Rinviati i tre Click day per il Decreto Flussi 2024, come fare domanda
- 02/02/2024
- Popolazione
Sono stati rinviati i click day per “aderire” al Decreto Flussi 2024, strumento utile per le imprese che vogliano assumere cittadini extra Ue.
Si è optato per il rinvio per evitare che tali termini si sovrappongano con il completamento dell’istruttoria delle istanze presentate nell’ambito del decreto flussi per il 2023.
I 3 click day del Decreto Flussi 2024
Anche se le domande potranno essere compilate fino al 31 dicembre 2024, la disponibilità si esaurirà in pochi minuti. Nello specifico, nuovi i click day del Decreto Flussi saranno:
- 18 marzo 2024 (e non più 5 febbraio) per lavoro subordinato non stagionale di cittadini di Paesi che hanno accordi di cooperazione con l’Italia;
- 21 marzo 2024 (e non più il 7 febbraio) per il lavoro subordinato non stagionale;
- 25 marzo 2024 (e non più il 12 febbraio) per il lavoro stagionale.
I paesi coinvolti nel click day del 5 febbraio sono:
Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Corea (Rep. Di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
Da decenni al centro del dibattito politico, l’immigrazione ha assunto un ruolo fondamentale nelle dinamiche demografiche e non solo in termini di natalità. Anche il lavoro e la produttività italiana si intersecano con i flussi migratori, di cui hanno sempre più bisogno sia a causa della denatalità italiana che per colmare un altro flusso migratorio: quello degli italiani all’estero.
Sul punto interviene il Decreto Flussi che è la norma con cui lo Stato italiano stabilisce il numero di lavoratori che può provenire dall’estero e le modalità di ingresso al fine di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro italiano, sia per le aziende che per le famiglie.
Cosa è il Decreto Flussi
Da decenni al centro del dibattito politico, l’immigrazione ha assunto un ruolo fondamentale nelle dinamiche demografiche e non solo in termini di natalità. Anche il lavoro e la produttività italiana si intersecano con i flussi migratori, di cui hanno sempre più bisogno sia a causa della denatalità italiana che per colmare un altro flusso migratorio: quello degli italiani all’estero.
Sul punto interviene il Decreto Flussi che è la norma con cui lo Stato italiano stabilisce il numero di lavoratori che può provenire dall’estero e le modalità di ingresso al fine di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro italiano, sia per le aziende che per le famiglie.
Quanti lavoratori con i Decreto Flussi 2024
La programmazione delle quote d’ingresso per il periodo 2023-2025 è stata stabilita con il Dpcm 27 settembre 2023. Qui si prevede che saranno ammessi in Italia complessivamente 452 mila cittadini stranieri, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, così suddivisi:
- a) 136.000 cittadini extracomunitari per l’anno 2023;
- b) 000 cittadini extracomunitari per l’anno 2024;
- c) 165.000 cittadini extracomunitari per l’anno 2025.
Chiaramente, mentre per i cittadini Ue l’accesso al mercato del lavoro italiano è libero, i cittadini extracomunitari devono possedere un visto per motivi di lavoro.
I 151.000 lavoratori che potranno fare accesso in Italia nel 2024 sono così ripartiti:
- 050 ingressi per lavoro subordinato stagionale;
- 250 ingressi per lavoro subordinato non stagionale;
- 700 ingressi per lavoro autonomo;
Come vedremo più nel dettaglio, il meccanismo viene attivato con la richiesta di nulla osta da parte del datore di lavoro che vuole assumere uno o più stranieri. Nel 2023, il Decreto Flussi ha attivato rapporti di lavoro a tempo determinato in quasi la metà dei casi (46,5%), mentre 1 su 5 sono state quelle a tempo indeterminato (20%) e il 16,5% contratti di somministrazione.
Decreto Flussi 2024, i settori
La normativa prevede anche degli specifici settori per le assunzioni avvenute usufruendo del Decreto Flussi:
– autotrasporto merci per conto terzi;
– edilizia;
– turistico-alberghiero;
– meccanica;
– telecomunicazioni;
– alimentare;
– cantieristica navale;
– trasporto passeggeri con autobus;
– pesca;
– acconciatori;
– elettricisti;
– idraulici.
