Non solo la popolazione, anche la demografia delle imprese è in crisi
- 11/09/2023
- Popolazione
Nel secondo trimestre 2023, in Italia, si è verificata una diminuzione delle nuove imprese pari al 3,7%. Il dato Istat certifica la tendenza dei precedenti anni e riguarda quasi tutti i settori. Gli unici comparti in controtendenza sono l’industria in senso stretto (che ha registrato nuove registrazioni di impresa in una misura pari al +2,7%) e il commercio, che risulta stazionario in linea rispetto al primo trimestre di quest’anno.
I settori che hanno subito la maggiore contrazione sono il comparto dell’informatica e comunicazione (le nuove iscrizioni di impresa registrano un -8,5%) e quello delle costruzioni (nuove imprese -8% rispetto al trimestre precedente) su cui incide pesantemente la stretta sul Superbonus 110%.
Sono soprattutto i fallimenti delle imprese a generare la contrazione della densità commerciale in Italia, come spiega l’Istituto nazionale di statistica.
Le statistiche trovano conferma nell’ultimo e ottavo rapporto di Confcommercio su “città e demografia d’impresa” dove si legge che in 10 anni (tra il 2012 e il 2022) sono sparite oltre 99 mila attività di commercio al dettaglio e 16 mila imprese di commercio ambulante.
Nonostante ci sia stato anche un calo demografico, in questo lasso di tempo la densità commerciale è passata da 9 a 7,3 negozi ogni mille abitanti (un calo di quasi il 20% negli ultimi 10 anni).
Il presidente di Confcommercio Mariano Bella commenta così i dati: “complessivamente, la doppia crisi pandemica ed energetica sembra avere enfatizzato i trend di riduzione della densità commerciale già presenti prima di tali shock. L’entità del fenomeno non può che destare preoccupazione”.
La relazione tra demografia e imprese
Anche se al calo demografico di una popolazione non corrisponde necessariamente il calo demografico delle imprese, il primo può influenzare il secondo in diversi modi:
- Riduzione del mercato di riferimento: se la popolazione diminuisce, il mercato di riferimento dell’impresa potrebbe ridursi, con conseguente riduzione delle opportunità di vendita;
- Riduzione della domanda di lavoro: se la popolazione diminuisce, la domanda di lavoro potrebbe diminuire, con conseguente riduzione delle opportunità di lavoro per le imprese;
- Riduzione della concorrenza: se la popolazione diminuisce, può diminuire anche il numero di imprese concorrenti, con conseguente riduzione della concorrenza in un determinato settore;
- Cambiamenti nelle tendenze di consumo: se la popolazione diminuisce, possono verificarsi cambiamenti nelle tendenze di consumo, con conseguente necessità per le imprese di adattarsi a queste nuove tendenze;
- Riduzione delle opportunità di mercato: se la popolazione diminuisce, possono ridursi anche le opportunità di mercato per le imprese, con conseguente riduzione delle opportunità di crescita
Come sottolineato, il calo delle imprese è proporzionalmente maggiore rispetto al calo demografico: questa situazione si verifica anche perché non conta solo quante persone ci siano in uno Stato, ma la loro età. Una popolazione più anziana genera meno consumi e, al tempo stesso, non costituisce domanda di lavoro. L’aumento dell’età media della popolazione italiana è il risultato del calo delle nascite contestuale all’innalzamento della speranza di vita. Il numero di ultranovantenni passerà dagli attuali 820.000 a 2,2 milioni nel 2070 e già oggi in Italia quasi una persona su 4 è over 65 (il 24,1%).
In definitiva, la crisi delle nascite sottrae linfa vitale al sistema economico, generando un circolo vizioso dove l’inverno demografico della popolazione genera l’inverno demografico delle imprese italiane.
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