Natale si avvicina, ma i depositi degli italiani si svuotano
- 15/12/2023
- Popolazione
Come emerso dall’ultimo rapporto Bankitalia, nel mese di ottobre si è consolidato il mix dei tassi di interesse troppo alti e dei depositi bancari più vuoti, a fronte di prestiti sempre più difficili da ottenere. Uno scenario che allarma anche l’Unione Nazionale dei Consumatori e il Codacons.
Quanto sono diminuiti i prestiti alle famiglie
Ecco, in punti, i numeri dell’ultimo rapporto Bankitalia relativo al mese di ottobre:
- prestiti al settore privato: -3,2% (già -3,6% a settembre);
- Taeg (medio): salito dal 4,65% al 4,72%;
- prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno: 35% (20% a settembre);
- tasso di interesse su nuovo credito al consumo: 10,46% (10,52% a settembre);
- tasso di interesse su nuovi prestiti a imprese: salito dal 5,35% al 5,46%. Più nello specifico: prestiti fino a 1 milione di euro al 5,95% e prestiti di importo superiore a tale soglia al 5,17%.
In particolare, sul crollo dei prestiti (primo punto), questo è stato pari al -1,1% per i consumatori (-0,9 il mese precedente), mentre è stato brusco per le imprese (società non finanziarie) dove, dopo il -6,7% registrato a settembre, si è registrato un ulteriore calo del 5,5%.
Il crollo dei depositi e l’allarme delle associazioni
Sempre a ottobre, spiega Bankitalia, i depositi del settore privato sono diminuiti del 5% dopo il -3,5% di settembre, mentre la raccolta obbligazionaria continua a crescere e registra un aumento del 18% (18,4% a settembre) anche per effetto del rialzo dei tassi che genera anche un aumento dei rendimenti.
Una situazione a cui il cittadino italiano medio non è abituato: nella penisola si tende a risparmiare molto e investire poco, ma il contesto economico e inflazionistico sta ‘costringendo’ gli italiani a fare scelte diverse.
Se a ciò si aggiunge l’aumento dei tassi e degli oneri bancari che vanno a formare il Taeg (tasso annuale effettivo globale), la preoccupazione cresce. Tanto che, l’Unione Nazionale dei Consumatori ha lanciato l’allarme: “È record. Bisogna arrivare al gennaio del 2009, in piena crisi, per trovare un Taeg maggiore. Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un balzo dei tassi così consistente significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, cresce, rispetto a un anno fa, da 671 a 784 euro, con un rincaro pari a 113 euro al mese. Una stangata annua pari a 1.356 euro”. Il divario è quasi doppio se si allarga il confronto: “Rispetto a due anni fa la rata passa da 571 euro a 784 euro, con un incremento di 213 euro al mese, pari a 2.556 euro all’anno”, denuncia la prima associazione di difesa dei consumatori in Italia, fondata nel 1955.
L’impatto sui mutui
Situazioni e contingenze che non fanno bene alla demografia del paese, già gravemente in affanno. Non si può, infatti, parlare di famiglia e di natalità tralasciando le difficoltà di comprare una casa o anche solo di prenderla in affitto.
In Italia le famiglie indebitate sono circa 6,8 milioni, di cui oltre la metà (3,5 milioni) con un mutuo prima casa. A marzo 2023 il totale delle rate non pagate da quasi un milione di famiglie italiane ha sfiorato i 15 miliardi di euro.
Chiaramente, il rialzo dei tassi imposto dalla Bce per contrastare l’inflazione non si è riversato solo sui mutui, ma più in generale sui prestiti chiesti alle banche. Da un’analisi della Fabi della prima metà dell’anno, la Federazione autonoma dei bancari italiani, emerge che, dei 14,9 miliardi di crediti deteriorati, 6,8 miliardi sono mutui non pagati, altri 3,7 sono rate di credito al consumo non rimborsato e altri 4,3 sono arretrati di altri prestiti personali.
Lancia l’allarme anche il Codacons, secondo cui gli aumenti delle rate mensili scattati negli ultimi due anni pesano fino a quasi +4.400 euro all’anno su chi ha acceso un mutuo a tasso variabile: “Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, la rata mensile è salita complessivamente negli ultimi due anni tra i +270 e i +365 euro per effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca centrale europea a partire dal 2022. Questo significa che una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile si ritrova a spendere oggi in media tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021”.
Guardando al 2024, la situazione non sembra migliorare, anzi.
Nell’anno che sta per iniziare, del nuovo Bonus Casa Under 36 resterà solo il nome: l’ultimo testo della Manovra 2024, infatti, elimina quasi tutti i benefici previsti dalla misura per i giovani che acquistano la prima casa.
Si tratta di una misura che ha tenuto a galla l’acquisto degli immobili da parte dei giovani, comunque contratto dai dieci rialzi consecutivi dei tassi deciso dalla Bce tanto che nel secondo trimestre 2023 le erogazioni dei mutui sono calate del 33%!
Fino a fine anno il Bonus Casa Under 36 concede ai giovani con età inferiore ai 36 anni e ISEE fino a 40mila euro diversi benefici per l’acquisto dell’abitazione principale: accesso al fondo di garanzia Consap; esenzione dall’imposte di registro; esenzione dall’imposta ipotecaria; esenzione dall’imposta catastale; esenzione dall’imposta sostitutiva per i mutui finalizzati all’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa o credito d’imposta pari all’ammontare del tributo versato per l’acquisto della prima casa in caso di atto soggetto ad IVA (ovvero quando non si acquista da un privato, ma da una società).
Stando all’ultima bozza della Manovra, invece, di questi benefici resterebbe solo il rifinanziamento del Fondo prima casa per tutto il 2024, mentre cadrebbero tutti gli altri.
L’inflazione rallenta
Una buona notizia per le famiglie italiane arriva dall’ultima rilevazione Istat: a novembre l’inflazione è scesa a 0,7%, dal +1,7% del mese precedente (la stima preliminare era +0,8%), tornando a livelli prossimi a quelli del febbraio 2021 (+0,6%). Continuano a rallentare i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%). In soccorso delle famiglie italiane arriva anche la proroga, a determinate condizioni, della Social Card, o ‘Dedicata a Te’ che è possibile attivare da oggi, 15 dicembre.
Lo scenario economico è comunque meno sereno del periodo pre-pandemico come dimostra anche il calo del 34% del budget degli italiani destinato agli acquisti natalizi. I Millennial e la Generazione X sono coloro i quali spenderanno di meno, a dimostrazione delle enormi difficoltà di queste generazioni rispetto a quelle precedenti.
Aumenta anche la quota di italiani che passerà le vacanze di Natale in Italia, scelta che sarà condivisa dal 77% dei consumatori, spiega l’Italy Holiday Shopping Outlook realizzato da Bain e Company Italia, in collaborazione con Toluna.
Almeno questo, però, è un sacrificio che si fa volentieri.
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