Per quanto riguarda gli ingressi per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, 41.000 risorse sono destinate al settore agricolo e 31.000 a quello turistico-alberghiero.
Colf e badanti
Il Decreto Flussi 2023-2025 è il primo ad essere concepito con una prospettiva triennale e presenta la novità delle colf e badanti. Sono infatti previste 9.500 quote per il settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria, ovvero collaboratori e assistenti familiari aperte a lavoratori e lavoratrici di tutte le nazionalità.
La retribuzione prevista deve essere conforme al Ccnl del lavoro domestico e comunque non inferiore a 534,41 euro mensili.
In questo caso il datore di lavoro deve avere una capacità reddituale non inferiore a 20 mila o 27 mila euro in base alla dimensione del nucleo familiare. Il datore di lavoro affetto da patologie o disabilità non deve dimostrare il requisito reddituale né l’asseverazione da parte di professionisti abilitati o associazioni datoriali, ovvero il documento che certifica l’esistenza dei presupposti contrattuali richiesti dalla normativa vigente ai fini dell’assunzione.
Di seguito le ripartizioni settore per settore a anno per anno (fonte: informazionefiscale.it)
Come fare domanda Decreto Flussi
Può utilizzare il canale offerto dal Decreto Flussi, il datore di lavoro che abbia un reddito imponibile (persone fisiche o imprese individuali) o un fatturato (enti e società) non inferiore a 30.000 euro annui.
Il datore di lavoro interessato ad assumere un cittadino straniero deve presentare una domanda di nulla osta e ottenere una quota di lavoratori a lui destinata.
Una volta emesso il nulla osta dal tribunale, è possibile richiedere il visto di ingresso per motivi di lavoro presso il consolato italiano nel paese in cui si trova il lavoratore.
Tranne nei casi di assunzioni stagionali, c’è però un importante ostacolo all’utilizzo di questo strumento. La norma, infatti, prevede che prima di poter procedere all’invio della domanda per il nulla osta, i datori di lavoro devono verificare presso il centro per l’impiego competente che non ci siano altri lavoratori già presenti sul territorio nazionale disponibili a ricoprire quel posto di lavoro.
La verifica che si effettua inviando al Centro per l’impiego una richiesta di personale, trasmettendo l’apposito modulo disponibile sul sito dell’Anpal e del Ministero del Lavoro.
3 click day del Decreto Flussi 2024
Anche se le domande potranno essere compilate fino al 31 dicembre 2024, la disponibilità si esaurirà in pochi minuti. Nello specifico, i click day del Decreto Flussi saranno 3:
- 5 febbraio 2024 per lavoro subordinato non stagionale di cittadini di Paesi che hanno accordi di cooperazione con l’Italia;
- 7 febbraio 2024 per il lavoro subordinato non stagionale;
- 12 febbraio 2024 per il lavoro stagionale.
I paesi coinvolti nel click day del 5 febbraio sono:
Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Corea (Rep. Di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
L’evoluzione negli ultimi anni
Dal 2014 ad oggi l’apporto dei lavoratori stranieri in Italia è continuato a crescere: nei primi tre mesi del 2014 i lavoratori extra comunitari erano circa il 22% del totale, percentuale che è rimasta costante fino al 2022, quando nello stesso periodo la percentuale è salita al 24,6%. Secondo i dati della Fondazione Leone Moressa è in crescita anche il saldo tra nuovi assunti e rapporti cessati che, nel 2023, si attesta a +119.000 unità. Ora sarà interessante capire come cambiano i numeri e i flussi con il nuovo patto migranti approvato dall’Ue lo scorso dicembre.
Le indagini relative all’anno scorso rivelano inoltre una prevalenza di assunzioni nel Nord Italia, nello specifico la metà dei nuovi rapporti di lavoro ha origine in tre regioni Italiane: Lombardia (32,8%), Emilia-Romagna (34,1%) e Veneto (34,2%). In queste regioni si sono registrati tra gennaio e marzo la chiusura del 39% dei nuovi contratti totali.
Bisogna anche sottolineare che l’economia italiana ha un maggiore fabbisogno di lavoratori nei lavori più pesanti, il che dà adito al gender gap anche in materia di immigrazioni: in base alle ultime rilevazioni, infatti, 2 assunti su 3 sono uomini e la maggior parte ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni.
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