Se entri in questo locale, lascia lo smartphone: il digital detox da Amsterdam a Verona
- 02/04/2024
- Popolazione
Non solo le istituzioni, anche i privati iniziano a lanciare iniziative contro social e smartphone.
Ad Amsterdam l’itinerante “The Offline Club”, a Verona il neonato ristorante “Al Condominio”: entrambi scelgono di premiare chi rinuncia al cellulare quando si è a tavola, preferendo le buone chiacchiere con le altre persone.
Digital detox ad Amsterdam
Nel cuore della capitale olandese, il Café Brecht ha ideato il format “The Offline Club” che invita i clienti a riscoprire il piacere delle interazioni umane e ad abbandonare gli schermi.
The Offline Club non è un luogo fisso, ma un format itinerante che si svolge in alcuni dei caffè più accoglienti di Amsterdam. I partecipanti sono invitati a rinunciare volontariamente all’uso dei loro dispositivi digitali, riponendoli in appositi armadietti o semplicemente scegliendo di non utilizzarli. In cambio, si immergono in un’atmosfera rilassata, circondati da persone che si godono il momento e lo spazio presente.
L’idea di The Offline Club è nata dalla crescente consapevolezza dell’impatto negativo generato dall’abuso di dispositivi digitali. Sui propri canali, gli ideatori spiegano che il format “si propone come un’isola di tranquillità in un mare di connessioni costanti, invitando i visitatori a mettere in pausa i loro dispositivi mobili. Qui, l’attenzione si sposta dalle notifiche incessanti alla calma di un ambiente accogliente e stimolante, dove si può godere di un momento di pace personale o condividere esperienze con altri che condividono lo stesso desiderio di disconnessione”.
Café Brecht, con il suo arredamento vintage e l’atmosfera bohémien, è stato il primo a ospitare questi incontri, offrendo un ambiente ideale per leggere, giocare a giochi da tavolo, o semplicemente per conversare e fare nuove amicizie. Entrando in un bar che ospita il format The Offline Club sembra di entrare in un’altra epoca, quando la convivialità e l’interazione non mediata dai display erano del tutto scontate e spontanee.
Come partecipare a “The Offline Club”
Gli eventi di The Offline Club sono programmati regolarmente e possono essere trovati sul calendario online del club. Le sessioni di “Digital Detox Hangout” si tengono in vari locali come Café Brecht, The New Yoga School B.V., e Café de Ceuvel, con un piccolo prezzo di ingresso che varia a seconda dell’evento.
Verona, una bottiglia di vino se ceni senza smartphone
Se l’iniziativa olandese è venuta allo scoperto negli ultimi giorni di febbraio, in Italia ne è arrivata un’altra più vicina nel tempo e nello spazio.
A Verona, il neonato ristorante “Al Condominio” ha adottato un approccio simile a quello olandese, premiando i clienti che scelgono di non usare il cellulare durante la cena con una bottiglia di vino gratuita. Questa iniziativa è stata accolta con entusiasmo da alcuni clienti, che apprezzano l’opportunità di godersi un pasto senza distrazioni.
Il ristorante veronese invita i propri ospiti a depositare i loro telefoni in un armadietto personale prima di sedersi a tavola. Angelo Lella, uno dei fondatori del ristorante, spiega la filosofia dietro questa scelta al Corriere del Veneto: “Viviamo con il telefonino sempre in mano e questo ci sta disabituando alla socializzazione, alla comunicazione. […] Abbiamo pensato di stimolare i nostri clienti a mettere da parte telefono, chat, social quando vengono qui, e prendersi un tempo per guardare in faccia le persone con cui sono, chiacchierare, interagire. La nostra proposta – spiega ancora l’imprenditore – è ritrovare il tempo per raccontarsi a tavola, condividendo un momento di relax, vis -à -vis e senza interruzioni”.
Over 45 i più restii
L’esempio veronese offre interessanti spunti di riflessione, uno su tutti: i millenial hanno accettato di lasciare il cellulare più degli over 45, in barba alla tradizionale narrazione. “Magari hanno solo bisogno di più tempo per abituarsi al distacco”, dice Angelo Lella.
In generale, nonostante l’entusiasmo, nei primi giorni di apertura del ristorante solo un terzo ha accettato la sfida digital detox. Non si può escludere, però, che il messaggio lanciato “Al Condominio” venga accolto da sempre più persone, magari anche senza il premio della bottiglia di vino. Già non avere il telefono e non essere circondati da persone immerse nei display deve essere inteso come un vantaggio, come avviene a The Offline Club dove l’invito a lasciare smartphone e pc viene agevolato dall’atmosfera accogliente e d’altri tempi che avvicina le persone.
D’altronde, non devono essere piacevoli le scene che i ristoratori vedono ormai da anni: “A volte si vedono a tavola coppie impegnate a fotografare e postare le portate o a rispondere a messaggi e vocali, ma non parlano più tra di loro”, spiega il cofondatore del ristorante veronese.
Nuove sedi per “Al Condominio”?
“Al Condominio” è già diventato un marchio registrato, e i cofondatori non vogliono fermarsi qui. Il locale è un progetto pilota che mira a diventare un franchising e a spargere un po’ di digital detox anche in altre città, Roma e Milano in primis. “Abbiamo tutti bisogno di rallentare, essere sempre raggiungibili e operativi porta all’esasperazione e può diventare una trappola per l’essere umano”, ricorda Angelo Lella.
