Mutui -33% nel secondo trimestre 2023. Comprare casa è sempre più difficile
- 27/10/2023
- Popolazione
Tempi duri per gli italiani che vogliono comprare casa. Il rialzo dei tassi deciso dalla Bce per dieci volte consecutive, interrotto ieri, ha ulteriormente ridotto le possibilità di comprare casa nel Belpaese. Per i giovani lasciare casa è sempre più difficile.
Come riporta un’indagine de Il Sole 24Ore, infatti, nel secondo trimestre del 2023 le erogazioni dei mutui sono calate del 33%. Se si considera il primo semestre dell’anno, il crollo è del 29,9%, un tracollo che si è tradotto in una contrazione delle compravendite immobiliari pari al 16% nei primi sei mesi del 2023.
Nei primi nove mesi dell’anno, da gennaio a settembre, la richiesta di mutui è calata del 19,9%.
L’aumento dei tassi da parte della Banca centrale, finalizzato a contrastare l’inflazione, è la causa principale delle difficoltà ad acquistare casa, ma non l’unica. La seconda motivazione della contrazione del mercato immobiliare italiano è il costo delle case, spesso troppo elevato soprattutto nelle grandi città. Tanto che, per molti esperti, allo stato attuale il mercato immobiliare di città come Roma e Milano è in una “bolla” pronta a scoppiare.
La contrazione delle richieste parrebbe avvalorare questa tesi.
Chiaramente, una (modesta) parte di italiani riesce ad acquistare casa senza ricorrere al mutuo. Lo confermano i primi dei mesi del 2023, dove le richieste di finanziamento sono crollate più delle compravendite (-29,9% contro -16%).
I giovani, che raramente riescono ad acquistare casa senza accendere un mutuo, sono la categoria più colpita dall’attuale situazione di mercato. Già le rivelazioni di Eurostat 2022 dimostravano che i giovani italiani lasciano casa più tardi della media europea (30 anni-26,4 anni). Gli ultimi dati potrebbero appesantire questo trend.
Quanto sono aumentati i tassi Bce
La Bce ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse nel luglio 2022 per fronteggiare l’inflazione esplosa con la crisi delle materie prime e la guerra in Ucraina. Fino a ieri, quando l’organo guidato da Christine Lagarde ha deciso di fermare l’aumento dei tassi dopo 10 rialzi consecutivi. Il tasso di interesse della Banca centrale, prossimo allo 0 nel 2021, è così salito fino al 4,5% provocando una forte contrazione del mercato immobiliare.
Questi aumenti hanno avuto un impatto diretto sui tassi dei mutui, influenzando in particolare i mutui a tasso variabile. Dall’altro lato anche le banche sono diventate più caute e hanno aumentato i criteri sulla base dei quali scegliere a chi concedere i mutui.
“Ci si attende tuttora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. – si legge nella nota del Consiglio Direttivo della Bce – Inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione”.
Lo stop al rialzo dei mutui era una decisione piuttosto scontata, ma non è escluso che i tassi tornino ad aumentare, anche a causa di una situazione geopolitica sempre più instabile.
Ad ora “i tassi sono molto elevati per l’economia dell’area euro, che – spiega Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy – è già in affanno e non può contare su un aumento della domanda proveniente dalla crescita demografica o dall’allargamento della classe media, in un contesto di irrigidimento delle finanze pubbliche dal prossimo anno per via della reintroduzione del Patto di stabilità. Aspettare troppo potrebbe compromettere la crescita del prossimo anno, che è comunque attesa debole, ben sotto il punto percentuale”.
Quanto costa un mutuo in Italia
Gli aumenti delle rate mensili scattati negli ultimi due anni, spiega il Codacons, pesano fino a quasi +4.400 euro all’anno su chi ha acceso un finanziamento a tasso variabile.
Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, l’importo più richiesto in Italia, negli ultimi due anni la rata mensile è salita tra i +270 e i +365 euro per effetto di tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dal 2022. Quindi, una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabile si ritrova a spendere oggi in media tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021.
Nella bozza di Manovra 2024 trova di nuovo spazio il Bonus Casa Under 36, che prevede diverse agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani fino a 36 anni, e finora ha reso piuttosto bene.
Dati alla mano, tuttavia, queste agevolazioni non sembrano più in grado di tenere a galla il mercato immobiliare italiano.
Solo una nuova congiuntura economica, che passa anche dalle riforme sul lavoro, può far tornare gli italiani a comprare casa.
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