening è elevata, la riduzione di mortalità per tumore della mammella tra il 2001 ed il 2021 è più forte (oltre il 35%) rispetto alle regioni del Sud.
Tumori e stile di vita degli italiani
Campana ha fatto riferimento a “fattori di rischio modificabili” e su questo gli italiani hanno ancora tanta strada da fare.
I dati della Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, sono evidenti: in Italia, il 73% degli adulti segue almeno uno stile di vita scorretto e pericoloso per la salute. Nello specifico: il 19% è un fumatore abituale, il 33% è sedentario, non pratica alcuna forma di attività fisica o sport e il 15% consuma alcol in modo eccessivo.
Per questo la Fondazione Aiom ha lanciato la nuova campagna nazionale ‘Tumori, scegli la prevenzione’.
Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 395mila nuovi casi di tumore, che hanno colpito 208mila uomini e 187mila donne. In soli 3 anni l’incremento ammonta a oltre 18mila casi.
I dati dimostrano che, lavorando nel verso giusto, il tasso di mortalità da tumori può diminuire. Ma, almeno su questo aspetto, il Paese non può essere così spaccato e il gap infrastrutturale va colmato prima che diventi insanabile.
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