Giornata mondiale dell’amicizia, non avere legami è un rischio per la salute
- 30/07/2024
- Popolazione
In un mondo sempre più interconnesso, ma al contempo caratterizzato da un crescente senso di isolamento, il valore dell’amicizia si rivela cruciale. Ma cosa significa realmente avere amici? E, in particolare, possono i legami di amicizia influenzare la nostra salute e la nostra longevità? A questo interrogativo ha cercato di rispondere David Robson nel suo recente libro The Laws of Connection, evidenziando come la qualità delle relazioni sociali possa avere un impatto significativo sul nostro benessere.
Recenti studi dimostrano che le nostre amicizie potrebbero essere tanto vitali per la nostra salute quanto una regolare routine di esercizio fisico e oggi più che mai è il giorno giusto per riflettere sull’importanza delle relazioni sociali nella nostra vita. Il 30 luglio, infatti, il mondo celebra la Giornata Internazionale dell’Amicizia, istituita nel 2011 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’idea che l’amicizia tra popoli, paesi, culture e individui possa ispirare gli sforzi di pace e costruire ponti tra le comunità.
L’importanza delle relazioni sociali
La scienza del benessere ha posto un accento crescente sull’importanza delle relazioni sociali nella nostra vita e la qualità delle interazioni è sempre più considerata un fattore cruciale per la salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha persino creato una nuova Commissione sulla Connessione Sociale, definendola una “priorità globale per la salute”. Questo organismo ha il compito di esaminare e migliorare il ruolo centrale della connessione sociale nel miglioramento della salute per persone di tutte le età e in tutte le regioni del mondo.
L’isolamento sociale e la solitudine, infatti, non colpiscono solo gli anziani nei paesi ad alto reddito, ma rappresentano una sfida globale che influisce su tutte le fasce di età e su vari aspetti della vita. Le ricerche dimostrano che le persone con connessioni sociali insufficienti sono a rischio elevato di ictus, ansia, demenza, depressione e altre gravi condizioni. L’OMS ha sottolineato che la mancanza di connessione sociale può avere un impatto sulla salute pari o addirittura superiore a fattori di rischio noti come il fumo e l’obesità. La nuova Commissione lavorerà per promuovere soluzioni basate sull’evidenza e costruire collaborazioni per affrontare l’isolamento sociale, un problema che è stato esacerbato dalla pandemia di Covid-19.
Ma quali sono le evidenze scientifiche che legano la forza delle nostre amicizie alla nostra salute? Robson ha scoperto che le nostre amicizie influenzano tutto, dalla forza del nostro sistema immunitario alla nostra probabilità di morire di malattie cardiache. E i risultati sono chiari: se vogliamo vivere una vita lunga e sana, dobbiamo dare priorità alle persone che ci circondano.
La scienza dietro il legame amicizia-salute
L’idea che l’amicizia possa essere un fattore determinante per una vita lunga e sana non è nuova. Già negli anni ’60, Lester Breslow, ricercatore presso il California State Department of Public Health, avviò uno studio pionieristico per identificare le abitudini che promuovevano la longevità. Attraverso interviste a quasi 7.000 partecipanti, Breslow scoprì sette fattori chiave per una vita sana: non fumare, bere con moderazione, dormire sette-otto ore a notte, fare esercizio fisico, mantenere un peso moderato, evitare spuntini e, infine, fare colazione. Ma il lavoro non si fermò qui. Nel 1979, i colleghi di Breslow, Lisa Berkman e S Leonard Syme, scoprirono un ottavo fattore: la connessione sociale.
Le loro ricerche dimostrarono che le persone con legami sociali più forti avevano circa la metà delle probabilità di morire rispetto a coloro che avevano reti sociali più ristrette, anche dopo aver controllato per fattori come stato socioeconomico, abitudini alimentari e attività fisica. Questa scoperta rivoluzionaria ha aperto le porte a ulteriori studi sul potere della socialità nella promozione della salute.
