Marge è morta? Così I Simpson raccontano la fine della famiglia tradizionale
- 27 Giugno 2025
- Popolazione Welfare
I fan de I Simpson sono abituati ai salti temporali e alle soprese, il finale della trentaseiesima stagione, per ora visibile solo negli Usa, ha sconvolto tutti: davvero Marge Simpson è morta?
L’episodio “Estranger Things”, andato in onda il 18 maggio scorso e poi riproposto in streaming negli Usa, ritrae un futuro in cui Marge Simpson è morta, lasciando dietro di sé una famiglia che, nonostante l’affetto sincero, è diventata sempre più frammentata. L’evoluzione narrativa rispecchia fedelmente le tendenze demografiche dell’Occidente contemporaneo e il nuovo ruolo del nucleo familiare, che sta lasciando il passo all’individualità.
Con il suo carattere risoluto e schietto, Marge è stato uno dei primi personaggi a portare nelle case dell’Occidente l’immagine di una donna decisa, che non è succube del marito e, spesso, risulta più affidabile dell’impacciato Omer. La morte della matriarca de I Simpson non è solo un espediente narrativo, ma diventa il simbolo della dissoluzione del modello familiare tradizionale che ha caratterizzato la serie per oltre tre decenni.
Marge Simpson è morta?
In un salto temporale di 35 anni, il flash forward dell’ultimo episodio mostra Marge seduta su una nuvola mentre vede i figli Bart e Lisa prendere strade diverse e crescere separati l’uno dall’altra. I due si riconciliano grazie a un vecchio video di Marge e lei ha una relazione post-mortem con Ringo Starr.
La sua presunta morte ha sconvolto i fan: davvero va via così un pilastro della serie? A chiarire la questione ci ha pensato Matt Selman, produttore esecutivo de I Simpson, che in un’intervista a Variety ha dichiarato: “Dato che gli episodi ambientati nel futuro sono tutte fantasie speculative, ogni volta sono diversi. Marge probabilmente non morirà mai più. L’unico posto in cui Marge è morta è in un episodio ambientato nel futuro andato in onda sei settimane fa”. Selman non ha risparmiato una frecciatina al sistema: “Ogni singolo outlet mediatico che ha pubblicato questa storia sapeva che in nessun modo Marge era morta. Lo sapevano tutti, ma hanno comunque pubblicato il titolo” perché faceva gola al pubblico e quindi generava guadagni.
Se l’aspetto prettamente narrativo resta incerto, l’evoluzione della famiglia più famosa d’America è chiara: famiglie che si disgregano, figli adulti senza prole, anziani che necessitano di assistenza in un contesto sociale sempre più individualizzato. Un contesto che l’Italia e l’Europa conoscono molto bene.
La famiglia Simpson del futuro: uno specchio della crisi demografica
Nel 2060 immaginato dall’episodio, la famiglia Simpson presenta caratteristiche che richiamano le proiezioni demografiche europee. Lisa, ormai commissaria della Nba femminile (l’ex Wnba che nel futuro ha sostituito quella maschile), rappresenta la donna di successo professionale che ha rinunciato alla maternità. Non viene specificato se abbia figli, ma la sua dedizione totale alla carriera e l’assenza di riferimenti familiari propri suggeriscono una scelta di vita sempre più comune nelle società occidentali.
Bart, ormai cinquantenne, gestisce una casa di riposo abusiva nella casa di famiglia al 742 di Evergreen Terrace, dove ci sono Homer, Lenny, Carl e Comic Book Guy. La casa di riposo che li ospitava prima era legale ma triste. Inizialmente Lisa pensa che Bart sia un fallito, poi scopre che ha fatto tutto questo segretamente per permettere ai quattro anziani di vivere felicemente gli ultimi anni della loro esistenza. La serie non chiarisce esplicitamente se Bart abbia avuto figli, ma la sua condizione di gestore di una struttura per anziani senza licenza lo dipinge come il figlio che ha sacrificato le proprie aspirazioni per prendersi cura della famiglia d’origine.
La dinamica tra i fratelli Simpson rivela una realtà familiare post-moderna: Lisa invia denaro per pagare la casa di riposo ufficiale, mentre Bart si occupa fisicamente dell’assistenza quotidiana e dei lavori in casa. È una divisione dei ruoli che riflette le sfide dell’invecchiamento demografico, dove le responsabilità di cura si distribuiscono tra chi ha successo economico e chi rimane fisicamente presente.
Cosa rappresenta la morte di Marge
La scelta di far morire Marge prima di Homer rappresenta un ribaltamento delle aspettative demografiche tradizionali. Una scelta che sconvolge tutti, ma che ricorda quanto sia imprevedibile sia la vita: “Marge è morta prima di Homer, se riuscite a crederci”, canta Sarah McLachlan nel brano che accompagna l’episodio.
Questa ‘inversione della mortalità attesa’ simboleggia la fine di un ordine familiare consolidato.
La lapide di Marge recita: “Amata moglie, madre e insaporitrice di braciole di maiale”, un epitaffio che racchiude i ruoli tradizionali della donna nella famiglia del Novecento. Incarichi a cui anche una donna come Marge ha dovuto adattarsi.
La (supposta) morte della madre di famiglia coincide con la frammentazione familiare: Bart e Lisa si sono allontanati dopo aver smesso di guardare insieme “The Itchy & Scratchy Show”, perdendo quel collante emotivo che li univa da bambini. Allo stesso modo, oggi i fratelli sono sempre più divisi e spesso finiscono per allontanarsi stabilmente dopo la morte dei genitori. Molti sono numericamente soli, perché figli unici.
L’evoluzione della famiglia Simpson come riflesso sociale
La famiglia Simpson, creata nel 1989, ha sempre rappresentato un osservatorio privilegiato sui cambiamenti della società americana e occidentale. Nel corso di 36 stagioni, la serie ha saputo adattarsi e commentare le trasformazioni sociali, mantenendo la propria rilevanza culturale.
L’episodio “Estranger Things” non fa eccezione, utilizzando il salto temporale per esplorare le conseguenze a lungo termine della frammentazione familiare contemporanea. La paura di Marge che i suoi figli si allontanino – espressa nell’episodio quando li vede smettere di guardare insieme i cartoni animati – si materializza nel futuro immaginato, dove la famiglia si ricompone solo grazie a un video messaggio postumo della madre che gli chiede di andare d’accordo.
Particolarmente interessante è il fatto che, nell’ultimo episodio, la Florida diventi “una prigione per anziani”, riflettendo l’ansia sociale per l’invecchiamento della popolazione e la sostenibilità dei sistemi di assistenza.
La ricomposizione finale della famiglia Simpson – con Bart, Lisa e Homer che tornano a guardare insieme il reboot di “The Itchy & Scratchy Show” – suggerisce una possibile riconciliazione tra tradizione e modernità. Tuttavia, questa riconciliazione avviene solo dopo la morte di Marge, come se il modello familiare tradizionale dovesse dissolversi per permettere nuove forme di legame.
Tra finzione e realtà
L’episodio “Estranger Things” de I Simpson è un esperimento narrativo che esplora le conseguenze delle tendenze demografiche e ci ricorda la mortalità dell’essere umano.
Come ha sottolineato Selman, gli episodi futuri dei Simpson sono “fantasie speculative” ma la loro forza risiede nella capacità di riflettere paure e speranze collettive. La morte di Marge Simpson, anche se non canonica né certa, simboleggia la fragilità delle strutture familiari tradizionali di fronte ai cambiamenti demografici e sociali del nostro tempo.