Fare sesso almeno una volta a settimana riduce il rischio di depressione del 24%
- 02/05/2025
- Popolazione
Avere rapporti sessuali almeno una volta alla settimana riduce il rischio di depressione. Quella che poteva essere una deduzione empirica, ora trova l’appoggio della scienza: non parliamo solo di piacere o di intesa di coppia, ma di una vera e propria “dose” capace di fare la differenza tra il sentirsi bene e il cadere in quella che l’Oms definisce la prima causa di disabilità al mondo.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Affective Disorders, l’attività sessuale settimanale riduce il rischio di depressione del 24%. Non si tratterebbe, tuttavia, di una reazione direttamente proporzionale: fare sesso più di una/due volte a settimana non ridurrebbe ulteriormente il rischio di depressione.
Il sesso, uno scudo contro la depressione
I ricercatori del Primo Ospedale Affiliato dell’Università di Shenzhen e della Facoltà di Medicina dell’Università di Shantou hanno analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (Nhanes), uno dei più vasti e autorevoli studi sulla salute degli adulti statunitensi. Il campione selezionato – 14.741 persone tra i 20 e i 59 anni – è stato monitorato nel periodo 2005-2016, incrociando le risposte su abitudini sessuali e salute mentale (misurata tramite il Patient Health Questionnaire-9, Phq-9).
Nel gruppo analizzato, il 7,5% mostrava sintomi di depressione da moderata a grave. L’attività sessuale è stata suddivisa in tre categorie: meno di una volta al mese, più di una volta al mese ma meno di una a settimana, almeno una volta a settimana. Per chi ha rapporti almeno una volta a settimana, la riduzione del rischio si attesta attorno al 24%. Non solo: chi ha rapporti ogni mese, ma meno di una volta a settimana, ha registrato una riduzione del rischio di depressione del 23-24%.
Interessante notare che l’effetto protettivo appare più marcato in alcuni sottogruppi: giovani adulti (20-39 anni), partecipanti messicano-americani e bianchi non ispanici, e persone senza assicurazione sanitaria. Non sono emerse, invece, differenze significative per genere, livello di reddito o istruzione.
L’effetto saturazione
Per alcuni, la vera rivelazione di questo studio è l’effetto di saturazione: i benefici psicologici raggiungono il massimo con una frequenza di 52-103 rapporti all’anno, cioè una o due volte a settimana. Spingersi oltre non aggiunge ulteriori vantaggi sul rischio di depressione, un fenomeno che i ricercatori hanno definito “effetto di saturazione”. Questo equilibrio sembra valere trasversalmente, anche escludendo dal campione chi assume antidepressivi e considerando variabili come età, sesso, etnia, reddito, istruzione, stato civile e salute fisica.
Perché il sesso fa bene (anche) alla mente
Non è solo una questione di numeri. Durante il rapporto sessuale, il cervello rilascia una vera e propria cascata di ormoni del benessere – endorfine, dopamina, ossitocina – che possono aumentare fino al 200%. Oltre a rafforzare il legame affettivo con il partner, queste sostanze alleviano dolore e stress. Chiaramente, avere rapporti sessuali costanti fa bene anche al corpo trattandosi di una forma di esercizio fisico a bassa intensità, che ha effetti positivi su pressione sanguigna, salute cardiovascolare e longevità (che altri studi hanno associato anche alla flessibilità corporea). L’ipotesi degli autori è che il rilascio di neurotrasmettitori come endorfine e dopamina, insieme all’effetto di esercizio fisico e alla crescita della complicità di coppia, crei una barriera naturale contro la depressione.
“Un’attività sessuale regolare, indipendentemente dall’orientamento, può contribuire ad alleviare lo stress, rafforzare l’intimità e creare un legame emotivo, tutti elementi che proteggono la salute mentale”, spiega il professor Mutong Chen, coautore dello studio.
Tra gli altri, uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine ha dimostrato che l’attività fisica può allungare la speranza di vita di oltre cinque anni, anche se condotta a bassa intensità. Nonostante il rischio immediato associato all’attività fisica intensa, lo studio ha dimostrato che i benefici della partecipazione a eventi sportivi di massa superano i rischi.
