Una nuova terapia anti-invecchiamento prolunga la vita del 25%
- 19/07/2024
- Popolazione
Il famoso elisir per la longevità è sempre più vicino? La ricerca scientifica ha aggiunto un nuovo tassello al funzionamento dell’invecchiamento e a come rallentarlo. Lo studio arriva da Singapore, dalla Duke-Nus Medial School ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
I primi risultati dimostrano che sia nell’interleuchina (IL-11) il principale fattore della senescenza. Inibire questa proteina potrebbe allungare la vita fino al +25%. Soprannominata “Proteina della salamandra”, scopriamo di cosa si tratta.
Proteina della salamandra
“Spegnere” l’IL-11 contribuirebbe a migliorare il metabolismo bruciando l’accumulo di grasso bianco che vira verso la produzione di grasso bruno. In più, è emerso che inibire la proteina aumentava la forza muscolare. L’IL-111 è una proteina prodotta dalle cellule stromali del midollo osseo.
Come riporta il ‘Financial Times’, la ricerca ha mosso i suoi primi passi partendo dal segreto della salamandra axolotl. Questo piccolo anfibio è in grado di rigenerare interi pezzi del proprio corpo. E per questo motivo, la proteina è stata soprannominata “Proteina della salamandra”.
Come le lucertole che possono far ricrescere la coda, gli axolotl possono far ricrescere più parti del corpo, dagli arti e agli organi interni come il cervello, i polmoni e persino il cuore. Questo li rende uno degli animali più resistenti sulla Terra. Inoltre, queste salamandre sembrano bambini per tutta la vita: raggiungono la maturità sessuale senza mai perdere le loro caratteristiche larvali e raggiungono l’età adulta senza mai subire metamorfosi; quindi, mantengono le branchie esterne piumate e rimangono acquatici invece di trasformarsi in animali da terra.
Lo studio
Un farmaco anti-IL-11 è stato somministrato ai topi dalle 75 settimane di vita. In media, i roditori vivono al massimo 120 settimane ma, fino alla loro morte, si stima che la loro vita si sia allungata del 22,4% in più per i maschi e del 25% in più per le femmine.
“I topi trattati avevano meno tumori ed erano liberi dai tipici segni di invecchiamento e fragilità, ma abbiamo anche osservato una riduzione dell’atrofia muscolare e un miglioramento della forza muscolare”, hanno spiegato i ricercatori.
“Il nostro obiettivo – ha aggiunto Stuart Cook, docente alla Duke-National University e all’Imperial College di Londra – è che un giorno la terapia anti-IL 11 venga utilizzata il più ampiamente possibile, così che in tutto il mondo le persone possano vivere sane più a lungo”.
I test, sino a questo momento, sono stati svolti sui topi. Ma l’obiettivo dei ricercatori è quello di passare agli uomini e mettere a disposizione una cura che rallenti l’invecchiamento. Raggiungere quest’obiettivo, “tuttavia non è facile – ha precisato lo scienziato – perché l’iter di approvazione dei farmaci anti-aging non è ben definito e raccogliere fondi per studi clinici in questo campo è molto impegnativo”.
“I nostri dati suggeriscono che la terapia anti-IL-11, che ha un profilo di sicurezza rassicurante ed è attualmente in fase iniziale di sperimentazione clinica per le malattie fibroinfiammatorie, è un approccio potenzialmente traducibile per estendere la durata della salute e della vita umana”, ha concluso il dottor Cook.
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