Educazione finanziaria e assicurativa ancora insufficiente, più difficoltà per giovani e donne
- 25/10/2023
- Popolazione
Provate a chiedere a un italiano se ha un piano di investimento. La sua risposta, molto probabilmente, sarà negativa. Quella dell’educazione finanziaria e assicurativa è una delle carenze più persistenti del sistema formativo italiano, come emerge dai dati del secondo rapporto Edufin Index, l’osservatorio di Alleanza Assicurazioni, Fondazione Gasbarri e Sda bocconi che misura la preparazione degli italiani su questi temi.
Nonostante il miglioramento registrato nel 2023, il livello di educazione finanziaria e assicurativa dell’Italia è ancora insufficiente, attestandosi a 56 punti su 100 (sufficienza con il 60). Molti italiani preferiscono non toccare i propri risparmi, facendoli fagocitare dall’inflazione. A fare paura, spesso, è proprio il concetto di investimento, associato automaticamente a quello di rischio.
Ma negli ultimi due anni qualcosa è cambiato perché l’instabilità ha portato il tasso di inflazione e il costo della vita alle stelle, abbattendo il potere d’acquisto degli italiani e facendo suonare un campanello d’allarme: non investire non vuol dire non rischiare.
Anche per questo, nell’ultimo anno la percentuale di chi ha raggiunto la sufficienza nell’Edufin Index è passata dal 34% del 2022 al 41%, ma 1 italiano su 10 è ancora in condizioni critiche di analfabetismo finanziario e assicurativo. Il livello medio di Edufin Index1 nel 2023 è cresciuto leggermente (56 vs 55), ma servono ancora sforzi per raggiungere la sufficienza, ovvero i 60 punti su 100.
L’Osservatorio, presentato oggi a Roma in un evento patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha restituito l’immagine di un’Italia a 5 velocità, con un gap di genere ancora molto ampio.
I profili di educazione finanziaria e assicurativa
La ricerca di Alleanza Assicurazioni, Fondazione Gasbarri e Sda bocconi ha indagato le conoscenze della popolazione, su un campione di 3.700 intervistati, con un focus specifico sulla situazione di alcune categorie individuate come “più fragili” nella precedente edizione sui temi Edufin: donne, giovani e nuovi italiani, ovvero gli stranieri che si sono stabiliti in Italia.
I 5 cluster individuati dall’Edufin Index evidenziano dei distinguo non solo per caratteristiche socio-demografiche, ma anche comportamentali. È emerso, per esempio, che i giovani che lavorano anche solo part-time sviluppano una maggiore attenzione sul tema, così come quelli che ne parlano spesso con i genitori. Escludere i figli da questi ragionamenti, insomma, non li tiene al sicuro, bensì li espone al rischio di perdere delle opportunità finanziarie e subire le conseguenze dell’impreparazione.
Ecco i 5 profili emersi dal rapporto Edufin Index, disposti in ordine crescente di conoscenza sui temi finanziari e assicurativi:
1) fragili e disinteressati;
2) insicuri ma fiduciosi;
3) non curanti e fai da te;
4) ottimisti e impavidi;
5) colti e composti
Di questi, solo gli ultimi due gruppi superano il livello di sufficienza.
Guardando da vicino i due estremi:
– Il Gruppo 1 “fragili e disinteressati” ha registrato il livello di Edufin Index più basso (41). È composto per lo più da persone inoccupate o casalinghe/i, con reddito e istruzione bassi, molte donne, molti residenti al Sud e nelle Isole e tanti over 65.
Rappresentano il 20% della popolazione e dimostrano poco interesse verso i temi finanziari e assicurativi: non si informano, non hanno risparmi e non sono coinvolti nella gestione del budget familiare. Chiaramente questa parte di popolazione ha un’elevata avversione al rischio e una bassissima capacità di ragionare in base a concetti matematici (cosiddetta numeracy).
– Il Gruppo 5 “colti e composti” ha il migliore livello di Edufin Index (69). Queste persone hanno un reddito medio/medio alto, risiedono prettamente nel Nord-Est della penisola, sono diplomati o laureati, in prevalenza dipendenti, e coprono la fascia d’età 34-65 anni.
I “colti e composti” rappresentano il 13% della popolazione, sono protagonisti della propria gestione finanziaria ma si affidano anche al supporto degli esperti. Questi profili hanno un’alta propensione a informarsi e una buona dose di sicurezza verso le proprie capacità, beneficiando di un circolo virtuoso che permette un continuo miglioramento. Il detto “i soldi vanno dove stanno i soldi” non è certo casuale.
Ampio gender gap nell’educazione finanziaria
L’indagine guidata da Alleanza Assicurazioni evidenzia ancora un rilevante gender gap: il livello di Edufin Index delle donne è cinque punti inferiore a quello degli uomini (54 vs 59). Ne consegue che si trova in una condizione di fragilità finanziaria il 30% delle donne contro il 23% degli uomini. Anche in tema di gestione del budget familiare in autonomia, il divario rimane ampio: il 65% delle donne non è autonomo contro il 56% degli uomini.
