Guido Castelli: “Con le giuste misure, non saremo destinati al collasso demografico”
- 24/11/2023
- Popolazione
“La soluzione ai problemi ambientali sta proprio nella presenza dell’uomo”, ne è sicuro il Senatore Guido Castelli, intervenuto ai microfoni dell’AdnKronos dopo l’Udienza di Papa Francesco ai rappresentanti delle popolazioni del centro-Italia colpite dal sisma del 2016-2017, voluta fortemente proprio da Castelli in qualità di commissario straordinario alla ricostruzione.
Siamo stati abituati a pensare che lo sviluppo della civiltà umana comporti, inevitabilmente, un peggioramento delle condizioni ambientali e climatiche. Una sorta di aut aut che allontana l’uomo dal suo ambiente ma su cui non tutti sono d’accordo, a partire dal Pontefice che oggi ha spiegato come sostenibilità e crescita demografica possano e debbano convivere.
“Prendo spunto proprio dalla riflessione di Papa Francesco – esordisce Castelli – sul nesso che c’è fra crisi ambientale e crisi demografica. Questa connessione è all’origine della proposta che abbiamo fatto al Ministro Pichetto Fratin di presentare la ricostruzione del centro Italia come buona pratica alla prossima Cop 28 di Dubai. L’11 dicembre noi saremo lì a ribadire che la ricostruzione dei territori dell’Appennino centrale è uno strumento importante anche per contrastare anche la crisi demografica”.
Si tratta di un aspetto legato a doppio filo con la sostenibilità e la sicurezza delle zone colpite dal sisma: “Solo la presenza dell’uomo può consentire di tutelare quei territori”, afferma il Commissario Castelli che spiega: “le tragedie idrauliche, i dissesti che si registrano a fondo valle nascono proprio per effetto dell’abbandono dei territori. Tra le misure di adattamento a cui è chiamata la società anche italiana, la ricostruzione garantisce quella del contrasto alla crisi demografica e quindi anche alla crisi climatica”, dichiara il Senatore.
L’antropizzazione come risorsa
Dalla sua prospettiva l’uomo emerge come alleato della natura, al contrario di quanto evidenziato a più riprese dall’ex Vicepresidente della Commissione europea: “Il problema del sovraffollamento esiste in continenti come Africa e Asia, non certo in Europa. Anzi – continua Castelli – noi abbiamo il problema contrario. Timmermans sostiene che per essere rispettosi dell’ambiente occorra ritornare a quando l’uomo non c’era, forse è un approccio valido in Olanda, noi preferiamo puntare sull’equilibrio tra l’uomo e la natura. La soluzione ai problemi ambientali sta proprio nella presenza dell’uomo”, ribadisce.
Il Commissario esemplifica sul tema della biodiversità, oggetto di diversi interventi normativi da parte dell’Ue: “Il rapporto tra attività umana e ambiente è evidente. Le nostre biodiversità sono il frutto dell’incontro tra uomo e natura. Per esempio, è stato certificato che le lenticchie di Castelluccio, frutto dell’agricoltura di quelle zone, favoriscano i comportamenti predatori dell’Aquila Reale. Questo significa che senza quel lavoro umano, questa specie sarebbe inesistente, o al più molto rara anche in quei territori”.
Crisi demografica: questione culturale o economica?
“Credo che siano due facce della stessa medaglia. Dagli anni Ottanta stiamo assistendo a una perdita della cultura della famiglia e della vita, lo dicono i fatti”, chiosa il Senatore Castelli. L’ultimo anno in cui il tasso di fertilità è stato sopra la soglia di riproduzione, ovvero 2,1 figli per donna è stato il 1976, poi è iniziato un lento ma costante declino. In un primo momento questo è stato compensato dall’immigrazione, dal 2015 invece il calo della popolazione residente è inesorabilmente progressivo7”, evidenza Castelli riprendendo un discorso già discorso già affrontato dalla Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella.
L’aspetto culturale non si esaurisce in queste riflessioni. Diversi studi, infatti, dimostrano come molti giovani vogliano avere figli ma in una società e con delle prospettive completamente diverse.
“Sono assolutamente d’accordo con questo orientamento”, dice il Senatore Castelli che riprende le parole del Pontefice: “L’unità di misura della speranza di un popolo è il tasso demografico ed è inconfutabile che la difficoltà di immaginarsi e prefigurarsi un futuro è alla radice del problema: l’aspetto antropologico della denatalità è tutto qui”.
Accanto all’aspetto culturale, vi è però un aspetto economico impossibile da ignorare: “Sull’altro lato della medaglia c’è l’aspetto economico. È impossibile pensare che si torni ad avere figli senza dare i giusti incentivi alla natalità”, spiega Castelli che a tal riguardo definisce le misure pro natalità previste nella Manovra 2024 come: “il massimo sforzo possibile considerando le risorse a disposizione”.
Sull’operato del governo, il Senatore aggiunge: “Il governo Meloni ha il merito di aver rimesso la questione demografica al centro del dibattitto. Prima questa tematica veniva considerata di secondo livello, quando non del tutto dileggiata”.
Non siamo destinati al collasso demografico
Sul finire il Commissario Castelli lascia spazio a degli scenari più rosei: “Non tutta l’Unione europea è in calo demografico. Ci sono Paesi come Germania, Repubblica Ceca e Ungheria dove le nascite stanno aumentando, così come il tasso di fertilità. Questo vuol dire il calo demografico non è ineluttabile. Investire il trend è possibile, però ci vuole un mix di elementi economici, culturali e di prospettiva. Né i soldi né la cultura da soli possono evitare il crollo della popolazione, ma lavorando su tutti i fronti possiamo garantire al nostro Paese un futuro demografico diverso”.
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