Stati generali della Natalità, a cosa serve un’Agenzia ad hoc
- 09/05/2024
- Popolazione
Sono iniziati oggi e dureranno fino a domani gli Stati generali della Natalità, un appuntamento giunto alla sua quarta edizione che diventa ogni anno più importante a fronte delle culle italiane, ogni anno più vuote.
Il tema, approfondito oggi tra istituzioni e giornalisti presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma, “non può essere divisivo perché riguarda tutti, superare ideologie o nostri figli dovranno andare all’estero”, ha chiarito Luigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità.
Bordignon (Forum famiglie): “Adottare misure mirate”
Il tema è stato affrontato in questi termini da Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari che “ha da tempo evidenziato come il progresso e la sostenibilità del Paese siano strettamente legati al benessere delle famiglie. Garantire un ambiente favorevole alla crescita demografica è cruciale per la competitività ed innovatività del sistema produttivo, per la sostenibilità del sistema sanitario e previdenziale ma anche per contrastare lo spopolamento delle zone rurali e il declino di alcune regioni, per attrarre e valorizzare di più i giovani.
Per questo motivo – continua – è prioritario adottare misure economiche, fiscali e lavorative mirate, oltre a potenziare i servizi locali per la prima infanzia ed il caregiving e sostenere le politiche abitative per le giovani coppie. È altresì essenziale promuovere un cambiamento culturale, dove le politiche familiari diventino parte integrante della strategia di sviluppo nazionale, anziché essere considerate solo un complemento delle politiche sociali. Gli Stati Generali della Natalità offrono un’importante opportunità per affrontare questa sfida, vitale per il presente e il futuro del Paese”.
“In tal senso, la politica deve compiere uno sforzo rompendo gli schemi dei diritti acquisiti e del Patto di stabilità. L’Unione Europea deve assumersi la responsabilità di garantire maggiore flessibilità su ogni spesa per la natalità perché non si tratta di costi ma di investimenti per la sostenibilità ed il futuro del nostro Paese. Dopo le elezioni europee sarebbe importante una conferenza intergovernativa sulla denatalità per coinvolgere le istituzioni nella ricerca di soluzioni efficaci”, ha concluso Bordignon.
Tajani: “Le famiglie siano il nucleo della società”
All’incontro è intervenuto in videoconferenza il vicepremier Antonio Tajani che ha commentato così la crisi demografica: “La denatalità è un grande problema sociale ed economico, le famiglie devono essere messe nella condizione di poter continuare a rappresentare il nucleo fondamentale della società. La decrescita demografica significa un danno economico fondamentale per la nostra Italia, perché il rapporto famiglia-impresa è la chiave dell’economia”, ha concluso il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Conte: “Natalità non può essere aumentata per decreto”
Dal suo insediamento, il governo Meloni ha dato rilevanza al tema demografico, ma, secondo Giuseppe Conte, in maniera sbagliata. Nel suo intervento agli Stati generali della Natalità 2024, leader pentastellato: “La natalità non può essere aumentata ‘per decreto’. Dobbiamo rivoluzionare il nostro approccio al tema e varare misure concrete che consentano alle coppie che vorrebbero avere figli di superare quegli ostacoli. Ed è necessario comprendere che ogni nuova nascita non appartiene solo alla sua famiglia, ma investe tutta la società, che per questo motivo è chiamata a farsene carico dal punto di vista economico e sociale”.
Giuseppe Conte insiste sul concetto di sfida comune e ammonisce: “Questo tema spesso viene usato come bandierina da sbandierare in faccia all’avversario politico di turno. È inaccettabile che le donne italiane si trovino ancora a dover lottare per conciliare la vita lavorativa con quella familiare”.
Maria Elena Boschi (Italia Viva), intervistata dai cronisti a margine dell’evento ha dichiarato: “Le uniche politiche che sta portando il governo sono quelle che abbiamo fatto noi, manca tutta l’attuazione del Family Act”.