Un rilievo particolarmente interessante fatto dell’Osservatorio è che i fattori comportamentali aumentano il gender gap più di quelli sociodemografici (reddito e istruzione). La forbice tra uomo e donna, infatti, inizia ad allargarsi già tra le mura domestiche, luogo che per il 25% dei 18-34enni dovrebbe essere la fonte principale di alfabetizzazione finanziaria e assicurativa, ma che vede il 30% delle ragazze non parlarne mai a fronte del 25% registrato tra i ragazzi.
Incide su questa disparità anche il peso decisionale riconosciuto alle donne, inferiore rispetto a quello degli uomini. Ancora una volta, l’effetto domino fa il resto: questa disuguaglianza a livello di educazione finanziaria è il preludio all’ampio gender gap italiane nel mercato del lavoro, con le donne che ricoprono meno ruoli manageriali e guadagnano meno degli uomini, a parità di ruolo.
Giovani ai margini nelle decisioni finanziarie
Secondo i risultati della ricerca, nonostante abbiano un’alta propensione a informarsi, perché costantemente connessi al digitale, i giovani (18-34 anni) non dimostrano particolare interesse ai temi finanziari e assicurativi. Le evidenza dell’Osservatorio sono confermate dall’indagine di Esdebitami Retake e Nomisma secondo cui appena 1 su 5 della Gen Z pensa a quanti soldi ha a disposizione prima di comprare qualcosa.
Molti di loro vorrebbero investire in autonomia, ma sono poco coinvolti nella gestione finanziaria familiare, maturando sin da subito un senso di inadeguatezza rispetto al tema.
La ricerca conferma il ruolo centrale della famiglia, dimostrando che i giovani con un livello più elevato di Edufin Index provengono da contesti domestici con più alto livello di scolarità, discutono spesso di questi temi, svolgono o hanno svolto un lavoro part-time durante gli studi, sono economicamente indipendenti e scelgono autonomamente come spendere i propri soldi.
Sui “nuovi italiani” pesano le differenze linguistiche
Un discorso a parte va fatto per i “Nuovi Italiani” che rappresentano circa il 9% della popolazione residente in Italia (dati Istat 2023) e registrano un Edufin Index 2023 ampiamente sotto la sufficienza (46 su 100).
Il campione intervistato è composto da circa 300 persone di tre principali comunità (filippina, rumena e sudamericana). Sui “nuovi italiani” pesano molto le differenze culturali e linguistiche. Non a caso, il loro livello di alfabetizzazione finanziaria cresce considerevolmente tra chi è maggiormente integrato e chi parla bene l’italiano (58 rispetto al punteggio medio di 46).
Il 60% di questo gruppo non è propenso a risparmiare, investire e proteggersi con delle assicurazioni. Quando decidono di investire, però, i “Nuovi italiani” sono più propensi a chiedere il supporto di un professionista rispetto agli italiani (91% vs 80%).
Le iniziative di Alleanza sul tema
Se i risultati, seppur insufficienti, stanno migliorando il merito è anche delle iniziative private che provano a sensibilizzare gli italiani sul tema.
In questa direzione, prosegue il “Piano Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa” di Alleanza assicurazioni volto a diffondere la cultura finanziaria e assicurativa nella comunità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.
La compagnia assicurativa ha lanciato il piano nel 2020, organizzando seminari gratuiti che hanno coinvolto oltre 300 mila partecipanti in oltre 3.500 eventi. Questi eventi sono stati suddivisi in giornate dedicate alla protezione, agli investimenti e alla previdenza.
Anche quest’anno, per il quarto anno consecutivo, Alleanza ha aderito al “Mese dell’Educazione Finanziaria” – organizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria – attraverso una serie di appuntamenti culminati oggi a Roma con la presentazione dell’Edufin Index.
Un’attenzione particolare è stata rivolta all’educazione finanziaria femminile con il progetto “Donne che parlano alle Donne” e il coinvolgimento attivo di oltre 4.700 consulenti assicurative della rete di Alleanza.
Per amplificare l’impatto degli eventi a livello locale, è stato implementato un piano editoriale che ha coinvolto i social media, la radio e rubriche specializzate, raggiungendo, solo nel 2022, oltre 80 milioni di contatti.
Davide Passero, CEO di Alleanza Assicurazioni e Country Chief Marketing & Product Officer di Generali Italia ha dichiarato: “Con l’educazione finanziaria e assicurativa vogliamo contribuire a diffondere maggiore equità sociale e benessere. La seconda edizione di Edufin Index che presentiamo oggi certifica questa correlazione, confermando la necessità di intraprendere azioni concrete per migliorare il quadro complessivo che vede ancora una rilevante parte di popolazione al di sotto dei livelli di sufficienza. Interpretando la nostra responsabilità sociale d’impresa, come Alleanza siamo impegnati nello sviluppo del nostro Piano Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa, pilastro della nostra strategia di sostenibilità, che ha coinvolto oltre 300mila partecipanti in più di 3.500 eventi su tutto il territorio.
Consapevoli di questo ruolo – ha concluso Passero – vogliamo creare un ecosistema tra operatori privati, istituzioni e associazioni dei consumatori per rispondere alle differenti situazioni di fragilità finanziaria individuate dal nostro Rapporto, tra cui spiccano le donne, i giovani e i nuovi italiani”.
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