Provincia di Udine prima per qualità della vita, ma come sta cambiando l’Italia?
- 04/12/2023
- Popolazione
Quella di Udine è la migliore provincia italiana per qualità della vita, fanalino di coda Foggia, che chiude la classifica “Qualità della Vita 2023” del Sole 24 Ore giunta alla sua 34esima edizione.
Ancora una volta, questa valutazione fornisce molti spunti di analisi interessanti per capire come sta cambiando il nostro Paese e quali sono le best practice che permettono una vita migliore e, in alcuni casi, anche una maggiore serenità per le famiglie, elemento da non sottovalutare a fronte della crisi demografica che imperversa da circa dieci anni.
I parametri valutati nella classifica “Qualità della vita 2023”
Recentemente il quotidiano economico-finanziario ha portato gli indicatori utilizzati per stilare questa classifica da 42 a 90, suddivisi in 6 macro categorie (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990:
- ricchezza e consumi;
- affari e lavoro;
- ambiente e servizi;
- demografia, società e salute;
- giustizia e sicurezza;
- cultura e tempo libero.
Quasi tutti i rilievi fanno riferimento ai 12 mesi precedenti, anche se non mancano parametri aggiornati a metà 2023 e, alcuni, a novembre 2023.
Al di là delle note metodologiche, è utile ricercare i motivi dietro al successo della provincia udinese che ha guadagnato ben 11 posizioni rispetto alla classifica “Qualità della Vita 2022”.
La scalata del territorio friulano tra le 107 province italiane prese in esame è trainata principalmente dall’indicatore “Ricchezza e consumi”, dove si segnala una bassissima incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.
A seguire troviamo l’indicatore, strettamente connesso al primo, “Affari e lavoro” e poi “Giustizia e Sicurezza”, dove la provincia di Udine si classifica si quarta grazie alla limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture.
Spicca la qualità della vita delle donne, per la quale il territorio friulano si posiziona in vetta alla classifica nonostante un elevato gender pay gap e anche la qualità della vita dei bambini dove la provincia udinese detiene il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico e si posiziona all’ottavo posto tra le 107 province analizzate.
La demografia nella provincia di Udine
Nonostante la presenza di diffusi ed efficienti servizi anche per i più piccoli, la provincia vincente non si è distinta nel parametro “Demografia e Società”, dove si posiziona solo in 44ma posizione, guadagnando comunque una posizione rispetto all’anno scorso, soprattutto grazie alla sua capacità attrattiva: la provincia di Udine registra infatti un saldo migratorio totale pari a 4, maggiore a quello nazionale fermo a 2,9. Questo parametro misura la differenza tra iscritti e cancellati all’anagrafe ogni mille residenti e il dato assume ancora maggiore rilevanza se si considera che il tasso di fertilità, qui, è persino più basso di quello nazionale: 1 figlio per donna contro l’1,24 registrato lo scorso anno lungo tutta la penisola.
È evidente come le migliori condizioni economiche e lo sviluppo dei servizi pubblici siano fattori cruciali per sostenere la demografia di un territorio, anche a fronte di una scarsa natalità.
A fare la differenza nella voce “Demografia e società”, sono le prestazioni nell’ambito degli studi: nella provincia di Udine è laureato e/o ha altri titoli terziari il 32% della popolazione 25-29 anni residente contro il 27,1% della media nazionale, una statistica che posiziona quella friulana alla 25ma posizione rispetto alle altre province e da cui prendere spunto dato nel contesto attuale. In Italia infatti ancora troppi giovani abbandonano precocemente gli studi e quella delle competenze è una tematica sempre più cruciale per far incontrare domanda e offerta nel mercato del lavoro.
Come riporta un’indagine di Openpolis, nel 2022 l’11,5% dei cittadini italiani tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola al massimo con la licenza media, senza conseguire ulteriori titoli di studio o qualifiche professionali, contro il 9,6% registrato mediamente tra gli altri Stati Ue.
Gli altri highlights della classifica “Qualità della vita 2023”
Con il suo balzo di 11 posizioni, la provincia di Udine ha rimpiazzato al primo posto quella di Bologna che scivola in seconda posizione davanti a Trento.