Le conseguenze negative di internet
Non sono solo i privati ad occuparsi della battaglia contro gli smartphone. Negli ultimi mesi, infatti, si sono susseguite una serie di iniziative istituzionali per contrastare l’uso dei social o più in generale degli smartphone soprattutto da parte dei più piccoli. In tal senso, la notizia più recente è quella che il Florida vieterà i social agli under 14, ma misure analoghe sono state prese in Francia e proposte in San Marino, vicina a vietare l’suo degli smartphone nelle scuole (e forse negli altri luoghi pubblici).
Le ragioni di questa battaglia sono di due ordini: di salute e relazionali.
Le conseguenze sulla salute e la nomofobia
Diversi studi dimostrano che la dipendenza da Internet è un disturbo comportamentale che coinvolge un uso eccessivo e compulsivo della rete, con conseguenze negative sulla vita quotidiana. Le persone dipendenti da Internet tendono a isolarsi, trascorrendo più tempo online che nella vita reale. Ciò può portare a una perdita di contatto sociale e relazionale. Basti pensare a quei clienti de “Il Condominio” che hanno preferito perdersi una bottiglia di vino gratis piuttosto che rinunciare allo smartphone per un paio d’ore o anche meno.
La nomofobia (ovvero la paura di essere senza il proprio telefono) e la dipendenza da Internet colpiscono sempre più persone.
Secondo Trendhunter, il 66% della popolazione mondiale mostrerebbe segni da lievi a gravi di nomofobia e tale percentuale è destinata ad aumentare considerando l’accesso sempre crescente al mezzo tecnologico. La fascia di popolazione maggiormente colpita sarebbe quella femminile (70% delle donne contro il 61% degli uomini) e dei ragazzi dai 18 ai 24 anni (il 77% tra questi sarebbe nomofobico).
Le conseguenze di questa dipendenza sono molteplici dato che l’uso eccessivo di dispositivi digitali, soprattutto prima di coricarsi, può provocare problemi di salute più o meno gravi.
Anche per questo, negli ultimi anni sono aumentati gli italiani con problemi del sonno, saliti a circa 13,4 milioni secondo le rilevazioni di Aims – l’Associazione italiana medicina del sonno. Un problema serio e sottovalutato dato che il 46% di loro ammette di non fare nulla per risolvere il problema.
La cifra di chi soffre di insonnia in Italia è raddoppiata con la pandemia da Covid e vede nelle donne le più colpite, sono circa il 60% del totale, mentre il 20% riguarda bambini e ragazzi. In Italia 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria.
La dipendenza da Internet è associata anche a sintomi depressivi e ansiosi e il confronto costante con gli altri sui social media può aumentare il senso di inadeguatezza e ansia. Il lockdown ha reso ancora più evidente l’impatto di internet sulla salute delle persone, soprattutto dei più giovani che si sono trovati a filtrare ogni relazione sociale con un display, proprio nel periodo più importante della loro crescita.
Nel 67% dei casi i sintomi di ansia generalizzata e sociale sono da ricondurre agli effetti negativi più diffusi della pandemia, come conferma uno studio condotto nel 2023 dall’Università degli Studi di Milano – Bicocca e dall’Università del Surrey (Regno Unito), sulla salute mentale della popolazione giovanile.
Le conseguenze sulla fertilità
Quanto visto basterebbe a capire come l’abuso dei social e di internet ha ripercussioni sulle relazioni sociali e, più indirettamente, anche sulla natalità. Ma c’è un collegamento più diretto tra abuso di questi dispositivi e crisi demografica.
Come dimostra lo studio ‘Association between self-reported mobile phone use and the semen quality of young men’, condotto l’anno scorso da ricercatori dell’università di Ginevra in collaborazione con lo Swiss Tropical and Public Health Institute e pubblicato su ‘Fertility & Sterility’, gli smartphone sono co-responsabili del calo degli spermatozoi a livello mondiale. Alla base di questa correlazione ci sono i campi elettromagnetici RF-EMF di basso livello (800-2200 MHz) che possono essere assorbiti dal corpo umano.
Lo studio dimostra che ad una maggiore frequenza di utilizzo – più di 20 volte al giorno – è associata una diminuzione del 21% della concentrazione di spermatozoi e a una diminuzione del 22% del TSC (numero totale di spermatozoi) rispetto a chi usa il telefono meno di una volta a settimana. Non solo, rispetto agli utilizzatori non frequenti quelli frequenti hanno un maggior rischio che la concentrazione di spermatozoi (+30% di rischio) e il TSC (+21% di rischio) siano al di sotto dei valori di riferimento definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per gli uomini fertili. Qui per approfondire i dati della ricerca e le cause.
I problemi relazionali
In alcuni casi, la carenza di relazioni sociali è diventata una costante anche dopo il lockdown, acuendo problemi già esistenti. Una ricerca promossa dal Gruppo Abele e l’Università della Strada e realizzata dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) ha rilevato che circa poco più di 1 ragazzo su 50, in Italia, si riconosce come hikikomori: persone che hanno deciso di ritirarsi dalla vita sociale e scolastica arrivando a non uscire di casa per lunghi periodi, limitando al minimo i rapporti con l’esterno e mantenendo i contatti prevalentemente attraverso Internet.
In tutto, ne sono affetti circa 54mila tra giovanissimi italiani (15-19 anni). Altri 67mila rischiano di entrare in questo loop.
Insomma, ben vengano iniziative come The Offline Club e il ristorante veronese, prima che il pollice opponibile diventi l’unico strumento per comunicare e l’essere umano dimentichi la lezione di Aristotele: siamo prima di tutto uno “zoon politikòn”, un animale sociale.
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