De Palo: “Solo il 2% degli italiani non vuole avere figli”
Quando si parla di crisi demografica, ci sono sempre due fazioni: da una parte sostiene che si facciano meno figli principalmente per ragioni economiche o di un insufficiente equilibrio vita-lavoro; dall’altra chi ritiene che siano cambiate le scelte degli italiani e, più in generale, degli occidentali. Insomma, che le culle siano vuote soprattutto perché i giovani scelgono di non avere figli.
Una teoria, quest’ultima, non condivisa dal presidente De Paolo: “In Italia il desiderio di avere figli c’è, lo certifica l’Istat, i no-child nel nostro Paese rappresentano il 2% della popolazione. Il problema, semmai, è che il 22% di chi è a favore sono donne che vorrebbero un figlio ma non riescono a coronare questo sogno perché in Italia la nascita di un figlio è una delle prime cause di povertà“, dice il presidente della Fondazione per la Natalità che aggiunge: “Io non credo ci sia destra, sinistra, opposizione, maggioranza, trans-femministe perché è un tema che riguarda tutti: o usciamo da questa diatriba molto ideologica e lavoriamo tutti insieme, oppure saremo costretti a dire ai nostri figli ‘andate all’estero’. Ma questa sarebbe una sconfitta per tutti”.
L’Agenzia per la Natalità
Così come le cause, anche le soluzioni proposte per combattere la denatalità sono molte. Spesso, la differenza di prospettive tra le forze politiche crea un impasse ancora prima di prendere delle decisioni: “Non si tratta di fare l’elenco di quello che dovremmo fare: una fiscalità più equa, lavoro meno precario per i giovani, accesso alla prima casa per le giovani coppie, servizi per l’infanzia, congedi parentali… qui si tratta di inventare insieme il modo per concretizzare tutto questo”, dice ancora De Palo che passa quindi alla soluzione proposta dalla Fondazione: “creare un’Agenzia per la Natalità sulla falsa riga di quella giapponese, una struttura governativa ma neutra che possa concretamente affrontare questo tema, una struttura snella composta dalle forze migliori del Paese. L’obiettivo è quello che questa agenzia per i primi sei mesi possa ragionare e fare proposte, non a parole ma in maniera seria ed efficace per far ripartire le nascite in Italia”.
Poi, l’annuncio: “Nelle prossime settimane ci attiveremo con i canali istituzionali per lavorare su questa proposta, che ci auguriamo possa essere discussa in Consiglio dei ministri entro la fine del 2024. Non possiamo attendere e aspettare i prossimi dati Istat che ci riporteranno dati drammatici sulla situazione”. Questa Agenzia, conclude fiducioso Luigi De Palo, “potrà essere il primo passo per trovare una soluzione e per dare realmente una risposta al Paese”.
Contestazione alla ministra Roccella, lascia il palco
A inizio mattinata, c’è stata una forte contestazione all’indirizzo della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. “Vergogna, vergogna!”, hanno urlato alcuni giovani dalla platea appena la ministra ha preso la parola, esponendo alcuni cartelli. Una di loro è poi stata invitata a salire sul palco: “Sui nostri corpi, decidiamo noi”, ha detto leggendo un comunicato sul tema dell’aborto.
“Ragazzi, ma noi siamo d’accordo: nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. È per questo che siamo qui, perché oggi le donne non decidono sul proprio corpo, non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli”, ha risposto la ministra Roccella che poi ha lasciato gli Stati Generali.
La ministra ha rinunciato a intervenire “sperando anche che questo faccia calmare gli animi”, ha detto il presidente De Palo criticando la modalità della contestazione: “chi contestava la ministra Roccella voleva solo intervenire per interrompere la stessa ministra e per avere una visibilità, una volta ottenuta sono usciti, quindi noi non li abbiamo cacciati”. “Me ne sono andata per far proseguire quel panel del convegno. A Torino, dove la contestazione era rivolta solo a me, sono rimasta sul palco due ore” ha spiegato Roccella.
La contestazione non si è placata neanche durante l’intervento di una futura mamma precaria e di Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle Famiglia.
Nelle ore successive sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà a Roccella, sia dai colleghi di maggioranza che dall’opposizione. Il presidente della Repubblica Sergio ha chiamato la ministra per esprimerle solidarietà, sottolineando che “voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani246
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione479
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video27
- Welfare234