I partecipanti hanno mostrato una riduzione del 30% del rischio di morte rispetto ai non partecipanti. I corridori e i ciclisti, che si sottopongono a sforzi maggiori, registrano una maggiore riduzione del rischio di mortalità rispetto a chi cammina.
La riduzione del rischio di mortalità del 12% per i “walkers” è un dato confortante specialmente per coloro che non possono (o non vogliono) praticare attività ad alta intensità. Sebbene i benefici della camminata siano inferiori rispetto a quelli della corsa e del ciclismo, l’esercizio a bassa intensità può migliorare la salute cardiovascolare, ridurre il rischio di malattie croniche e migliorare il benessere generale. (Per approfondire i risultati dello studio clicca su questo link).
Non solo quantità: la qualità conta
La scienza, però, mette in guardia dal ridurre tutto a una questione di frequenza. Tornando all’attività sessuale, “non si tratta di quantità fine a sé stessa”, avverte lo studio. Sono fondamentali il contesto, la soddisfazione nella relazione, il consenso e il benessere personale giocano tutti ruoli cruciali. La stessa ricerca invita a non interpretare i dati come un invito ad aumentare indiscriminatamente i rapporti, ma a considerare la sessualità come parte integrante della salute mentale, da valutare anche in ambito clinico.
Se la scienza fotografa il legame tra sesso e salute mentale, resta il fatto che l’attività sessuale è un’esperienza multidimensionale che combina elementi emotivi, fisici e relazionali. Non è un numero asettico, ma un linguaggio del corpo che parla direttamente alla mente.
È importante sottolineare che lo studio è trasversale (cross-sectional), il che impedisce di determinare la direzione causale: la ridotta frequenza sessuale porta alla depressione; è la depressione a ridurre l’attività sessuale; o entrambe sono influenzate da altri fattori comuni? Inoltre, la ricerca non tiene conto dell’orientamento sessuale, della soddisfazione relazionale o di altri fattori contestuali che potrebbero influenzare sia l’attività sessuale che la salute mentale.
Un nuovo indicatore di salute pubblica
In un mondo in cui la depressione colpisce circa 300 milioni di persone, la frequenza dei rapporti sessuali emerge come un potenziale indicatore di benessere psicologico. Nel rapporto Depression and Other Common Mental Disorders: Global Health Estimates (2017) l’Oms ha definito la depressione come la principale causa di disabilità in tutto il mondo mentre la maggior parte della popolazione tende a confondere questa condizione con la “semplice tristezza passeggera”, come ha sottolineato nelle scorse settimane Vittorio Sgarbi, affetto da una grave forma depressiva.
In questo contesto, i trattamenti tradizionali spesso si rivelano insufficienti o gravati da effetti collaterali, stimolando l’interesse verso interventi alternativi o complementari.
“Nonostante la sua rilevanza, l’attività sessuale è spesso trascurata nelle valutazioni cliniche della depressione”, notano i ricercatori. “La frequenza sessuale auto-riportata è una misura quantificabile e accessibile che può offrire informazioni sia sulla salute psicologica sia su quella relazionale”. Questo è particolarmente importante per i pazienti che assumono antidepressivi, spesso associati a effetti collaterali sulla sfera sessuale: monitorare la frequenza dei rapporti può essere essenziale per una gestione completa del disturbo.
L’indagine pubblicata sul Journal of Affective Disorders è “la prima nel suo genere a dimostrare una relazione statisticamente significativa e indipendente tra frequenza sessuale e depressione in un ampio campione nazionale rappresentativo”. Una scoperta che apre nuove strade sia per la ricerca sia per la pratica clinica.
L’attività sessuale regolare e soddisfacente potrebbe rappresentare uno strumento a basso costo e non farmacologico per sostenere il benessere psicologico. Non una panacea, ma un ingrediente prezioso della ricetta per una vita più felice e una mente più serena.