Essere genitori oggi, tra servizi insufficienti e politiche pro natalità
- 12/12/2024
- Popolazione Talk | Essere genitori oggi
Sostenere la genitorialità agendo su diversi pilastri: la politica economica, l’educazione e la prevenzione per favorire la fertilità, le tecniche per superare l’infertilità, l’implementazione di un welfare aziendale che sia orientato a favorire scelte di vita coerenti con un incremento della natalità. Se ne è parlato all’evento odierno “Essere genitori oggi, tra scienza e welfare” organizzato oggi dall’Adnkronos presso Palazzo dell’Informazione, a Roma.
Comasema: “Diventare genitori è la più bella soddisfazione”
“Sento questo tema vicino non solo come amministratore di una grande azienda, ma anche come padre di quattro figli”, esordisce Ramón Palou de Comasema Sureda, presidente e direttore generale di Merck Serono Spa.
“Penso che per un’azienda il maggiore valore sia il capitale umano. Per questo – continua Comasema – se vogliamo avere successo come azienda e come società, dobbiamo aiutare le persone a raggiungere le loro aspirazioni personali e professionali. Come Merck stiamo lavorando in primis sulla flessibilità del lavoro per capire le reali esigenze dei lavoratori. Il secondo punto è valorizzare realmente la soddisfazione delle persone che solo dopo diventa soddisfazione professionale.
A giugno di questo anno abbiamo lanciato a livello mondiale il programma ‘Fertility benefit’ con cui investiamo sulla diagnosi precoce di eventuali patologie e il supporto psicologico di 60.000 collaboratori che vogliono iniziare un processo di trattamento della fertilità. Questo significa davvero condividere una sfida e aiutare le persone.
“Essere genitori è la più bella soddisfazione che una persona possa avere”, dice Comasema che invita a cambiare la narrazione sul tema: “Presentare un genitore come un eroe è il primo ostacolo alla natalità. Dobbiamo parlare in positivo, dobbiamo dare spazio alle cose belle che solo la genitorialità può offrire”.
Quanto pesa l’assenza dei servizi
Tra le cause della crisi demografica c’è anche la scarsità o l’inefficienza dei servizi all’infanzia, denunciata da molti genitori e da giovani che vorrebbero, ma non possono, avere figli perché non saprebbero a chi affidarli. Nel 2002, il Consiglio europeo aveva fissato al 33% la soglia di posti disponibili in asili nido da raggiungere nei 27 Paesi. Alla fine del 2022 il Consiglio ha indicato il nuovo obiettivo tendenziale del 45%. Si tratta di un target non tassativo, ma che chiede agli stati di fare uno sforzo ulteriore. Dati alla mano, i Paesi con una copertura tra il 20% e il 33% – come l’Italia –dovrebbero migliorare la propria offerta di almeno il 45% o almeno fino al raggiungimento di un tasso di partecipazione del 45%. E sarebbe auspicabile che questa percentuale non arrivi dal calo della natalità, ma dall’aumento dell’offerta.
Elena Murelli: “I genitori chiedono le scuole a tempo pieno”
Elena Murelli, membro della Commissione permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato: “Sono mamma di tre figli, ma sono fortunata perché ho i nonni che mi sostengono. Se però questo supporto familiare non c’è, devi rivolgerti all’asili nido, alla baby sitter, o devi sperare che la scuola materna o la scuola primaria abbia il tempo pieno. In questa situazione si trovano moltissime famiglie italiane che devono fare i conti con dei servizi non sempre garantiti.
Come governo stiamo lavorando per ampliare questi servizi anche con i fondi Pnrr investiti per creare nuove strutture”, sottolinea l’onorevole Murelli prima di riportare degli esempi concreti: “L’altro giorno parlavo con una mamma che ha raccolto le firme per avere il doposcuola nella scuola elementare, che il figlio inizierà a frequentare dal prossimo anno. Chiedono che le scuole abbiano il tempo pieno per essere sicuri che i figli vengano seguiti mentre loro sono al lavoro.
Una situazione analoga si crea per quanto riguarda gli asili nido, dove ci sono delle lunghissime liste d’attesa. Queste sono le criticità che dobbiamo affrontare ogni giorno come stiamo facendo con le misure pro natalità adottate da questo governo. Sappiamo che questo non basta, serve un lavoro più coordinato intersettoriale e interistituzionale. Dobbiamo considerare non solo l’ambiente familiare, ma anche il profilo sanitario ed educativo”.
Sul ruolo delle aziende per rilanciare la natalità, la senatrice Murelli evidenzia: “Laddove non può intervenire direttamente, lo Stato deve supportare il welfare aziendale prevedendo la detrazione fiscale per un novero sempre più ampio di servizi”.