GenZ e Millennials abbracciano l’intelligenza artificiale per migliorare il work-life balance (e risparmiare tempo)
- 13/08/2024
- Popolazione
In un mondo in costante evoluzione, dove la tecnologia sembra avanzare a ritmi vertiginosi, i giovani si trovano al centro di una rivoluzione senza precedenti. Secondo la tredicesima edizione della “GenZ e Millennial Survey”, condotta da Deloitte su oltre 14.000 GenZ e più di 8.000 Millennial in 44 paesi, emerge un dato sorprendente: oltre il 70% dei giovani già utilizza l’intelligenza artificiale (IA) e guarda a questa tecnologia con ottimismo. I concetti di “risparmiare tempo“, “migliorare il work-life balance” e “focalizzarsi sul lavoro creativo e strategico” sono al centro delle loro aspettative. Questi elementi non solo riflettono una generazione che cerca efficienza e innovazione, ma indicano anche una profonda fiducia nel potenziale della GenAI (intelligenza artificiale generativa) per migliorare la vita lavorativa e personale.
La consapevolezza dei giovani italiani
Focalizzandosi sull’Italia, il sondaggio rivela che il 43% della GenZ e il 34% dei Millennial ritiene che i propri datori di lavoro stiano fornendo una formazione adeguata sulle potenzialità e il valore della GenAI. Questo è un segnale importante: i giovani non solo sono pronti a integrare queste tecnologie nei loro lavori, ma desiderano anche essere adeguatamente preparati. Tuttavia, sorprendentemente, più di un terzo degli intervistati (37%) crede che la GenAI migliorerà il proprio lavoro nel prossimo anno, mentre oltre il 40% degli intervistati non ha intenzione di seguire una formazione specifica sull’argomento. Questi dati indicano una certa ambivalenza: sebbene i giovani vedano i benefici, non tutti si sentono motivati a investire tempo nella formazione su questa nuova tecnologia.
In particolare, l’analisi mostra che solo il 16% della GenZ e l’11% dei Millennial in Italia utilizza frequentemente la GenAI nel contesto lavorativo, affermando di farne uso per la maggior parte del tempo. Tuttavia, tra coloro che già ne fanno un uso consistente, la fiducia nei benefici della tecnologia cresce. Infatti, il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial che utilizzano regolarmente la GenAI sono convinti che questa tecnologia possa contribuire a migliorare il proprio equilibrio tra vita professionale e privata.
Emozioni contrastanti
Le emozioni suscitate dalla GenAI sono un altro aspetto interessante emerso dalla survey. Tra i GenZ italiani, il 29% esprime incertezza nei confronti di questa tecnologia, mentre il 28% si dice affascinato e il 22% mostra entusiasmo. I Millennial italiani, sebbene anch’essi affascinati, manifestano una maggiore incertezza (33%) e confusione (17%). Queste reazioni evidenziano una consapevolezza dei rischi e delle opportunità legate all’IA, un tema che preoccupa e allo stesso tempo intriga le nuove generazioni.
Nonostante l’entusiasmo generale, i giovani italiani non chiudono gli occhi sulle potenziali criticità legate all’adozione della GenAI. Il 46% dei GenZ e il 41% dei Millennial sono convinti che l’intelligenza artificiale richiederà una riqualificazione delle competenze e influenzerà le decisioni di carriera. Inoltre, molti temono che l’IA possa portare alla scomparsa di alcuni lavori, con il 55% dei GenZ e il 52% dei Millennial che esprimono questa preoccupazione. Questa visione realistica dimostra una maturità e una responsabilità nell’affrontare un futuro professionale che si preannuncia complesso e in continua evoluzione.
Formazione e adattamento
Le parole di Lorenzo Cerulli, GenAI Leader di Deloitte Central Mediterranean, mettono in luce un aspetto fondamentale: “GenZ e Millennial sono cresciuti insieme alla digitalizzazione, e la loro percezione in merito a innovazioni dirompenti come la GenAI è diversa da quella di altre generazioni”. Questo suggerisce che, per i giovani, l’integrazione della GenAI nella vita lavorativa è una questione di normalità. Cerulli aggiunge che chi già utilizza questi strumenti mostra maggiore apertura e fiducia verso le nuove tecnologie. Questo è un chiaro segnale che i giovani sono pronti a considerare l’IA come un alleato nel loro percorso lavorativo, a patto che sia orientata al benessere e alla semplificazione della vita quotidiana.
Anche Paolo Galletti, Chief Human Resources Officer di Deloitte Italia, sottolinea l’importanza della formazione continua in questo contesto. “I giovani si dimostrano consapevoli della necessità di un approccio che non solo si adatti ai cambiamenti, ma che richieda investimenti in formazione da parte delle aziende”. È evidente che le organizzazioni devono riconoscere e rispondere a queste aspettative, non solo per il bene dei loro dipendenti, ma anche per garantire la propria competitività in un mercato in rapido cambiamento.
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