Nella top ten, dal quarto posto in poi si trovano: Aosta, Bergamo, Firenze, Modena, Milano, stabile in ottava posizione, Monza e Brianza, chiude la provincia di Verona. Tra queste province va sottolineato il balzo in avanti di ben dieci posizioni della provincia modenese e di addirittura quattordici per quella di Monza-Brianza, mentre Firenze, che l’anno scorso aveva ottenuto la medaglia di bronzo, ha perso tre posizioni per l’aumento delle denunce per furti, i costosi canoni di locazioni e l’alto consumo di farmaci per l’obesità.
La provincia capitolina, invece, perde 4 posti rispetto alla classifica “Qualità della Vita 2022” e si piazza 35ma.
Come sta cambiando l’Italia
Nella sua analisi, Il Sole 24 Ore evidenzia anche alcuni trend, che possiamo così organizzare:
– Pil pro capite in crescita: secondo le stime di Prometeia, il Pil pro capite nazionale è previsto aumentare in media del 5,8% rispetto all’anno precedente. Alcune province come Belluno, Arezzo e Biella mostrano picchi ancora più elevati, indicando una crescita economica significativa;
– Tasso di occupazione in aumento: secondo l’Istat, il numero di occupati a ottobre 2023 è cresciuto del 2% rispetto allo stesso periodo del 2022;
– Inflazione: nonostante la crescita economica, si evidenzia un lato negativo. I costi, inclusi mutui, bollette, spese e vacanze, sono aumentati. Questo ha portato molte famiglie italiane a utilizzare i propri risparmi accumulati durante e dopo la pandemia di Covid-19;
– Crollo dei consumi: direttamente connessa al punto precedente, la spesa delle famiglie per beni durevoli è diminuita del 2,6% nel 2022 rispetto all’anno precedente. In provincia di Siena, si è verificato un record negativo con una riduzione del 30% rispetto al 2021.
– Calo dei depositi bancari: nonostante gli sforzi delle famiglie nell’accumulare risparmi, si è verificato un calo del 3,8% nei depositi bancari tra agosto 2023 e lo stesso mese del 2022. Le province del Centro Nord, in particolare Biella, Modena e Milano, hanno registrato flessioni significative, con una diminuzione quasi il doppio rispetto alla media;
In alcuni casi, l’aumento dell’indebitamento ha preso il posto del calo dei depositi. A causa delle difficoltà finanziarie, infatti, la popolazione con crediti attivi è aumentata del 12% tra giugno 2022 e giugno 2023. L’indebitamento potrebbe essere una strategia per compensare la riduzione della spesa.
A questo bisogna aggiungere la crescita dei prezzi delle case (+4,7% rispetto al 2022) nonostante i tassi d’interesse elevati. Una combo che sta contraendo notevolmente il mercato immobiliare italiano e in alcuni casi rallenta l’uscita dei giovani di casa.
Conclusioni
Emerge, “L’immagine di un Paese intimorito” dove la crisi demografica è anche delle imprese. Infatti, calano ancora i nuovi nati (-1,4% su base nazionale tra gennaio e giugno sul 1° semestre 2022) e diminuiscono le start up innovative (-6% nel periodo gennaio-settembre), specchio di del -25,2% delle attività iscritte al Registro delle Imprese rispetto ai primi nove mesi del 2022.
Infine, diminuisce il numero di medici di medicina generale, che segna un -6% con inevitabili conseguenze sull’assistenza sanitaria di base, spesso già deficitaria. dell’assistenza sanitaria di base.
L’unico settore che mostra una crescita significativa è quello dell’efficientamento ambientale, con un aumento del 124,5% nel 2021 rispetto al 2020. D’altronde, dopo i disastri naturali di quest’anno la crisi climatica spaventa più di prima soprattutto in termini di vite perdute, ma non solo. Sono sempre di più infatti le aziende che si assicurano contro le calamità ambientali, consapevoli dei rischi (anche) economici del cambiamento climatico.
In conclusione, se la provincia di Udine può sorridere, lo stesso non si può dire per tutta la penisola, che inchiodata in una “situazione di stallo”, scrive il Sole, “sembra prendersi meno cura di sé”.
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