La connessione sociale, inoltre, può potenziare il nostro sistema immunitario e proteggerci dalle infezioni, come dimostra uno dei più affascinanti studi sul legame tra amicizia e salute, condotto da Sheldon Cohen presso la Carnegie Mellon University negli anni ’90. Cohen chiese a 276 partecipanti di descrivere i loro legami sociali e, successivamente, li espose a un virus che provoca il raffreddore: coloro che avevano una rete sociale ampia e diversificata svilupparono sintomi meno frequentemente rispetto a chi era più isolato. Le persone con scarsi legami sociali avevano un rischio da tre a quattro volte maggiore di contrarre un raffreddore.
Il legame tra amicizia e salute non si ferma qui. Le ricerche hanno dimostrato che il supporto sociale influisce anche sul rischio di malattie croniche, come il diabete di tipo 2 e l’Alzheimer. Uno studio condotto su 4.000 partecipanti nel contesto dell’English Longitudinal Study of Ageing ha rivelato che punteggi più alti nella Scala di Solitudine UCLA erano predittori significativi dell’insorgenza del diabete nel decennio successivo. Inoltre, legami sociali più forti sono stati associati a un rischio ridotto di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Il legame tra socialità e salute è particolarmente evidente nelle malattie cardiovascolari. Studi su decine di migliaia di persone hanno dimostrato che l’isolamento sociale aumenta il rischio di sviluppare ipertensione e malattie cardiache, incrementando il rischio di infarto o ictus di circa il 30%. Julianne Holt-Lunstad, psicologa della Brigham Young University, ha condotto una meta-analisi su 148 studi, scoprendo che la qualità e la quantità delle relazioni sociali erano fattori determinanti per la mortalità, superando anche il consumo di alcol e l’obesità.
Julianne Holt-Lunstad, psicologa alla Brigham Young University, ha analizzato 148 studi che coprivano 300.000 partecipanti e ha trovato che la qualità e la quantità delle relazioni sociali hanno un impatto sulla mortalità pari o superiore a molti altri fattori di stile di vita come l’alcol, l’esercizio fisico e l’inquinamento atmosferico. Solo il fumo presenta effetti simili, ma il legame tra connessione sociale e salute è chiaramente significativo.
Molti critici hanno messo in discussione la possibilità di dimostrare un legame causale tra la qualità delle relazioni sociali e la longevità. Dimostrare un rapporto causale richiederebbe esperimenti controllati, che in questo caso sarebbero eticamente problematici. Tuttavia, le linee guida di Bradford Hill suggeriscono che, anche senza esperimenti controllati, possiamo valutare la causalità basandoci su criteri come la temporaneità e la risposta dose-effetto. La ricerca ha confermato che le persone che si sentono sole spesso segnalano problemi di salute molto tempo prima di sviluppare malattie gravi, e che il rischio aumenta con la solitudine prolungata.
Le radici evolutive dell’interconnessione
Per capire perché i legami sociali influenzano così profondamente la nostra salute, dobbiamo considerare l’evoluzione umana. I nostri antenati vivevano in gruppi, dove le relazioni sociali erano vitali per la sopravvivenza. La perdita di contatti sociali avrebbe potuto significare fame o pericolo, rappresentando una minaccia reale per la sicurezza e il benessere. Da qui deriva la nostra risposta fisiologica alla solitudine, che attiva il rilascio di ormoni come il cortisolo, portando a reazioni che, sebbene utili nel breve termine, possono causare danni a lungo termine alla salute.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Amicizia, è opportuno riflettere sull’importanza delle relazioni umane nella nostra vita. L’amicizia non solo arricchisce le nostre esperienze quotidiane, ma rappresenta anche un elemento chiave per una vita sana e lunga. In un mondo che affronta sfide sempre più complesse, promuovere legami di amicizia può essere un passo fondamentale verso la costruzione di comunità più forti e resilienti, dove ognuno si sente supportato e valorizzato. Festeggiamo l’amicizia, quindi, non solo come un legame personale, ma come una vera e propria medicina per l’anima e per il corpo.
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